La cratta cratta e non la grattachecca ‘ntra Misciagni!
Fuori da qualsiasi polemica ma cercando di fare chiarezza sul nostro dialetto è opportuno ricordare alcune cose.
Pochi giorni fa è stata inaugurata nel nostro Centro Storico una nuova attività commerciale agganciata a qualcosa di antico magari anche romantico; ed ecco gli auguri, l’immancabile selfie ed a seguire sui social la comunicazione: Un piccolo viaggio indietro nel tempo, a Mesagne torna la grattachecca (“la ggranita”).
La grattachecca non ha nulla da spartire con Mesagne, un termine che qualche volta si è sentito su Brindisi e le sue origini sono prettamente romane.
Deriva il suo nome dal verbo grattare e da checca, vocabolo con il quale proprio a Roma un tempo si chiamava il blocco di ghiaccio, usato molti anni fa quando non esistevano i frigoriferi.
Da noi si chiamava la cratta-cratta o il piallino per coloro che volevano distinguersi da chi parlava in dialetto ed il prodotto era la ‘ngranita e non ggranita!
La ‘ngranita veniva fatta al calar del sole agli angoli delle strade, ed in alcuni chioschi, i più famosi “fratelli Ginnaru (Villa Comunale), ‘LImpiu (da Olimpio) allu mindulitu!
Costo £ 5 e ‘ntra lu bicchieri £ 10!
I succhi erano di vario colore ossia lu Biancu (orzata), lu verdi (menta), e poi molti gusti alla frutta lu russu (aranciata), lu giallu (limonata), lu bruno (amarena) ecc…dal sapore comunque dolciastro!
E sulla cratta-cratta alcune volte si innescavano varie battute a doppiosenso che per opportunità è meglio tralasciare!
Forse sarebbe meglio, la prossima volta, prima di dire cose inesatte, anziché rincorrere il selfie e magari qualche consenso come persona informata, chiedere a qualche anziano mesagnese (almeno 70 anni e dintorni) per avere notizie più precise.
Malala
10.08.2022