“Comu cucinava nonnama” di Giorgio Donato, un opuscolo degli anni ’90 che fa rivivere abitudini e tradizioni di una vecchia Mesagne (di Erika Giordano).

Molte volte è difficile conoscere tutto quello che è stato pubblicato in una città

perché non sono mai state elaborate bibliografie complete. Spesso ci si imbatte in testi di tradizione popolare, scritti fuori dagli schemi di una casa editrice ed alcune volte in opuscoli stampati e distribuiti gratuitamente per pubblicizzare la propria azienda.

Ed è il caso di un opuscolo rintracciato nella biblioteca di famiglia che riporta come titolo: Comu cucinava nonnama e il sottotitolo Ricette di cucina popolare mesagnese curato da Giorgio Donato.

Si tratta di una raccolta di circa cinquanta ricette mesagnesi con qualche influenza brindisina, come conferma lo stesso autore autore che nel frontespizio ringrazia Raffaele Cucci, studioso e cultore delle tradizioni popolari di Brindisi deceduto prematuramente nel 1999.

L’ideazione e la progettazione grafica è stata curata da Publinice Promozioni, una ditta che operava a Mesagne alla fine degli anni ‘90’ del secolo scorso in via Tenente Ugo Granafei n. 8; non si esclude che il pamphlet sia stato realizzato esclusivamente per scopi pubblicitari.

Tra le ricette pubblicate, alcune sono quelle classiche, che appartengono alla tradizione della0 ‘cucina povera’ di un tempo come lu panu cuettu, li favi ‘ncapriati, acqua e sali, marangiani rrustuti, cranu stumpatu, altre invece sono di importazione brindisina e tra queste la Puddica cu la cipodda, L’ampasciuli all’insalata (a Mesagne si chiamano Ampasciuli), Ovi strappazzati all’acitu, lu stufatu ti cipoddi, ricette che si diffusero a Mesagne negli anni della seconda guerra mondiale quando molti brindisini “sfollati” si rifugiarono proprio nella nostra città per via dei bombardamenti su Brindisi.

Molto interessante la parte relativa a Li cosi tuci; qui si trovano ricette di cartiddati, purcidduzzi, mustazzueli, butta ca scatti e fatuli, taralli e scileppu, tipici dolci che ancora vengono fatti artigianalmente ed che ancora per tradizione si consumano durante i periodi festivi di Natale Pasqua.

La datazione dell’opuscolo non appare da nessuna parte ma il terminus post quem, termine dopo il quale non si può andare è il 1999, la data di morte di Raffaele Cucci.

Nella pubblicazione risultano veramente interessanti i riquadri pubblicitari che riportano molte ditte ormai non più in attività o trasferite in altra sede come Pizzeria Snoopy di via Latiano, Cartolibreria Francioso, Autotrasporti Meo di Via Volta, Automatic System e Borrello Gomme ancora domicialiato in Via Eschilo.

Un opuscolo di appena 24 pagine, nel complesso, che serve a rivedere o scoprire alcune ricette che, come suggerito dall’autore, sono ancora un cospicuo patrimonio da difendere.

Erika Giordano

30-07.2022

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