Belleli, fanghi in un impianto di recupero di rifiuti sito in Mesagne: sequestri e denunce.

Il NOE di Lecce ha dato esecuzione al Decreto di Sequestro Preventivo, emesso dal G.I.P. su richiesta della Procura della Repubblica di Brindisi, di un impianto di recupero di rifiuti sito in Mesagne, e di 17 autotreni, appartenenti a quattro distinte società, utilizzati per il trasporto di rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi.


Contestualmente sono state notificate informazioni di garanzia ad otto persone fisiche e quattro persone giuridiche operanti nel settore della gestione di rifiuti e ritenute, a vario titolo, in concorso tra loro, responsabili dei reati di: 
• esercizio di discarica abusiva e gestione illecita di rifiuti (art. 256 co. 1 e 3 del D.L.vo 152/2006); 
• illecito amministrativo di cui agli artt. 81 C.P., 25 undecies del D.L.vo 231/2001, in relazione all’art. 256 co. 1 e 3 del D.L.vo 152/2006, contestato alle quattro società, per non aver adottato, e comunque non efficacemente attuato, un modello di organizzazione di gestione idoneo a prevenire i citati reati ambientali.


Nella circostanza è stata data altresì esecuzione alla misura cautelare della interdizione per mesi sei dell’esercizio dell’attività di gestione di rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi al citato impianto di recupero (art. 25 undecies comma 7° e 9, comma 2 del D.L.vo 231/2001). 

L’attività d’indagine nasce nel mese di marzo 2013 quando, nel corso di servizi finalizzati alla prevenzione e repressione di reati in materia ambientale, emergeva che il territorio brindisino era stato interessato dallo smaltimento illecito di 13.000 tonnellate di rifiuti costituiti da fanghi di dragaggio (CER 170506) provenienti da operazioni di scavo, effettuate sino ad una profondità di 15 metri, del fondale del porto di Taranto, area ex Belleli, area ricompresa nei confini del sito di bonifica di interesse nazionale del capoluogo ionico. 


Le 13.000 tonnellate fanno parte delle 135.000 tonnellate di fanghi di dragaggio prodotti dalle citate operazioni di scavo ed ancora stoccate nell’area portuale in attesa di essere smaltite.
Il trasporto dei fanghi di dragaggio, dal luogo di produzione, avveniva con aziende di autotrasporti di San Vito dei Normanni, Massafra e Taranto operanti nel settore della gestione rifiuti. Tali rifiuti venivano conferiti all’interno del citato impianto e da questo, senza subire alcuno specifico trattamento e dopo una semplice miscelazione con altri rifiuti inerti, venivano smaltiti all’interno di quattro terreni agricoli siti nei comuni di Mesagne e Brindisi, sottoposti a vincolo paesaggistico, coltivati a uliveti e frutteti, già sottoposti a sequestro dal NOE di Lecce nel mese di marzo 2013. 



COMUNICATO STAMPA NOE

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