L'Antiracket rinnova il direttivo ma spuntano le prime polemiche.

Lo scorso 22 dicembre si sono tenute le elezioni per il nuovo direttivo dell’Associazione Antiracket e lo scorso 29 gennaio sono state distribuite le cariche all’interno dello stesso direttivo.

 

Alla Presidenza è stato riconfermato Fabio Marini, vice-presidente Antonio Maizza, segretario Michela Cipriani, consiglieri sono Emanuele Guglielmi, Francesco Semeraro, Mario Sconosciuto ed Enzo Neve. Ma da quel che è dato sapere le acque non sono tranquille nella Associazione ed addirittura si registrano le dimissioni del consigliere Enzo Neve. Quali le motivazioni? Enzo Neve si è riservato di manifestare le sue dimissioni in forma ufficiale scrivendo la lettera di addio consigliato da un legale. C’è da dire che la contrapposizione virulenta avuta all’interno dell’ultimo consiglio direttivo tra Fabio Marini ed il consigliere Enzo Neve si è conclusa con minacce addirittura di querele. I motivi del contendere dovrebbero riferirsi esclusivamente al non gradimento da parte di Neve della riconferma del Presidente Fabio Marini alla guida dell’Antiracket locale ma le motivazioni, al momento non è possibile conoscerle. La mattina seguente tramite sms Enzo Neve ha inviato al Presidente Marini ed agli altri componenti del direttivo il seguente comunicato: “Carissimi, a seguito dell’incontro tenutosi nella sede dell’Associazione Antiracket “Legalità e sicurezza” avendo in oggetto la nomina del Presidente e del Vice-Presidente e Segretario, a conclusione del dibattito e della scelta effettuata dai consiglieri e componenti del direttivo, e che ha visto indicare con 6 voti su 7, nella persona di Marini la rappresentanza del prestigioso Organismo, fermo restando la mia netta e ferma posizione di sostituire con altri tale ruolo, annuncio le mie dimissioni irrevocabili da componente del direttivo e socio della Associazione Antiracket. Atto che sarà formalizzato nelle prossime ore.

Enzo Neve , tra le altre cose ribadisce che non ci sono motivi personali ma ritiene che esistano situazioni che devono essere valutate nella giusta dimensione con la conseguenza di provvedimenti da adottare in termini particolari. C’è da dire che, nell’ultimo direttivo, per avere contezza della drammaticità della situazione si è parlato addirittura di “dossieraggio”.

La tipicità dell’Associazione fa richiedere da parte non solo dei soci ma di tutta la città chiarimenti ampi e possibilmente documentati in particolare da coloro che ne reggono le sorti e che hanno creato e posto in essere tale dinamica. Far parte già come socio dell’Antiracket a Mesagne significa aver coraggio e rischio di pagare in prima persona, come avvenuto negli anni passati per i Presidenti dell’Associazione e e di conseguenza non è permesso a nessuno di indebolire o solamente far perdere energie al gruppo che è il punto di riferimento contro la malavita locale.

Per tale motivo da più parti ci si aspetta di sapere quale è questo “male oscuro” che agita l’Associazione. Il Presidente Marini, il direttivo nel complesso “devono” necessariamente chiarire alla città l’effettiva realtà delle cose senza “se” e senza “ma”. La cristallinità delle operazioni da effettuare, la scelta verso determinati valori di vita, gli obiettivi da raggiungere hanno bisogno di escludere per l’Associazione Antiracket ogni e qualsiasi tipo di sospettosità.

Pi.Gi.

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