Avviato studio tecnico scientifico per salvare le municipalizzate Brindisine
Nonostante Europa, Stato e Regione stanzìno fondi per le emergenze occupazionali, vediamo un considerevole aumento sia in termini di percentuali della disoccupazione generale,
sia in termini di debito pubblico, con la conseguente contrazione delle riserve delle casse previdenziali.
Fatta questa premessa e preoccupati delle negative evoluzioni occupazionali che vede protagoniste le municipalizzate del capoluogo Brindisino, abbiamo ritenuto opportuno avviare uno studio tecnico- scientifico operato da esperti qualificati in materia economica finanziaria e legale, e con dati alla mano, possiamo dimostrare che il salvataggio delle municipalizzate Brindisine è possibile senza nulla attingere dalle casse pubbliche e "senza licenziare nessun lavoratore".
Le aziende attualmente sotto il costante mirino della cattiva sorte sono: Santa Teresa, Brindisi Multiservizi, e i dipendenti della società che gestisce la nettezza urbana nella città di Brindisi (rimasti per giorni senza stipendio), come in passato STP, IACP e altre aziende parapubbliche minori. Gli studi da noi svolti dimostrano che le nostre aziende possono essere salvate e messe in redditività attiva in poco tempo.
Per evitare la certa e triste sorte delle municipalizzate Brindisine, sempre più vicine al baratro (evitato grazie al continuo foraggiamento di fondi pubblici) vi è la necessità di un'immediata cura drastica.
Questa cura consiste, nel mettere in atto una maxi fusione di tutte le aziende municipalizzate locali, facendo confluire tutte le parti attive e passive in un unico capitale sociale, dando vita così alla più grande municipalizzata Brindisina di tutti i tempi.
Una volta creata, la maxi azienda dovrà gestire tutto ciò che un comune possa gestire (esempio: parcheggi, verde pubblico, parchi, monumenti, manutenzione stradale, illuminazione, segnaletica, affissioni, riscossioni, immobili comunali, controlli, raccolta, gestione, smaltimento del ciclo rifiuti e tanto altro), sia con affidamenti diretti che con gara pubblica (dove necessario) nel rispetto delle normative vigenti.
La maxi azienda per essere efficiente e perfettamente controllata dovrà ripartire il capitale sociale per il 57% a partecipazione pubblica e per il restante 43% a partecipazioni private.
Parte del 43%, ossia il 28%, potrebbe essere quotato in borsa per ottenere, facilmente e in poco tempo, un finanziamento privato da utilizzare nella fase di start up.
Una volta creata la Grande Azienda, la stessa, dovrà essere controllata da un consiglio direttivo di sole 7 unità (4 di espressione pubblica e 3 privata) nonché amministrata da un manager esperto scelto in base a competenze ed esperienze specifiche, che sarà retribuito con contratto a raggiungimento obbiettivo (contratti molto diffusi in paesi virtuosi come l'Inghilterra).
Crediamo che questa cura sia facilmente realizzabile se vi è la volontà politica di sistemare, una volta per tutte, le sorti di questa splendida città. Nel nostro piccolo siamo disponibili "gratuitamente" a porgere la nostra mano ai rappresentanti delle istituzioni affinché diano vita a questo progetto risolutivo.
Il Presidente Comitato Vivere in Movimento
Raffaele Tafuro