Appia vino mare il vino di brindisi in questo fine settimana
Gli eventi che in questi tre giorni sono organizzati a Brindisi mettendo assieme “Appia vino mare”
si spera che diano l’avvio ad una consapevolezza diffusa per valorizzare appunto l’Appia antica per il cui riconoscimento UNESCO l’iniziativa è stata anche pensata, il vino di Brindisi con il suo terroir, il mare e il suo porto.
L'art. 1 del Testo unico del vino: "La Republica salvaguarda, per la loro specificità e il loro valore in termine di sostenibilità sociale, economica, ambientale e culturale, il vino prodotto della vite, e i territori viticoli, quale parte del patrimonio ambientale, culturale, gastronomico e paesaggistico italiano, nonché frutto di un insieme di competenze, conoscenze, pratiche e tradizioni".
Questo articolo della legge potrebbe diventare il manifesto per rilanciare e valorizzare la vitivinicoltura brindisina con i suoi vini e può contribuire ad un rinnovato e recuperato rapporto della città con la sua campagna.
Ci sono oggi favorevoli condizioni per ricostruire a Brindisi una nuova economia anche attorno al vino, alla sua storia e alle sue caratteristiche? Secondo me si. A Brindisi ci sono aziende , competenze, pratiche, tradizione e storia.
Brindisi è una citta che potrebbe essere riscoperta e rappresentata anche attraverso "un viaggio" che parte dal bicchiere(vino di negroamaro e di susumaniello da degustare), attraversa il territorio e il paesaggio(quello vecchio e nuovo dei vigneti brindisini), passa dalle vecchie strade dell’Appia e della traiana, dalle cantine che la circondano ed arriva alla cultura(storia, tradizione, ricerca, innovazione).
Il negroamaro brindisino come altri vitigni autoctoni (susumaniello innanzitutto) hanno la loro specificità (sentono il clima del mare) ed hanno tutte le potenzialità per imporsi con una propria identità.
L'identità del vino ha un valore enoico, paesaggistico, economico e non è solo un racconto da comunicare. L'identità è un percorso che affonda le radici nel passato e che si apre al futuro. Il vino di Brindisi è questo.
Brindisi, terra di antichi vigneti, alcuni dei quali ancora oggi si estendono sui terreni attraversati dai tracciati delle vecchie strade dell’Appia e della Traiana, ha un passato e un futuro nel settore.
Nasce anche da queste considerazioni l’importanza delle produzioni vitivinicole del territorio per far risaltare il rapporto storico, produttivo con la città, con il mare e il porto da cui partiva il vino per essere portato in tutto il mediterraneo.
Prendersi cura della città, del territorio, del paesaggio e ripartire dalla storia di Brindisi è l’impegno che produttori vitivinicoli, operatori turistici, mondo della ristorazione e associazioni culturali, amministrazione comunale, dovrebbero assumere come contributo per superare le separazioni che si sono determinate in una città ricca di storia e di grandi potenzialità produttive.
Aiutare la città a riscoprirsi per percorrere nuove strade per uno sviluppo sostenibile e autopropulsivo. Brindisi deve ritornare a credere in se stessa e nel suo futuro. Le iniziative di questi giorni su “Appia vino mare” devono servire a questo e non essere solo occasione di svago e di divertimento di fine settimana. Bisognerà dare continuità e forse maggiore specificità settoriale e cittadina.
È una occasione da non bruciare. Si può creare il brand Brindisi attorno al rapporto Città, campagna, mare attraverso il vino. La fase di uno sviluppo calato dall’alto è in via di esaurimento e richiede un ripensamento a cui ognuno deve dare il suo contributo.La vitivinicoltura brindisina può dare il suo.
Il vino di Brindisi ha un valore. Attorno alla vitivinicoltura brindisina è possibile ri/creare un interesse anche per far scoprire un territorio che da millenni produce vino. Il vino è certamente il prodotto che più di ogni altro fa scoprire territori, crea economia, valorizza specificità e caratteristiche.
Il vino di Brindisi è quindi un valore fondante che, insieme ad altri, consente di ricostruire il filo rosso che mette insieme passato e futuro, assegnando all’agricoltura brindisina il ruolo per recuperare il rapporto perduto con la città e il mare. Si può ricreare una economia e una identità ricca di storia, tradizioni, cultura. Il vino è certamente il prodotto agricolo che più di ogni altro fa scoprire territori e ne valorizza specificità e caratteristiche.
Brindisi città di mare e di vino ha disperso storia e ha rinunciato a valorizzare se stessa. È tempo per consolidare autonomia e identità correggendo errori di subalternità alle grandi strutture del settore e liberandosi da quei condizionamenti fuori territorio che ancora bloccano i vini di Brindisi.
L’enoturismo, l’enogastronomia, uniscono territorio, produzioni, saper fare, saper accogliere, competenze.
L’enoturismo a Brindisi ha enormi potenzialità e di questo devono farsi carico, come già stanno facendo, alcuni vitivinicoltori, ma anche le stesse istituzioni locali.
Prendersi cura della città, del territorio, del paesaggio e ripartire dalla storia di Brindisi è l’impegno che produttori vitivinicoli, operatori turistici, mondo della ristorazione e associazioni culturali, amministrazione comunale, possono assumere come contributo per superare le stesse separazioni che si sono determinate in una città ricca di storia e di grandi potenzialità produttive.
Aiutare la città a riscoprirsi per percorrere nuove strade per uno sviluppo sostenibile e autopropulsivo. “Brindisi deve ritornare a credere in se stessa e nel suo futuro”. È uno slogan ormai logorato. Ci vogliono impegni e azioni coerenti.
Si fanno “brindisi” in tutto il mondo con il vino!
E Brindisi è una delle poche città capoluogo che ha avuto il riconoscimento del suo vino con il nome di “Brindisi Doc”. Perché non valorizzarsi e affermarsi come città anche per questo?
La vitivinicoltura è il settore che può essere il simbolo di una storia ma può essere una parte importante di un futuro e di uno sviluppo più sostenibile, di una identità riconoscibile e riconosciuta.
E poi il nostro vino con il cibo di mare e di terra rappresentano un unicum e un enorme potenziale per una enogastronomia di successo che con la città, i suoi monumenti, il suo paesaggio agricolo, la sua costa può rappresentare un forte attrattore turistico ed enoturistico.
Conquistare la città a queste sue potenzialità e creare attorno al vino e a ciò che ha rappresentato e può ancora rappresentare. Questo richiede una conoscenza e una cultura diffusa e può creare anche una nuova economia oltre che una immagine diversa di Brindisi. Spero che le iniziative di questi giorni aiutino questa consapevolezza. E con questo spirito che come tenute Lu spada vi parteciperemo.
Carmine Dipietrangelo Tenute lu Spada Vicepresidente Consorzio di tutela della Brindisi Doc
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