No Tap Brindisi: “Brindisi sotto l’attacco del gas”

SNAM pubblica sull’Albo Pretorio del Comune di Brindisi l’accesso ai fondi per l’allacciamento delle Centrali

A2A di Brindisi Nord e della Centrale ENEL Federico II di Cerano.

La successione delle date non è casuale:

– per fine Agosto arrivano tutte insieme le 15 richieste di Valutazioni d’impatto ambientale da società del Nord per nuovi megaimpianti fotovoltaici per 500 ettari nelle campagne della provincia di Brindisi;

– lunedì 9 Settembre il Governo Conte bis ottiene la fiducia delle Camere;

– martedì 10 Settembre, i “neo” ministri Costa (Ambiente) e Franceschini (Beni Culturali) firmano come primo atto del “nuovo” Governo la proroga di due anni al progetto TAP (megagasdotto Trans Adriatic Pipeline, di proprietà al 20% di SNAM)

– giovedì 12 Settembre, SNAM pubblica l’accesso ai fondi rilasciato dalla Prefettura di Brindisi già a Luglio per l’allacciamento delle due “nuove” centrali A2A e ENEL per l’alimentazione a gas metano, naturalmente il gas che arriverà da TAP, alla Rete Adriatica SNAM della centrale di Contrada Matagiola, a pochi passi da Brindisi.

Sull’Interconnessione TAP/SNAM, da Melendugno a Brindisi, SNAM sta già saldando i tubi in area Matagiola, Tuturano, Torchiarolo e intorno a Masseria Ospitale, Lecce, dopo aver distrutto oltre 1500 ulivi tra cui centinaia di alberi monumentali, con l’esame visivo, non rispettando l’impegno preso in Conferenza dei Servizi di fare analisi molecolari su tutti gli alberi…

Ricordiamo che proprio il 9 luglio il Comune di Brindisi aveva chiesto la valutazione di impatto sanitario per il progetto gas di ENEL Cerano e bocciò senza mezzi termini il progetto di A2A.

Anche la rete delle associazioni ambientaliste (tra cui il Movimento No TAP di Brindisi), espressione della cittadinanza, bocciò entrambi i progetti, senza se e senza ma.

Nonostante ciò, SNAM ha presentato, 3 giorni dopo, alla Prefettura di Brindisi l’avvio della progettazione, chiedendo l’accesso ai fondi, pubblicato ieri sull’albo pretorio.

Ricordiamo che nel territorio di Brindisi sussistono già 11 impianti ad elevato rischio ambientale e che c’è già un allacciamento da 20 pollici tra Matagiola e zona petrolchimico che serve la centrale a turbogas di EniPower già in funzione all’interno dell’area del petrolchimico. SNAM ora vorrebbe costruire altri due gasdotti da 20 pollici per servire le centrali di A2A e Cerano.

Tutto nel nome della decarbonizzazione (uscita dai combustibili fossili), e le centrali sono “progettate con i criteri più avanzati di efficienza e compatibilità ambientale“, per “migliorare le prestazioni ambientali incrementando sostanzialmente l’efficienza energetica. Inoltre la realizzazione del progetto di installazione dell’unità a gas sarà caratterizzato, nei limiti del possibile, dal recupero dei materiali in una logica di economia circolare.“…

Ribadiamo che la centrale A2A di Brindisi era ferma dal 2012 e che Cerano doveva essere chiusa col carbone nel 2025, invece ecco il nuovo business del gas: non per produrre nuova energia, dicono, ma “per stabilizzare i picchi di consumo della rete elettrica non copribili dalle fonti rinnovabili”, il cosiddetto capacity market… intanto le due società chiedono la produzione di energia per 24 ore su 24 e non solo per i periodi di picco.

Il Movimento NoTAP di Brindisi denuncia pubblicamente la costruzione di nuovi impianti ad elevatissimo rischio industriale su Brindisi e l’aumento di emissioni di CO2 e metano dovute alla combustione e alle dispersioni delle condotte, in contrasto con tutte le politiche nazionali e internazionali di lotta ai cambiamenti climatici, tra cui l’accordo di Parigi e l’Agenda2030 e le raccomandazioni dell’ultimo rapporto di ottobre 2018 dell’IPCC.

#NoTAP #NoSNAM #UnicoTuboUnicaLotta

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