La verità ci renderà liberi. Papa Luciani: discepolo di Gesù (di Patrizia Denitto).
Riceviamo e volentieri pubblichiamo un artiolo che ripropone Papa Luciani a 41 anni dalla sua morte ed i misteri del Vaticano.
28 Settembre 1978, sono passati 41 anni da quel giorno, tutto il mondo cristiano è rimasto senza fiato alla notizia della improvvisa scomparsa di PAPA LUCIANI, GIOVANNI PAOLO l, papa da soli 33 giorni, ma già entrato nel cuore di tutti; per molti rappresenta ancora oggi ”Il Sorriso di Dio”.
41 anni di mistero, mistero che non dà spazio alla verità e alla giustizia sulla sua morte, le versioni sulle circostanze sono diverse e contraddittorie: scomparsa di vari oggetti personali dalla sua stanza dopo l’accaduto, contraddittorietà sulle sue condizioni di salute, le sue parole gravi soprattutto rispetto alle scelte della Chiesa e mancanza ufficiale di una autopsia che avrebbe messo a tacere 41 anni di dubbi, sospetti e incertezze.
Lui si è fatto amare da subito, quattro le sue udienze ufficiali, per ognuna un tema centrale. FEDE, SPERANZA(in cui cita Tommaso D’Aquino), CARITÀ (i precetti di Gesù) e UMILTÀ (il suo motto).
Un uomo con un ‘anima impregnata di grande spiritualità.
Al di là delle ipotesi sulla sua morte ci sono le parole, le sue parole che nessuno può mettere in discussione per la loro autenticità e purezza. Sono espressioni del suo pensiero, il pensiero più alto che un Papa abbia mai espresso nè prima nè dopo di lui. Parole vive vere di Luce impregnate di amore, l’amore come stato di Coscienza, l’amore incondizionato del Padre espresso attraverso uno dei suoi figli più fedeli.
Angelus del 10 Settembre 1978
“Dio ha sempre gli occhi aperti su di noi, anche quando sembra ci sia la notte, è papà, più ancora MADRE. Non vuol farci del male, vuol farci solo del bene, a tutti.
Che cosa fare per migliorare la società? Ciascuno di noi cerchi lui di essere buono e di contagiare gli altri con una bontà tutta intrisa della mansuetudine e dell’amore insegnato da Gesù.”
Angelus del 27 Settembre 1978, l’ultimo giorno in cui abbiamo potuto udire la sua voce su questa Terra, ha pronunciato queste parole, quasi un presagio e un perdono per i suoi eventuali assassini.
“Come faccio io ad amare (un certo prossimo) se prima non amo Dio? Certe faccette non mi sono simpatiche, mi odiano, ma io devo amare lo stesso riesco solo se estendo su di esse l’amore grande che già ho verso Dio. Non meriterebbero Signore ma sono tuoi figlioli, sorelle di Cristo.
La proprietà privata per nessuno è un diritto inalienabile e assoluto, nessuno ha la prerogativa di poter usare esclusivamente i propri beni a suo vantaggio oltre il bisogno, quando ci sono quelli che muoiono per non avere niente.
Sono parole gravi, insieme ad altre.
Alla luce di queste parole non solo le nazioni ma anche noi privati, specialmente noi della chiesa, abbiamo veramente compiuto il precetto di Gesù” Ama il prossimo tuo come te stesso”?”
Meno di 24 ore dopo il Papa è stato dichiarato morto.
Gli imbalsamatori Ernesto e Arnaldo Signoracci sono arrivati in tutta fretta nel giro di pochissime ore, fonti non confermate del Vaticano parlano di una autopsia, fatta in gran segreto, eseguita sul suo corpo e il cui esito ha impregnato di inganno e menzogna l’intera vicenda.
Si sono appellati ad un protocollo che impedirebbe l’autopsia sul corpo di un Pontefice, quando invece la storia dimostra esattamente il contrario visto l’autopsia eseguita sul corpo di Celestino V.
Dopo 41 anni ancora omertà attorno alla sua scomparsa. Se la morte fosse avvenuta per cause naturali l’autopsia avrebbe chiarito e sciolto ogni dubbio sul suo possibile avvelenamento.
Potrebbe essere stato ucciso per paura di ciò che lui era, sapeva, diceva e poteva rappresentare anche per il futuro della Chiesa.
Ma lui chi era?
Sicuramente un Papa rivoluzionario perché voleva tornare ai precetti insegnati da Gesù.
Ma lui cosa sapeva?
La sera prima della morte pare che avesse avuto un acceso colloquio con il Cardinale Sebastiano Baggio a cui pare che avesse confidato il suo desiderio di liberare il Vaticano dalla Massoneria; Papa Luciani inoltre amava fare delle passeggiate nei giardini Vaticani in compagnia del Cardinale Jean-Marie Villot, iscritto alla Loggia di Zurigo, tessera numero 041/3.
Voleva liberare il Vaticano partendo dalla Segreteria di Stato ed era probabilmente uno degli argomenti condivisi con lui.
Inoltre all’epoca in cui Albino Luciani era Patriarca di Venezia è stato testimone delle difficoltà economiche in cui si sono trovati gli istituti di carità della sua diocesi, avvenuta in seguito alla vendita della Banca Cattolica del Veneto al Ambrosiano Veneto. Questa operazione effettuata da Paul Marcinkus, ha trasformato l’istituto di credito da sostenere gli interessi dei clienti (opere di carità) a sostenere gli interessi degli azionisti investitori, ciò ha comportato l’ aumento dei tassi d’interesse a cifre proibitive.
Secondo i provvedimenti giudiziari alcuni protagonisti implicati sono:
Mons. Paul Marcinkus, Roberto Calvi, Licio Gelli, Michele Sindona.
In seguito agli esiti il Vaticano nel 1984 accetta di pagare 240,9 milioni di dollari, risarcimento del fallimento del Ambrosiano Veneto.
Nel 1987 la Magistratura Italiana emette un mandato di arresto nei confronti del presidente dello IOR (Istituto per le opere di religione) comunemente chiamata Banca Vaticana, l’Arcivescovo Paul Marcinkus per concorso in bancarotta fraudolenta.
Dopo pochi mesi la Corte di Cassazione e la Corte Costituzionale annullano il mandato in base al’ articolo 11 dei Patti Lateranenzi per impossibilità di procedere nei suoi confronti.
I Patti Lateranensi nella Costituzione Italiana sono resi leciti e costituzionali dall’articolo 7.
L’articolo è anticostituzionale perché contraddice i principi fondamentali della Costituzione stessa.
Benedetto Croce durante la Costituente aveva espresso il suo dissenso spiegando appunto quanto fosse contraddittoria la sua presenza “La Costituzione dovrebbe essere un monologo e non un dialogo”.
Purtroppo è un modo per rendere legittimo il Concordato con la Chiesa.
Il dissenso di Benedetto Croce non è stato accolto.
I Patti Lateranensi sono stati firmati l’ 11 Febbraio del 1929 da Mussolini come rappresentante del’Italia e da Pietro Gasparri diventato Cardinal segretario dello stato Pontificio nel 1914 dopo la morte improvvisa di Domenico Ferrara avvenuta dopo circa un mese dalla sua nomina.
Tornando alla vicenda dell’Ambrosiano, un’altra morte su cui è necessario fare chiarezza è quella del banchiere Roberto Calvi avvenuta a Londra il 17 giugno 1982, dal 1947 faceva parte del Ambrosiano Veneto. Un apparente suicidio ma dopo lungo provvedimento investigativo e giudiziario il 7 Maggio 2010 la Corte d’ Assise d’appello di Roma ha stabilito che Roberto Calvi non si suicidò ma fu ucciso. Nel dispositivo di Legge: “Troppi sono i moventi alternativi ipotizzabili e troppi i soggetti e le organizzazioni che avrebbero avuto l’ interesse al’ eliminazione di Calvi: dalla Mafia, alla Camorra, alla P2, allo IOR e ai politici italiani, oltre ai servizi segreti italiani e inglesi. Inoltre secondo i giudici, la mafia “impiegava” il Banco Ambrosiano Veneto e lo IOR come tramite per massicce operazioni di riciclaggio di denaro sporco.
Licio Gelli appartenente alla loggia P2 insieme a Roberto Calvi, ed è stato condannato anche per bancarotta fraudolenta del’ Ambrosiano.
Michele Sindona banchiere appartenente alla Loggia P2 e associazione con Cosa Nostra e la famiglia Gambino (Stati Uniti)
Papa Luciani cosa diceva?
Diceva parole di Luce e Amore, ”Dio vuole il nostro bene, di tutti” cancella in un attimo il Dio che giudica, punisce e condanna costruito dagli uomini; rende vana la redenzione che passa dalle offerte dei fedeli alla chiesa in cambio di una benedizione.
“Il Regno di Dio è nel cuore di tutti gli uomini, tutti”.
“La guerra è il male assoluto, è la negazione del Cristo.”
E la Chiesa quante volte è stata la negazione del Cristo?
Parole rivoluzionarie anche quelle di Gesù che lui ha fatto sue.
Aveva inoltre compreso come l’evoluzione della Coscienza degli esseri umani viene da troppo tempo bloccata dalla negazione della giusta considerazione del principio femminile “Dio è ancora di più Madre”.
Quando la Chiesa ha riconosciuto la parità di genere? Mai. Non certo perché occorrano preti donne, assolutamente no. Sono stati i sacerdoti che hanno decretato la morte di Gesù e poi si sono costruiti una religione con al centro la croce. Per Gesù il centro è la Risurrezione.
Gesù non ha mai parlato della necessità di una intercessione di un gruppo di uomini che parlassero in suo nome. La sua eredità spirituale appartiene a tutti, a tutti noi.
Papa Luciani diceva che: ”L’amore di Dio è un viaggio, non bisogna fermarsi mai.”
Il viaggio dell’evoluzione delle nostre coscienze.
Bisogna crescere, andare sempre avanti, cambiare noi stessi. Il viaggio verso l’amore di Dio passa anche attraverso il raggiungimento della consapevolezza che permette di guardare la realtà con i propri occhi, non accettando tutto ciò che ci circonda giustificando la loro esistenza così come è. Permetti a te stesso di fare e farti delle domande e cercare delle risposte. Ti permette di interagire con la realtà circostante avendone anche la possibilità modificarla in meglio e se tutto ciò è fatto con il rispetto del proprio libero arbitrio e quello degli altri si chiama crescere. Ti permette di cercare la Verità.
Attualmente è in corso il processo di beatificazione, non penso che l’anima di Papa Luciani ne abbia bisogno, ma forse la Chiesa crede così di santificare sè stessa; santificando chi è stato un vero Portatore di Luce.
Forse sarebbe più utile per il Vaticano allontanarsi dai suoi interessi politico-amministrativi e occuparsi di spiritualità, ma non di quella dei fedeli ma della propria. Nel procedimento di beatificazione sono stati acquisiti due atti che meritano attenzione; sono pagine di appunti su una sua agenda risalente al periodo in cui era Patriarca di Venezia.
1°Atto
LE FINANZE DEL VATICANO
Non sono quelle che ci si immagina -se però fosse possibile che l’amministrazione delle medesime diventasse ”una casa di vetro” ne verrebbe probabilmente un vantaggio.
2°Atto
POVERTÀ’ EVANGELICA
Dovere di povertà evangelica per tutti i cristiani, più per i vescovi, preti, religiosi. La ragione:rappresentano -agli occhi del mondo- la Chiesa di Dio. Ad hoc”convertirs” interiormente ed esteriormente. Passando dalla retorica della povertà alla povertà reale.
Cosa distingue nettamente Papa Luciani da tutti gli altri uomini che si sono seduti sul trono di Pietro prima e dopo di lui?
Lui era ed è l’unico discepolo di Gesù, gli altri discepoli della chiesa e quindi di sè stessi. Lui rappresenta l’unico ritorno consapevole all’essenzialità dei precetti indicati dal suo Maestro Gesù.
La chiesa non è stata fondata da Cristo ma da chi crede di parlare e agire in suo nome. I sacerdoti dopo averlo ucciso si sono autoproclamati e autocelebrati suoi successori e intercessori. Ma Gesù si potrebbe mai riconoscere in questa chiesa? Ha mai parlato positivamente della figura dei sacerdoti intercessori presso i fedeli? In realtà non ha mai parlato di voler fondare una religione e o una chiesa, così come viene intesa oggi. Ma da dove viene questa parola? Il termine viene dal latino ecclesia, che a sua volta deriva dal greco classico, ekklēsía (assemblea).
Ma gli scrittori del nuovo testamento non hanno ricavato questo termine dall’uso che se ne faceva in Grecia, ma dalla SEPTUAGINTA, ciò dimostra che tale parola in effetti non sia mai stata pronunciata da Gesù Cristo.
Papa Luciani rappresenta un ritorno alla semplicità ma in modo consapevole, la semplicità come scelta spirituale. Lui è la purezza della Parola che si contrappone alla retorica della Chiesa. Non ha avuto il tempo di ufficializzare nessun documento con la firma Giovanni Paolo I, ha comunque rifiutato l’incoronazione e l’utilizzo del noi. Ma un uomo così che documenti avrebbe potuto partorire? Quanto la Chiesa avrebbe tremato? Quanti della Chiesa avrebbero tremato? Un papa semplice ma consapevolmente, un ritorno all’essenziale, senza distrarsi mai dai precetti indicati da Gesù (Fede, speranza, carità).
Il suo motto Umilitas. Un papa non manovrabile perché questi principi lo rendevano saldo nelle scelte di pensiero, parola, azione.
Chiudiamo gli occhi solo per un attimo e immaginiamo se avesse avuto il tempo di emettere degli atti ufficiali con la firma del Papa, documenti che avrebbero potuto riportare la chiesa alla povertà evangelica.
Quanti nella scala gerarchica vaticana (autoproclamati e autocelebrati) hanno avuto un fremito di paura di perdere tutto ciò che di materiale è stato costruito? Movente eventuale omicidio: paura. Che sia stato per mano dello IOR, della P2, del Opus Dei, Mafia, Camorra, Massoneria, rimane un mistero. Certa è invece la sua eredità spirituale. Cercavo degli assassini e invece ho trovato un grande maestro spirituale. La sua vita è stata più importante della sua morte, ma la sete di verità e giustizia non può rimanere senza voce, davanti alla mancanza di indagini motivate dal desiderio di scoprire cosa sia veramente accaduto il 28 settembre 1978. Non è certo che il Vaticano sia colpevole di questo eventuale omicidio, certo è colpevole di complicità come tutti coloro che scelgono di non contribuire affinché verità e giustizia vengano alla luce del sole. Se Albino Luciani è morto per mano di un altro uomo, dietro questa mano c’era la paura, la paura che rappresentava era per il ritorno ai veri insegnamenti del Cristo. Il Vaticano quanto è discepolo di Gesù? Quanto la parola sia importante e quanto la retorica della parola? È un Papa rivoluzionario perché i suoi pensieri, le sue parole e le sue azioni profumano di Dio Padre-Madre. Quante sono state le morti sospette e le persone scomparse appartenenti oppure collegate con la “Santa Sede” su cui non sia stata fatta luce?
Giovanni Paolo l non è un caso isolato, sono tantissimi ma io ne voglio ricordare solo alcuni.
Primo caso: la scomparsa di Emanuela Orlandi, età 15 anni, avvenuta in circostanze misteriose avvenuta il 22 giugno 1983. La famiglia non ha mai smesso di cercare e chiedere la verità su l’intera vicenda. Il fratello in una recente intervista ha giustamente dichiarato: ”chi tace è complice” e il Vaticano tace da 36 anni. Una delle piste più seguite dagli investigatori italiani riguarda quella della “banda della Magliana”. Una delle ipotesi sarebbe che in seguito ad un loro investimento eseguito presso il Banco Ambrosiano Veneto, la somma alla richiesta della restituzione, questa non sarebbe avvenuta; quindi Emanuela Orlandi sarebbe stata sequestrata come atto intimidatorio per la restituzione della somma stessa. Durante le indagini pare sia emerso il coinvolgimento di Enrico De Pedis, boss facente parte appunto dell’organizzazione criminale romana chiamata ”banda della Magliana”. Morto il 2 febbraio del 1990 e sepolto dopo due mesi nella Basilica di Sant’ Apollinare in Roma; in quanto ”benefattore dei poveri”. Ancora oggi come nel medioevo le offerte rendono l’uomo santo. Il coinvolgimento di Enrico De Pedis nella scomparsa di Emanuela Orlandi cittadina vaticana figlia di un commesso della prefettura della Casa Pontificia, iniziò a prendere forma nel 2008 dalle indagini della magistratura romana .Durante gli interrogatori di Sabrina Minardi, sarebbe emerso dalle sue dichiarazioni che Enrico De Pedis avrebbe eseguito materialmente il sequestro per ordine del allora capo dello IOR (Istituto per le opere di religione) monsignor Paul Marcinkus più nota come Banca Vaticana. Le dichiarazioni della Minardi per varie ragioni non sono state ritenute molto attendibili, ma qualche mese dopo venne rinvenuta una BMW che la stessa Minardi raccontò di aver utilizzato per il trasporto della Orlandi e che risultò essere appartenuta ad un componente della banda della Magliana. Sempre secondo le sue dichiarazioni Emanuela Orlandi sarebbe stata uccisa 6 o 7 mesi dopo la sua scomparsa e successivamente il suo cadavere sarebbe stato occultato.
Nel luglio 2005 c’erano già state indicazioni sulla stessa pista, infatti arriva una telefonata anonima a “Chi la visto?” Che già lo collega: riguardo al fatto di Emanuela Orlandi, per trovare la soluzione del caso, andate a vedere chi è sepolto nella cripta della basilica di S.Apollinare, e del favore che Renatino fece al cardinal Poletti, all’epoca, e chiedete al barista di via Montebello, che pure la figlia stava con lei…”.
Partendo da questa telefonata la giornalista Raffaella Notarile riuscì a trovare le fotografie della tomba e i documenti originali che autorizzavano lo spostamento della salma di De Pedis dal cimitero del Verano, alla cripta della Basilica di Sant’ Apollinare in Roma, firmati dal Cardinale Ugo Poletti e da monsignor Piero Vergari. Dopo la telefonata, alla redazione fu recapito un biglietto anonimo con su scritto ”Lasciate in pace Renatino”. Il pentito Antonio Mancini nel 2007 conferma il coinvolgimento di De Pedis e di alcuni esponenti vaticani con la sparizione di Emanuela Orlandi. Nel 2009 il collaboratore di giustizia Maurizio Abbatino con le sue dichiarazioni confermò il coinvolgimento di De Pedis nella vicenda Orlandi e quello di alcuni componenti della “Santa Sede”. Anche per Emanuela Orlandi si chiede verità e giustizia alla luce del sole.
4 maggio 1998 ore 21,10 tre persone uccise con colpi di arma da fuoco vengono trovate all’interno del Vaticano; sono: il comandante dell’esercito Alois Estermann, la moglie Gladys Meza Romero e il caporale Cedric Tornay. I loro corpi sono stati sottoposti ad autopsia effettuata rigorosamente all’interno del Vaticano stesso, risultato finale delle indagini concluse in gran fretta confermano l’ ipotesi iniziale: raptus omicida del Tornay, fine. Le indagini piene di contraddizioni hanno escluso completamente gli investigatori italiani. Le contraddizioni del caso sono emerse anche grazie alla madre di Cedric che ha fatto riesaminare il caso e inoltre ha fatto sottoporre il corpo del figlio ad una nuova autopsia . Per lei si è fatto portavoce Luc Brossellet il legale che si è occupato del caso e che ha messo in evidenza diverse discrepanze, come ad esempio quelle presenti nella lettera che Cedric avrebbe spedito alla madre Muguette Baudat prima di morire, inoltre l’esito della nuova autopsia è divergente. Anche per queste tre morti violente si chiede verità e giustizia.
24 febbraio 2016 altra morte sospetta. Miriam Woldu 34 anni lavorava come reception nella Domus Santa Marta che è un edificio alberghiero situato all’interno della Città del Vaticano, presso la Basilicata di San Pietro. È stata ritrovata morta nel suo appartamento, erano alcuni giorni che non dava sue notizie, era incinta di sette mesi e mancava da lavoro da alcune settimane, pare avesse un fidanzato, un militare della gendarmeria pontificia. Bob un suo amico e collega la descrive così: era onesta, riusciva ad essere categorica nei suoi giudizi, discernendo il giusto dallo sbagliato, il bene dal male, con una accuratezza estrema.
Discernimento è ciò che occorre a tutti noi, al di là di ogni credo politico e, o religioso.
Concludo con alcune parole di Albino Luciani pronunciate durante la sua omelia del 29 giugno 1968 in occasione del ordinazione sacerdotale di don Giuseppe Nadal.
“ Un sacerdote è bravo quando è servo degli altri. Se è servo di sè stesso non è a posto”.
“ Bisogna che quello che lui predica alla gente lo faccia lui prima. La prima missione del prete è predicare la Parola di Dio , una parola che prima dovrebbe essere vissuta. Io non posso dire agli altri siate buoni se prima non sono io buono. E se sapeste , alle volte, che rossore, anche per il vescovo.
Vescovo di Vittorio Veneto
Futuro Giovanni Paolo I
Mesagne, 20/09/2019
Angela Patrizia Denitto
Una poesia a lui dedicata e qui donata da Patrizia Crisalide Mantegazza
PUÒ UN UOMO
Può un uomo
seppur vestito di mitra e mozzetta,
ambire ad essere come Cristo?
Un uomo che conservava nei suoi occhi,
l’immagine di quel Francesco che fu scelto e
che scelse…
Forse avrebbe voluto essere come lui.
Eppure provò a sedersi sul Soglio di Pietro.
Ci rimase il tempo di un lungo sospiro
Piansero in molti
Sperarono in pochi
E venne poi chi onorò quel suo nome terreno,
battezzandosi allo stesso modo.
Ciò che accadde l’ho saputo quando sono
giunto qua
Ho conservato frammenti di terra
per rammentare chi sono stato.
E chi avrei potuto davvero diventare.
Patrizia Crisalide Mantegazza
A Papa Albino Luciani, Giovanni Paolo I, sul soglio di Pietro per trentatré giorni.