Nel processo dell’operazione Fenus Unciarum che vede coinvolti parecchi mesagnesi il PM ha chiesto l’assoluzione per tutti gli imputati
Nel processo dell’operazione Fenus Unciarum il PM della Dda di Lecce Alberto Santacatterina ha chiesto, questa mattina,
l’assoluzione per tutti gli imputati accusati di tentata estorsione nei confronti dell’avvocato Danilo Crastolla che aveva sporto denunzia all’indomani delle elezioni regionali del 2010. Nel contempo lo stesso PM ha chiesto la trasmissione degli atti alla Procura per valutare se sussistano o meno gli elementi in relazione al reato di calunnia per lo stesso Crastolla a danno degli imputati che non hanno commesso i fatti contestati.
Il rappresentante della Pubblica accusa ha rivisto totalmente tutta l’impostazione che il 18 settembre 2014 si concluse con l’esecuzione di 16 ordinanze di custodia cautelare mentre si sono registrate due richieste di condanna per Roberto Mazzuti, di Oria (12 anni con l’accusa di associazione di stampo mafioso) e per Crastolla (un anno di reclusione per aver svolto attività finanziarie).
A giudizio ci sono Francesco Campana, ritenuto al vertice dalla Sacra Corona Unita e T. T., ex consigliere comunale di Mesagne; Roberto Antoniolli, di Manduria; Angelo Bellanova, di Mesagne; Sandro Bruno, di Mesagne; Oreste Luigi Secondo Devicienti, di Mesagne, imprenditore; Francesco Lavino, di Mesagne; Antonio Occhineri, di San Donaci; Pierpaolo Palermo, di Mesagne; Francesco Luigi Poci, di Mesagne; Vincenzo Primiceri, di Mesagne; Pietro Soleti, di San Donaci; i fratelli Carmine e Pierpaolo Palermo, di Mesagne; Rossella Antoniolli, di Brindisi; Giuseppe Diviggiano, di Torre Santa Susanna; Domenico Fioravante, di Fasano; Antonio Maizza, di Mesagne; Giovanni Pozzessere, di Brindisi, Pierpaolo Poci, di Mesagne.
Il collegio difensivo era composto da Cosimo Lodeserto, per Francesco Campana; Massimo Manfreda, Ladislao Massari, Rosanna Saracino, Stefano Prontera, Giancarlo Camassa, Luca Mangia, Gianfrancesco Castrignanò, Marcello Marasco, Gerardo Giorgione.