31 marzo e 1 aprile: a Brindisi “Un mondo di Aquiloni”

Quest’anno l’Istituto Comprensivo Casale di Brindisi in accordo con la Scuola Polo dell’Inclusione IPSEOA “Sandro Pertini”

di Brindisi e il IIPSS Istituto “L.F. Morvillo Falcone” di Brindisi (Sportello per l’autismo) , con le quattro associazioni di genitori operanti nella provincia di Brindisi (Il bene che ti voglio, l’Angsa Brindisi, APS Coloriamo il mondo e ASD Giochiamo insieme), i quattro ambiti sociali per l’inclusione e con il coinvolgimento del Comune e della Provincia di Brindisi, l’ASL , il Cat , le Officine Autismo Mesagne – Amici di Nico Onlus – Centro Servizi per l’Autismo hanno organizzato ben due eventi in occasione della GIORNATA MONDIALE PER LA CONSAPEVOLEZZA SULL’AUTISMO.

L’iniziativa si svilupperà in due giornate:

– una tavola rotonda che si svolgerà giovedì 31 marzo 2022 alle ore 16.30 a Palazzo Granafei di Brindisi , durante la quale parteciperanno esponenti politici, del comparto sanità (ASL e CAT), gli ambiti territoriali della provincia di Brindisi, il provveditore, il comune e la provincia di Brindisi con I suoi assessori.

Il link per iscriversi è il seguente: https://forms.gle/1dk9Ne6nP4dFiVQZ6

Nella seconda giornata, quella di venerdi 1 aprile 2022 alle ore 10.00 l’ I.C. “CASALE” ha inviato comunicazione a tutti gli istituti del primo e secondo ciclo della provincia , invitandoli a partecipare ad una iniziativa di sensibilizzazione . In quest’ultima giornata sono state invitate rappresentanze di studenti e docenti che converranno sul lungomare Regina Margherita davanti alla scalinata delle colonne Romane per consegnare gli aquiloni, realizzati dagli Istituti aderenti, che verranno fatti volare dalle imbarcazioni che stanno aderendo all’evento guidate dall’imbarcazione Baron dell’associazione GV3, imbarcazione sottratta alla criminalità e data alla stessa associazione per i fini sociali e di inclusione .

L’intera attività è stata proposta dalla docente prof.ssa Daniela Russo docente in servizio presso Istituto Comprensivo Casale , che dopo aver incontrato varie volte i rappresentanti delle varie associazioni insieme al loro supporto ha tessuto la rete di collaborazioni per tenere unite tante realtà presenti nella nostra provincia . Sarà la Prof.ssa Russo che modererà l’evento della tavola rotonda. L’iniziativa è stata ideata per fare il punto della situazione raccogliendo le idee e proposte pervenute dai rappresentanti delle 4 associazioni, con cui da lungo tempo l’istituto tiene i contatti, favorendo varie iniziative e proposte formative. Dopo ben 2 anni, a partire dall’inizio di questa pandemia, si osservano tante difficoltà relative sia alla necessità di migliorare i processi di inclusione che alla mancanza di centri specialistici per l’autismo davanti ad un crescente fabbisogno; difficoltà denunciate più volte e in più occasioni dalle famiglie; da questa constatazione nasce l’esigenza di proporre la costituzione di una cabina di regia per attivare , con i vari attori protagonisti della crescita didattico-educativa e riabilitativa dei ragazzi con disturbo dello spettro autistico, un percorso di collaborazione utile a migliorare la qualità di vita dei nostri ragazzi assicurando sia i LEA che i LEPS. Di questo si parlerà durante la tavola rotonda del 31 marzo. Le risultanze di detto incontro saranno poi inviate alla terza commissione regionale che si occupa di sanità e welfare.

Quello che si cercherà di prevedere tra I temi e I punti all’ordine del giorno ce ne sono molteplici , come quelli di: garantire su tutto il territorio nazionale diagnosi e interventi precoci alle persone con disturbo dello spettro autistico , oltre a percorsi di inclusione scolastica, formazione e inserimento lavorativo. I servizi per la diagnosi e il trattamento, la cura e il sostegno alle famiglie per le persone con disabilità “occorre puntare ad un’assistenza sempre più qualificata, non solo in centri di alta specializzazione, ma anche in realtà assistenziali e riabilitative più vicine alla famiglia”.

Per l’autismo – ma vale per tutti i disturbi mentali – occorre riferirsi a interventi fondati su evidenze scientifiche e raccomandati nelle Linee guida nazionali ed internazionali sulla diagnosi e cura dei disturbi dello spettro autistico e dai Livelli essenziali di assistenza.

C’è bisogno di uniformità di approccio; una battaglia che stiamo conducendo a fianco di famiglie e associazioni di genitori”.

L’inserimento dell’autismo nei Lea implica la necessità di garantire da parte del Ssn anche precoci percorsi diagnostici.

Un disturbo dello spettro autistico è certo a partire dai tre anni. A questa età la diagnosi diventa stabile, ma può essere sospettato a partire dai 18 mesi, a volte anche prima. Possiamo, anzi dobbiamo individuare i casi sospetti il prima possibile.

Il lockdown ha rappresentato una tragedia.

Ogni chiusura degli spazi di socialità ha avuto conseguenze negative sulla vita di questi ragazzi ma ha scaricato un peso enorme sulle spalle dei genitori, costretti dalla didattica a distanza, e in diversi casi anche dall’interruzione della terapia, a trasformarsi in insegnanti e in terapisti. Famiglie sempre più sole a far fronte a esigenze alle quali prima della pandemia davano risposta le strutture sanitarie.

Il Tavolo per l’autismo denuncia inoltre “la costante violazione del diritto ad avere pari opportunità educativa e di sviluppo professionale”.

In materia di inclusione scolastica il nostro Paese è all’avanguardia, per certi aspetti imitato da altri. Nello specifico, vorremmo però immaginare percorsi educativi e di socializzazione che vedano insieme ragazzi con disturbi dello spettro autistico o altre disabilità, con ragazzi che presentano uno sviluppo più tipico. Una vera integrazione di realtà tra loro molto diverse. Per quanto riguarda l’inserimento lavorativo, siamo convinti che occorra garantire a qualunque cittadino, secondo le sue capacità e possibilità, percorsi di inserimento e integrazione professionale permanente, disegnati sulla scorta delle particolari caratteristiche e abilità di ciascuno. Che nello spettro autistico sono molto diversificate. Alcune persone sono infatti perfettamente in grado di svolgere funzioni complesse come quelle richieste ad un matematico o ad un programmatore. In altri casi, invece ci troviamo davanti ad una disabilità più marcata, ma

Dall’autismo non si guarisce, però… la qualità di vita può migliorare sensibilmente attraverso la terapia, che ha maggiore successo se iniziata precocemente, aumentare i trattamenti “comportamentali intensivi” e la terapia mediata dai genitori; con i bambini più grandi e gli adolescenti – ogni fase di sviluppo ha necessità di un intervento mirato – l’intervento comportamentale intensivo è in grado di migliorarne capacità relazionali, comunicative e di autonomia, favorendone una migliore qualità di vita.

Il progetto di vita è fondamentale, ma purtroppo su questo si lavora poco per tante motivazioni . L’art. 14 della legge 328 riconosce il diritto al progetto individuale per la realizzazione della piena ‘integrazione delle persone disabili’; invece si fanno progetti spot e non si investe in qualcosa di stabile. Stabilizzare un progetto, che deve essere cucito su ogni singola persona, garantirebbe efficacia e un’ottimizzazione delle risorse umane ed economiche”. Ulteriore priorità la qualità della formazione degli insegnanti e degli operatori.

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