La Pro Loco di Latiano ripropone la Quaremma…

Uno strano pupazzo torna a far capolino sulle terrazze delle case e per le vie del paese,

è la vecchia moglie del Carnevale oramai morto! La Quaremma, un fantoccio di cencio vestito a lutto, simboleggia i quaranta giorni di penitenza e astinenza che precedono la Pasqua.

La donna, frutto della fantasia popolare, è descritta come una brutta vecchia con in mano lu fusu e la macennula, strumenti di lavoro di un tempo. Il fuso e l’arcolaio rappresentano la laboriosità e lo scorrere del tempo, un’immagine simbolica che richiama l’antica leggenda di Cloto. Figlia di Zeus e Temi, è una delle tre Parche, il cui compito è proprio quello di tessere il filo della vita degli uomini.

Col passare del tempo però, la Quaremma non è solo associata ai riti pagani, ma si intreccia anche col rito cristiano, tanto da essere sinonimo di moderazione e successiva redenzione.

Il sabato a mezzogiorno, mentre le campane annunciavano la Resurrezione di Gesù, le quaremme erano appese alla corda e date alle fiamme in segno di purificazione dell’anima. Il periodo di rinuncia era, quindi, terminato e tutto il cibo messo da parte durante la Quaresima era consumato il Lunedì dell’Angelo. In passato infatti, la popolazione locale era solita festeggiare la Pasquetta alla Cutura (Contrada Coltura) ove si trova ancora la cappella di Santa Maria della Selva, celebrata e festeggiata proprio il Lunedì di Pasqua.

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