Don Donato Panna: abbiamo ricevuto una lettera
Abbiamo ricevuto e volentieri pubblichiamo una lettera di nostri lettori con preghiera di non mettere la firma.
Quando ormai la cassa di risonanza è spenta, fuori dalle emozioni estemporanee gradiremmo dire alcune cose: la morte di don Donato Panna ci ha profondamente addolorati.
Ed in questi giorni abbiamo ricordato quel qualcosa che abbiamo vissuto con lui.
Avevamo conosciuto don Donato alcuni anni fa, quando era impegnato in Africa e saltuariamente veniva in Italia. Un componente della nostra famiglia si era recato per un mese di lavoro volontario in Kenia, un’esperienza particolare che nell’interessata ha lasciato un segno indelebile e che, a distanza di anni, ancora produce forti sensazioni, forti emozioni nei ricordi delle chiacchierate sotto il cielo di Laisamis, della liturgia delle ore, dei canti, delle catechesi in swahili, delle avventure con gli spostamenti nel semideserto.
Sono state molte le occasioni in cui, nel tempo, abbiamo apprezzato una personalità insolita, molto umile, ma nello stesso tempo concreta, con obiettivi determinati, senza nulla chiedere, aspettando quel che il momento temporale predisponeva.
Furono questi i motivi per cui, ricorrendo un anniversario importante che interessava l’intero nostro nucleo familiare, decidemmo di festeggiare in modo sobrio e chiedendo ad amici e parenti di convertire i loro doni in moneta, in modo quasi distaccato, riponendo, nell’occasione dei festeggiamenti, il tutto in una busta ed a seguire in una borsa. Comunicammo, comunque, ai nostri parenti ed amici che avremmo tutto devoluto a don Donato Panna per le attività che svolgeva. E ne ricevemmo una tranquilla condivisione.
Pochi giorni dopo i festeggiamenti ci recammo a Mater Domini ed in modo riservato, comunicammo a don Donato la nostra scelta lasciando a lui la possibilità di utilizzare la somma nel miglior modo possibile. Sapevamo che la destinazione sarebbe stata appropriata.
Non abbiamo mai saputo quanto produsse la raccolta e solo qualche mese dopo qualcuno che collaborava con don Donato, ci disse che il tutto era stato utilizzato per la realizzazione di un pozzo d’acqua, in un villaggio del Kenia.
Negli anni (ne son passati molti) non abbiamo mai dimenticato i vari incontri avuti con lui, ma soprattutto non abbiamo dimenticato il suo agire, il suo essere disponibile, la sua comunicazione non verbale che sempre si trasformava in una espressione gioiosa, luminosa.
Non abbiamo avuto la possibilità di partecipare alle sue esequie. In un angolo della nostra casa abbiamo acceso la “lampada del buon passaggio”, utile per rischiarare il suo nuovo percorso da compiere sempre e comunque pieno di luce! Almeno così crediamo!
Buon cammino don Donato!
(lettera firmata)