Sul concorso di idee per la “Progettazione per la riqualificazione della piazza Vittorio Emanuele” a Mesagne (di Carlo Ferraro)

Il 30 novembre scorso la Giunta Comunale, con delibera n. 322, ha indetto un concorso di idee per la riconfigurazione dello slargo di Porta Grande;

il 27 gennaio di quest’anno, nell’incontro organizzato dall’amministrazione comunale presso l’Auditorium del Castello, con tutti i consiglieri comunali ed i tecnici interessati ai finanziamenti previsti dal PNRR, alla domanda se nelle richieste di finanziamento per i progetti di rigenerazione urbana potesse essere inserito il progetto per la riqualificazione dell’accesso al centro storico, il sindaco annunciò che era intenzione dell’amministrazione comunale bandire un concorso di idee per definirne il progetto.

Dopo pochi giorni, il 14 febbraio scorso, il Comune ha bandito un “concorso di idee e di progettazione” per la riqualificazione della zona Porta Grande.

In tutto questo tempo l’amministrazione comunale non ha pubblicizzato in alcun modo questa occasione, presso la cittadinanza ed i progettisti stessi, come sarebbe stato auspicabile per la miglior riuscita dello stesso.

Eppure, con l’esito del concorso si deciderà il futuro volto del principale accesso al centro storico, il biglietto da visita per tutta la città. E ci si sarebbe aspettato che la cittadinanza tutta fosse coinvolta in questo passaggio cruciale.

Un altra anomalia è riscontrabile nella strana veste del concorso proposto: questi non è solo un concorso di idee, o un concorso di progettazione, ma viene proposto come di idee e di progettazione, andando oltre quello che prevede la normativa.

Semplificando estremamente, il concorso di idee viene bandito  per raccogliere quante più proposte possibili per la sistemazione di un luogo e, in genere, negli altri paesi europei, ed ultimamente in Italia sempre più spesso, queste idee vengono sottoposte al giudizio dei cittadini stessi. L’amministrazione chiede ai progettisti esterni di fare una proposta, riservandosi di scegliere la più adeguata esteticamente e funzionalmente.

Altro discorso invece per quanto riguarda il concorso di progettazione: viene indetto quando l’ente proponente ha ben chiaro quello che vuole, per cui fornisce i dati prestazionali, qualitativi e quantitativi dell’oggetto di concorso. Dopodichè sceglie la proposta più conveniente.

Quindi due modi di procedere affatto diversi, in quanto differenti sono i punti di partenza.

L’amministrazione comunale invece mette insieme i due concorsi, creando non poche difficoltà sulla comprensione della natura dello stesso in termini di procedure e di valutazione.

Col concorso di idee si chiede una proposta di riqualificazione di uno spazio pubblico, col concorso di progettazione si organizza una procedura di aggiudicazione di appalti pubblici di servizi; due cose totalmente differenti.

Questa anomalia è stata avvertita e segnalata dall’Ordine degli Architetti della provincia di Brindisi che l’otto marzo scorso  ha inviato “una richiesta di chiarimenti sulle criticità rilevate” all’amministrazione comunale ed all’ufficio tecnico che ha redatto il bando di concorso.

Si spera che l’amministrazione comunale chiarisca quanto prima la questione, visto che si sta parlando del luogo più rappresentativo della nostra città, e nel frattempo blocchi e proroghi  i termini per la presentazione dei progetti.

Carlo Ferraro

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