Il nome per il nuovo parco. (Carmelo Colelli)

Il campo sportivo di via Sasso, inaugurato nel lontano 1953, oramai è diventato un bellissimo parco.

Ora necessita dargli un nome, da quanto si legge sui vari quotidiani on-line, c’è un gran fermento, si parla, si discute, si propone, l’Amministrazione desidererebbe che il nome sia espressione popolare.

Sui vari social si possono già leggere vari nomi e numerosi commenti.

Un commento mi ha molto colpito:

A proposito di piazze e luoghi di Mesagne da intitolare, voglio anch’io lanciare una proposta…

Creiamo una commissione che scelga cento semplici cittadini di Mesagne, uomini e donne, onesti lavoratori e lavoratrici, contadini, artigiani, casalinghe, operai… uomini e donne sconosciuti ma veri mesagnesi che hanno lavorato, amato, pianto e gioito, che nel silenzio hanno vissuto ma che non hanno lasciato alcuna traccia di sé.

Tra questi cento, scelti dopo un’accurata indagine, siano estratti pubblicamente, volta per volta i nomi da utilizzare per intitolare una piazza, una via, un parco.

Domani si dirà di loro, quando qualcuno leggerà l'epigrafe: fu semplicemente un Mesagnese!

È un modo serio e nuovo per onorare i Mesagnesi e la città.” (cit.)

Chi scrive è il prof. Marcello Ignone, mesagnese, innamorato della nostra Mesagne delle sue storie e della sua Storia.

Sento di condividere pienamente quanto il professore scrive, è un gesto bellissimo ricordarsi degli ultimi, di coloro che silenziosamente hanno offerto la loro vita, il loro tempo ed il loro amore per questo nostro paese.

Su quel suolo 63 anni fa nacque il campo sportivo “lu campu”, attorno si iniziarono a costruire le prime case, le strade, erano gli anni ’50.

Le strade, con la toponomastica delle regioni italiane, erano in terra battuta, d’estate molto polverose e d’inverno piene di fossi pieni d’acqua, verso i primi anni ’60 quelle strade cambiarono il loro aspetto, furono sistemate plano-altimetricamente ed asfaltate, molte abitazioni si ritrovarono ad essere sopposte al nuovo livello stradale.

La maggior parte degli abitanti di quella zona, “quedda ti lu campu”, era costituita da contadini, braccianti, mezzadri o piccoli proprietari.

Da quella zona e da altre della nostra Mesagne, in quegli anni, sono partite molte valige di cartone, padri, fratelli, madri, sorelle, molti ragazzi rimanevano con i nonni, privati degli affetti più importanti.

Dalla Germania, dalla Francia, dalla Svizzera, dal Belgio, da Torino, da Milano, ogni anno a Luglio tornavano i nostri paesani, portavano i soldi per completare i rustici edili o per iniziare la costruzione della casa, dopo “La Festa ti Luglio” ripartivano con le lacrime agli occhi e tanta speranza nel cuore: “Tornare a Mesagne ed abitare in quella casa”.

Alcuni di loro sono tornati, abitano ancora in quella zona, altri sono ancora lontani.

Io stesso sono andato via, più di 50 anni fa, con Mesagne nel cuore.

Sento di suggerire un nome che raccolga tutti questi nostri concittadini, a testimonianza dei loro sacrifici e del loro amore per Mesagne, propongo: 

“Parco dell’emigrante”

Carmelo Colelli

04 Maggio 2016

 

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