Vaste operazioni dei Carabinieri con otto arresti.

Nella prima mattina di martedì 9 marzo, in Brindisi, i Carabinieri della locale Compagnia, con il supporto dello Squadrone Carabinieri Eliportato

Cacciatori “Puglia”, del 6° Nucleo Elicotteri Carabinieri di Bari e del Nucleo Cinofili di Modugno (BA), hanno dato esecuzione a due ordinanze di misure cautelari, emesse una dal G.I.P. presso il Tribunale di Lecce (dott. Alcide Maritati), l’altra dal G.I.P. presso il Tribunale di Brindisi (dott.ssa Stefania De Angelis), su richiesta delle rispettive Procure della Repubblica (D.D.A. di Lecce e ordinaria di Brindisi che hanno coordinato le attività d’indagine), nei confronti complessivamente di otto individui (sette raggiunti da custodia cautelare in carcere e uno agli arresti domiciliari), indagati a vario titolo per i reati di:

-     associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, detenzione e cessione di sostanze stupefacenti;

-     associazione per delinquere finalizzata a commettere furti di autovetture, furto aggravato e ricettazione.

Le due ordinanze di misure cautelari scaturiscono da due distinte attività investigative condotte dal N.O.R. – Sezione Operativa della Compagnia di Brindisi, anche con l’ausilio di attività tecniche.

La prima indagine, convenzionalmente denominata “SINCRO”, direzione e coordinamento dei Pubblici Ministeri dott.ssa Giovanna Cannarile (Sost. Proc. della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Lecce – Direzione Distrettuale Antimafia) e dott. Luca Miceli (Sost. Proc. presso la Procura di Brindisi, applicato presso la DDA di Lecce), sviluppata tra aprile e dicembre 2019, ha consentito di:

-     delineare l’operatività di un’associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti dall’Albania a Brindisi, con al vertice un pregiudicato considerato elemento di spicco della criminalità organizzata brindisina denominata Sacra Corona Unita;

-     procedere, in differenti circostanze:

  • all’arresto in flagranza di reato di un 48enne di Catania, incensurato, con il contestuale sequestro di 55 kg di sostanza stupefacente tipo marijuana (in Villapiana Scalo - CS - il 17.09.2019);
  • al recupero e sequestro a carico di ignoti di 217 kg di sostanza stupefacente del tipo marijuana, rinvenuti in un immobile disabitato (in Brindisi il 21.09.2019);
  • all’arresto in flagranza di reato di un 39enne, censurato, e al contestuale sequestro di 145 kg di sostanza stupefacente del tipo marijuana (in Brindisi in data 11.11.2019);
  • all’arresto in flagranza di reato di un 54enne, censurato, e al contestuale sequestro di 73 grammi di sostanza stupefacente del tipo cocaina (in Brindisi il 17.10.2019);

-     documentare oltre 50 cessioni di cocaina, identificando 6 clienti abituali;

-     individuare il luogo di occultamento degli stupefacenti;

-     comprovare la reciproca assistenza e il pagamento delle spese legali in favore dei sodali.

La seconda indagine, convenzionalmente denominata “SINCRO-2”, direzione e coordinamento del Pubblico Ministero dott. Luca Miceli (Sost. Proc. presso la Procura della Repubblica di Brindisi), condotta da gennaio a giugno 2020, ha consentito di:

-     acclarare l’operatività di un’associazione per delinquere operante nel territorio di Brindisi e nella città di Lecce, finalizzata a commettere furti di autovetture su commissione dei ricettatori e lo smontaggio delle auto rubate, per immetterne i componenti nel mercato nero dei pezzi di ricambio;

-     appurare che gli indagati:

  • eseguivano sempre una accurata attività di sopralluogo degli obiettivi e dei luoghi dove perpetrare i furti;
  • impiegavano ricetrasmittenti durante le attività delittuose;
  • disponevano di tre garage utilizzati per occultare le automobili rubate.

Nel complesso:

-     sono stati ricostruiti sei episodi di furto di autovetture, tra consumati e tentati;

-     è stata impedita la commissione di altri furti di automobili, attraverso il mirato intervento preventivo di pattuglie con colori d’istituto, fatte gravitare nei pressi degli obiettivi individuati dai malviventi;

-     sono state rinvenute, all’interno di un garage ubicato in Brindisi, numerose parti meccaniche e di carrozzeria, di provenienza illecita.

GENOVA - SGOMINATA DAI CARABINIERI BANDA DI NARCOTRAFFICANTI INTERNAZIONALI, 19 ORDINANZE IN CARCERE ED 1 MANDATO DI ARRESTO INTERNAZIONALE

- Operazione “OTTOBRE ROSSO” -

Alle prime luci dell’alba di oggi 9 marzo, i militari della Compagnia di Santa Margherita Ligure - supportati da personale del Nucleo Investigativo di Genova, dai comandi Arma territorialmente competenti, nonché da squadre dei “Cacciatori di Puglia” e da unità cinofile - hanno dato esecuzione a 22 misure cautelari emesse dall’Ufficio GIP del Tribunale di Genova nei confronti di altrettanti soggetti (di cui 15 italiani e 14 di origine albanese) ritenuti a vario titolo, responsabili di “Associazione a delinquere finalizzata al traffico internazionale, detenzione e vendita di stupefacenti”, “Estorsione” e “Detenzione di armi clandestine”.

L’articolata attività investigativa, avviata ad ottobre 2016 con il coordinamento della D.C.S.A., sotto la costante direzione della locale D.D.A.A., a seguito del recupero a Rapallo di 38 kg di marijuana occultati all’interno del bagagliaio di un’autovettura, effettuato nell’ambito di locali servizi di controllo del territorio, ha condotto all’individuazione di un più vasto e articolato traffico di sostanze stupefacenti di portata internazionale.

I successivi sviluppi investigativi, condotti con metodi tradizionali ed attività tecnica, hanno consentito progressivamente di individuare una ramificata organizzazione di origine albanese coinvolta sia nel traffico di “marijuana”, della quale curava direttamente la produzione nei territori di origine, sia nella commercializzazione di “cocaina”, reperita sul mercato romano grazie all’intermediazione di connazionali.

L’organizzazione albanese riusciva ad operare sul territorio nazionale avvalendosi della stretta collaborazione di esponenti della Criminalità Organizzata Pugliese, in accordo con i quali venivano predisposte e organizzate le operazioni di ricezione dei carichi di marijuana, provenienti via mare dall’Albania e successivamente accolti in vari punti (definiti all’occorrenza), dislocati sulle coste Pugliesi e Abruzzesi, tra i comuni di Lesina (FG) e Fossacesia (CH).

Gli esponenti della Sacra Corona Unita, oltre a fornire delle basi logistiche per lo “sbarco” dello stupefacente, ne gestivano in proprio la quota ad essi riservata, quale corrispettivo del supporto fornito agli operatori “albanesi”. Tale quantitativo di stupefacente veniva successivamente inserito dall’organizzazione italiana nel proprio circuito di traffico e spaccio al dettaglio, arrivando a raggiungere anche altri paesi europei, tra i quali la Germania.

La rimanente parte dello stupefacente veniva, invece, presa in carico dagli operatori albanesi e convogliata sulla Capitale, ove l’organizzazione aveva allestito un deposito centrale, ubicato in zona Tiburtina, nel quale confluiva anche la cocaina approvvigionata sul mercato romano e altre tipologie di sostanze oggetto di spaccio. Dal citato “hub di stoccaggio” venivano quindi prelevati dei quantitativi di minore entità, successivamente veicolati in differenti punti della città attraverso l’impiego di autovetture intestate a prestanome, utilizzate come vere e propri “mini depositi itineranti”, con capacità di carico variabili dai 15 ai 40 kg.

Tale meccanismo, oltre a consentire una elevata mobilità del carico, avrebbe dovuto evitare - in caso di sequestro da parte delle FF.OO. - di risalire al deposito centrale, compromettendo in tal modo l’intera partita. E fu proprio in una di tali vetture, come accennato sopra, sequestrata a Rapallo nel 2016, che venne sequestrato il primo importante carico di stupefacente.

Gli esponenti di vertice della citata organizzazione albanese avevano stabilito nella cittadina del Tigullio la propria base operativa, dalla quale gestivano, oltre alla famiglia, l’intero traffico di stupefacenti, in particolar modo di “marijuana”.

Mentre lo stupefacente destinato alla capitale veniva affidato ad una rete di spacciatori locali, gestita da nordafricani (in prevalenza di origine Nigeriana), le connesse attività di vendita e distribuzione al dettaglio nel territorio ligure venivano condotte in parte dagli stessi esponenti albanesi e in parte da criminalità locale all’uopo assoldata.

Oltre alla riviera ligure, le attività di traffico del gruppo albanese - condotte con il medesimo e collaudato modus operandi dei “mini” depositi mobili - si estendevano in altre città italiane, da Bologna a Firenze, fino a coinvolgere anche cittadine oltre confine, in Francia e in Germania.

Nel corso delle attività sono state effettuati ingenti sequestri di sostanze stupefacenti avvenuti soprattutto sulle coste Pugliesi, e in molti casi alcuni carichi, provenienti dall’Albania, sono stati intercettati al momento dello sbarco, operando in sinergia con le unità Aero-navali della G.d.F., attivate dal Comando Provinciale CC di Genova nell’ambito di un Protocollo di Intesa stipulato tra le due Forze di Polizia e volto a favorire la razionalizzazione dell’impiego dei servizi navali.

L’operazione, giunta al culmine con l’esecuzione di 29 Ordinanze di Custodia Cautelare, di cui

-     20 ordinanze in carcere, di cui 1 Mandato di Arresto Internazionale, nei confronti di un soggetto dimorante in Albania; tra i destinatari, 1 soggetto è già detenuto in carcere, a Brindisi, per altra causa, mentre 1 soggetto è a Sulmona, già in regime di arresti domiciliari;

-     9 obblighi di dimora, di cui uno a carico di 1 soggetto già agli arresti domiciliari, a Bari.

In particolare, sono stati sottoposti a sequestro (per un valore complessivo di circa 50 Milioni €):

-     oltre 7 tonnellate di stupefacente (“marijuana”, “hashish” e cocaina);

-     3 litri di droga sintetica liquida del tipo “ayahuasca”, detta anche “droga dello sciamano”;

-     3 gommoni oceanici con motori da 500 cv, del valore complessivo di 200.000€;

-     1 pistola semiautomatica “imi jericho” cal. 9x19, completa di caricatore e 15 cartucce stesso calibro;

-     8.850 €, ritenuti provento di attività illecita;

-     9 veicoli fittiziamente intestati a prestanome.

L’operazione “Ottobre Rosso”, in sintesi, oltre ad infliggere un duro colpo all’intera organizzazione albanese, con lo smantellamento dell’intero vertice, ha messo in evidenza l’esistenza di consolidati ed efficienti rapporti di cooperazione tra sodalizi nazionali e stranieri coinvolti, a vario titolo, nel traffico internazionale di grosse partite di stupefacenti.

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