Compagnia Suddarte la rappresentazione “Mafia Caporale – Penelope in catene”. (di Giovanni Galeone)
Martedì 2 agosto alle ore 21 nell’Atrio del Castello di Mesagne sarà portata in scena
dalla Compagnia Suddarte la rappresentazione “Mafia Caporale – Penelope in catene”. Si tratta di un’opera ispirata al libro d’inchiesta omonimo di Leonardo Palmisano pubblicato da Fandango editore.
Si tratta di una sorta di viaggio dantesco attraverso i differenti aspetti del caporalato: dai veri e propri gironi infernali nei quali la tratta di esseri umani e lo sfruttamento del lavoro, attraverso un sistema organizzato dalle mafie con la complicità silenziosa di ampi pezzi di pubblico e privato, alimenta una vera e propria forma di schiavismo mascherato che svilisce la dignità della persona privandola dei suoi diritti elementari.
Il progetto teatrale rispecchia la struttura narrativa di questo viaggio attraverso gli inferi della sub-umanità, e l’intenzione è di mettere il focus sulla condizione femminile: da un lato perché la lotta per la parità di genere è ormai centrale nel dibattito pubblico, dall’altro perché “Mafia caporale” colpisce le donne con maggiore crudeltà, considerandole oggetti deboli totalmente sottomessi alla sua prevaricazione.
Da qui la scelta di selezionare quattro biografie femminili differenti per provenienza, per territorio di lavorazione, per classe sociale e per sistemi di sfruttamento, ma aventi in comune il dolore e lo svilimento causati dalla loro condizione, come la Penelope abbandonata, in perenne lotta per la sopravvivenza, alla quale non resta che tessere la propria tela, senza riposo alcuno, tanto da non riuscire più a distinguere telaio e tessitrice.
L’indagine si addentra, scalando un livello dopo l’altro, in una fortezza dove ogni tappa mette in luce svariate celle oscure che la compongono. Tutto al femminile il duo di scena, formato dalla narratrice Roberta Natalini, che vestirà il doppio panno dell’intervistatrice e delle intervistate, sempre accompagnata dalla musica e la voce di Claudia Di Palma.
Obiettivo principale dello spettacolo è di condurre il pubblico in questa odissea attraverso le immani sofferenze provocate dallo sfruttamento, al fine di portarlo verso una nuova e maggiore consapevolezza sul vasto tema del caporalato e del traffico di esseri umani, spingendo magari ad agire contro la disinformazione e una più efficace azione culturale e legislativa di contrasto.
Giovanni Galeone
Su Gazzetta Mezzogiorno 31.07.2022