Sulla Tap tre comunicati: legambiente, forum ambiente, flaei cisl

“La situazione è grave ma non è seria”. Riprendere la frase di Ennio Flaiano per commentare alcuni interventi politico-istituzionali sul gasdotto proposto dalla società TAP.
Omissioni e contraddizioni nella fase istruttoria non possono certamente essere colmati o nascosti attraverso assurde richieste di trasferimento dell’approdo del gasdotto nel brindisino in funzione di un’altrettanto assurda alimentazione a gas della centrale termoelettrica Brindisi Sud.

Ho già scritto che i rappresentanti politici avrebbero potuto mettere in discussione la strategicità dell’opera, alla luce del fatto che mentre i consumi civili di gas sono relativamente stabili, quelli industriali crollano e, fra essi, in primo luogo quelli in centrali termoelettriche a ciclo combinato, ben più avanzate tecnologicamente di quella di Cerano.
Ho già scritto che i rappresentanti politici avrebbero potuto mettere in discussione lo studio di fattibilità sia documentando l’“opzione zero” (la non fattibilità dell’opera, così come previsto sin dalla promulgazione della Direttiva CEE 337/85) sia aprendo un confronto serio ed analitico su diversi siti nell’area e su quello di Otranto, valutato positivamente in un periodo in cui la strategicità era giustificabile.
Si è arrivati, invece, alla fase di Valutazione di Impatto Ambientale, nel corso della quale perfino la Regione Puglia può emettere soltanto un parere non vincolante, il che rende grottesca la proposta di convocazione di un vertice presso la Regione con TAP ed Enel per discutere un assurdo trasferimento dell’approdo nel brindisino ed un’altrettanto assurda riconversione della centrale di Cerano ed impone serietà in primo luogo da parte dei rappresentanti politico-istituzionali.
Oggi, per legge, vanno esaminate le osservazioni tecniche sull’unico sito oggetto di V.I.A. ed i ritardi possono essere recuperati soltanto portando in questa sede argomentazioni forti per contestare l’istruttoria e la scelta del sito: ad esempio, perché, documentando la presenza di Poseidonia ed aree SIC o ZPS, non è stata richiesta la Valutazione d’Incidenza Ambientale?
A Sergio Blasi, in particolare, visto il suo ruolo, ed all’intero gruppo consiliare del PD alla Regione dico che non è spostando su altri territori il problema che i politici possono apparire più credibili agli occhi dei propri elettori. Provi a spiegare Blasi perché la Regione Puglia non si è costituita parte civile nel processo concernente i danni derivanti dallo spandimento delle polveri di carbone, a pretendere che la querelle sugli sforamenti di Pm10 a Torchiarolo sia risolta nella Cittadella della Ricerca individuando gli isotopi riconducibili a carbone o legna ed a battersi perché si giunga alla chiusura della centrale Brindisi nord, in primo luogo facendo presentare dalla Regione Puglia e dal Comune di Brindisi osservazioni tecniche contrarie alla cocombustione di carbone e CSS nella procedura VIA in corso.
La questione TAP e quella del polo energetico brindisino non vanno maldestramente e demagogicamente intrecciate, ma richiedono atti amministrativi distinti ed argomentazioni tecniche ben più credibili di quelli a sostegno del trasferimento dell’approdo del gasdotto nel brindisino (bocciato nel 2009 non soltanto per la presenza di poseidonia) o dell’alimentazione a metano di Brindisi Sud (che Blasi dovrebbe, per coerenza, accompagnare con la richiesta di immediata interruzione dei lavori legati all’esercizio a carbone, di copertura del carbonile o di ricorso a filtri a manica), soluzione presumibilmente comportante una proposta di riconversione a ciclo combinato, irrealizzabile, dai tempi lunghi e che non tiene conto del fatto che centrali a ciclo combinato chiudono o sono in sofferenza, anche perché crescendo la produzione ed i consumi da fonti rinnovabili che l’Energy Road Map della UE al 2050 prevede debba raggiungere l’80% della domanda.
Le centrali termoelettriche alimentate da combustibili fossili non sono il futuro energetico; ne tenga conto Blasi per interloquire seriamente sulla TAP con i cittadini salentini e con le Istituzioni.
COMUNICATO STAMPA DORETTO MARINAZZO - CONSIGLIERE NAZIONALE LEGAMBIENTE

 

Il Gasdotto TAP ed il polo energetico brindisino sono al centro dell’attenzione dell’opinione pubblica locale. Il gasdotto è attualmente oggetto d’esame da parte della Commissione VIA Regionale che, per legge, dovrebbe esprimersi sullo studio d’impatto ambientale e sull’unico sito oggetto di esame vale a dire quello di S. Foca-Melendugno.
La questione gasdotto, caratterizzata in fase istruttoria da ambiguità o latitanze politico-istituzionali, va risolta con un’analisi puntuale sul sito di S. Foca-Melendugno o eventualmente esaminando l’alternativa di Otranto su cui fu rilasciato parere favorevole ad una proposta avanzata 10 anni fa da Edison.
L’ipotesi di approdo del gasdotto nel brindisino, già nel 2009 ritenuta impossibile (anche dalla società) per la presenza di vincoli sulla Poseidonia e su aree protette, è un assurdo provocatorio da non prendere in alcuna considerazione e verrebbe avversato col massimo impegno da un territorio già devastato da pericolosi impianti industriali .
Nessuno tenti di veicolare il gasdotto a Cerano attraverso fantasiose alimentazioni a gas della centrale di Brindisi Sud : si tratterebbe, dopo tante amare esperienze, di un gioco politico in danno della nostra comunità che incontrerebbe una opposizione ferma quanto lo è stato e lo è tuttora quella contro il rigassificatore. Lo ricordiamo al Governo e a tutti i protagonisti interessati alla vicenda della nostra Regione. 
La centrale Brindisi Sud richiede determinazioni riguardante l’ esercizio a carbone rispetto al quale va definita una soluzione ben più incisiva di quella proposta dalla Regione (riduzione del 20% del carbone combusto e delle emissioni rispetto al 2004) cioè l’applicazione di quanto disposto dal protocollo di Kyoto per i limiti di CO2 con una contestuale riduzione del carbone superiore al 30%.
Va poi assunta una ferma posizione sulla chiusura della Centrale Brindisi Nord e sulle alternative da costruire prioritariamente presentando osservazioni tecniche nella procedura via.
COMUNICATO STAMPA FORUM AMBIENTE SALUTE E SVILUPPO

 

 

La pervicacia con cui Sergio Blasi, segretario regionale del PD e consigliere regionale di quel partito, insiste sulla questione TAP, approdo a Brindisi e quindi utilizzo del metano per convertire la centrale Federico II, sarebbe degna di miglior causa! 
Tuttavia non intendiamo alimentare polemiche di natura politica, né coltivare ulteriormente una contrapposizione territoriale, dietro la quale in realtà si nasconde solo l’enorme difficoltà nella quale Blasi e parte del suo partito si trovano, in quanto agli occhi della pubblica opinione è del tutto evidente la contraddizione tra chi ha fatto dell’ambientalismo di maniera il proprio cavallo di battaglia e contestualmente ha consentito di devastare il territorio, attraverso l’uso selvaggio ed indiscriminato delle cosiddette fonti rinnovabili, il cui impatto ambientale deleterio diviene ogni giorno più evidente a tutti.
Le nostre vogliono essere considerazioni di merito, rispetto al destino industriale che si vuole riservare al Paese ed alla Puglia. Crediamo sia arrivato il momento di chiedere con chiarezza se la politica intende ancora riservare un futuro di sviluppo economico alla popolazione o, al contrario, intende avallare quei concetti di declino felice al quale alcune frange (speriamo minoritarie), del sistema di rappresentanza sociale, sembrano guardare con interesse, ivi compreso un pezzo del mondo sindacale.
Noi riteniamo che sarebbe una scelta sciagurata abbandonare la prospettiva di crescere, di svilupparsi, attraverso iniziative manifatturiere, industriali e produttive, all’altezza dei tempi, sostenibili socialmente ed ambientalmente e che possano essere un serbatoio occupazionale importante per questo martoriato territorio.
Una delle condizioni, necessaria ma non sufficiente, perché Brindisi torni ad essere attrattiva per investimenti industriali, cogliendo quel refolo di ripresa economica che da più parti si individua, diremmo meglio auspica, è la disponibilità di energia a prezzi competitivi e quindi attrattivi. Ora ci chiediamo, come si può non cogliere che oggi nel sistema mondiale l’unica fonte energetica che in se può coniugare l’esigenza di contenimento dei costi e di efficienza produttiva, è il carbone? E come non si possono cogliere gli sforzi che ENEL ha messo in campo, con ingenti finanziamenti (circa 300 Milioni di euro), per abbattere con le migliori tecnologie disponibili l’impatto ambientale, grazie sicuramente alla mobilitazione popolare, ma se permettete alla durissima battaglia messa in campo da Sindacato e dalla FLAEI in particolare?
Non ripeteremo quanto, molto oculatamente e con competenza, ha sostenuto il Senatore Salvatore Tomaselli, quando ha richiamato la insostenibilità, non presunta ma accertata, della alimentazione a metano, visto che in questo momento circa 31.000 MW a metano sono fermi e oltre 1500 lavoratori in cassa integrazione in tutto il Paese. 
Diciamo con forza che, invece, si abbia il coraggio di sostenere la chiusura del polo energetico brindisino, assumendone la responsabilità di fronte al Paese e di fronte ai circa 2000 lavoratori brindisini interessati, i quali sapranno valutare attentamente le conseguenze di tutto questo, sulle loro famiglie e sull’economia di un intero territorio.
La FLAEI quindi chiede, con pacatezza ma con fermezza, di finirla con queste inutili strumentalizzazioni e di avviare una fase di riflessione, sul modello di crescita e sviluppo, il quale non può prescindere da una realtà produttiva importante, quale la centrale Federico II. 
A ENEL bisogna chiedere tutti insieme, come facciamo noi da tanto tempo, di farsi carico del territorio, di continuare ad investire con continuità nella ricerca di sempre migliori tecnologie per l’abbattimento dell’impatto ambientale e quindi di destinare a Brindisi i necessari investimenti, considerando questo territorio come un punto di eccellenza in campo nazionale e europeo.
Se Blasi avesse messo lo stesso impegno che sta spendendo sulla questione TAP, rispetto ad esempio alla vicenda Centro Ricerche, oggi probabilmente non avremmo assistito ad un ridimensionamento di quella fondamentale struttura ma, anzi, ne avremmo registrato un rilancio, così come sarebbe auspicabile.
Continueremo la nostra battaglia, nella convinzione che i Lavoratori comprendono bene i rischi che si corrono, perseguendo politiche velleitarie e scollegate da qualsiasi realtà economico-produttiva, rischi che non riguardano solo la continuità occupazionale, già di per se indispensabile, ma anzitutto l’intera economia territoriale. 

COMUNICATO STAMPA FLAEI CISL

 

 

 

 

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