C'era un "gladiatore" a Mesagne. C'era ... !

Fu il 24 ottobre del 1990 che Giulio Andreotti, Presidente del Consiglio, rivelò l’esistenza di Gladio e subito dopo fu pubblicato l’elenco dei 622 “gladiatori”.

 

L’indagine trasmessa da Casson alla Procura di Roma non ebbe seguito in considerazione del fatto che lo Stay Behind non aveva nulla di penalmente rilevante.

Ma molte ombre si sono addensate su questa organizzazione. Si sa che era estesa in tutta Europa. I “622” gladiatori sembrarono essere pochi rispetto al tipo di organizzazione che era stata ideata dalla CIA, ma soprattutto rispetto ai compiti che i componenti della Gladio dovevano assolvere. Infatti un ulteriore elenco fu trovato nel covo delle Brigate Rosse in Via Monte Nevoso unitamente ad altri stralci del memoriale Moro raggiungendo un numero di gladiatori di circa 2100.

Non ci interesseremo del problema politico – militare della Gladio, di tutte le questioni connesse, del colpo di Stato di Junio Valerio Borghese, di come venivano prescelti ed affiliati i componenti che dovevano essere “anticomunisti”, non appartenenti a movimenti fascisti o parenti di ex repubblichini e che, in caso di necessità, dovevano garantire la logistica perché i comunisti o coloro che aderivano al Patto di Varsavia non dovevano occupare il potere in Italia.

In quel primo elenco di 622 gladiatori vi era anche un concittadino che nonostante mimetizzato come provenienza con una città della Lombardia (sua residenza di lavoro), all’epoca negli anni 90 fu individuato e contattato da qualche giornalista della nostra Provincia.

Qualcuno fece un articolo su una testata locale cartacea più conoscitivo che di “scoop” e c’era anche una fotografia.

Il nostro gladiatore ritornò nella nostra città agli inizi di questo secolo, s’impegnò anche in politica senza grossi risultati, ovviamente in una formazione che non aveva nulla di “sinistra” né nell’azione, né nella memoria storica e vantava anche una conoscenza personale con il Silvio nazionale.

Qualcuno, davanti ad una tazzina di caffè cercò anche di “chiacchierare” sulla gladio, chiedendo con un approccio “quel qualcosa”, la curiosità spicciola. Nulla se non il ribadire l’impegno preso, come se fosse ancora militare con “la consegna” avuta per il ruolo, l’organizzazione, l’effettiva realtà. E non si hanno notizie di altro come memorie, appunti, confidenze.

Poi l’oblio in una città che non conosce gli eventi e non riesce a riconoscere situazione di discussione, di meditazione di crescita.

Probabilmente in qualche anfratto dell’Universo (in funzione delle proprie credenze religiose) proprio alla fine dello scorso mese, pare vedere se non sentire un appello, magari fatto da Cossiga:

 “Capitano … nato a Mesagne il 21.01.1943”

Di certo ci sarà stata una ed una sola risposta, magari sull’attenti, petto in fuori, mano destra sulla visiera: Presente!   

Da appunti su Mesagne

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