Quando si dice: “Rubare ai poveri” (di Enrica Sconosciuto).
La Caritas diocesana in queste ore ha annunciato che “domenica 24 novembre ignoti sono penetrati
in un deposito utilizzato da Caritas Diocesana e hanno sottratto derrate alimentari destinate a persone in stato di necessità”.
L’Istituzione caritativa della diocesi brindisina ha fatto riferito che sono stati “rubati tonno in scatola, pelati, latte” e che “la scoperta è avvenuta stamane, al momento in cui operatori provenienti dalle città della diocesi si apprestavano a ricevere in consegna i beni da distribuire poi nelle parrocchie”. Insomma, una bruttissima riapertura, anche perché – oltre al gesto ignobile – c’è da considerare che – ha spiegato il direttore Caritas, don Pietro De Mita – “attraverso gli operatori e i volontari presenti nelle parrocchie della diocesi di Brindisi - Ostuni, circa 850 nuclei familiari ricevono tali beni - consistenti in generi di prima necessità - e, soprattutto, ascolto e accompagnamento per tentare di superare il momento di bisogno”.
Ma vi è dell’altro. “Ogni confezione alimentare è contrassegnata dalle scritte "Unione europea - FEAD" (la sigla che indica il Fondo di aiuti europei agli indigenti) e "Prodotto non commerciabile", facendone risaltare subito la provenienza”, ha spiegato lo stesso direttore, quindi i possibili ricettatori devono essere proprio degli sprovveduti se si fanno consegnare quelle derrate.
Ed il commento finale di don Pietro non lascia dubbi: “Ogni furto costituisce sempre un grave episodio; addolora ancor di più il fatto che a subirne le conseguenze saranno coloro che, nelle nostre comunità, stanno tentando di lottare contro una situazione di disagio”. Già perché si può essere certi che a rubare non sono stati certi novelli Robin Hood: qui non c’era nessuno sceriffo da alleggerire in favore dei poveri e questi, invece, non riceveranno nemmeno da chi si stava sforzando di fare qualcosa per loro.
Enrica Sconosciuto