Bilancio delle tasse di soggiorno in Italia: Liligo analizza gli importi del 2018
In Italia la tassa turistica nel 2018 viene applicata in oltre 800 città, registrando un aumento rispetto al 2017 del 13,3% dei comuni che l’hanno introdotta
Al link https://www.liligo.it/magazine-viaggiatore/tassa-turistica-soggiorno l’approfondimento sulla ricerca realizzata da Liligo.
Liligo pubblica una ricerca che analizza nel dettaglio il panorama italiano delle tasse turistiche: il costo medio più basso per la tassa di soggiorno si registra nel Sud Italia, dove l’importo è di circa 1,70 € a notte per persona, segue il Nord con 1,80 € e chiude, con un importo leggermente superiore, il Centro del Paese con circa 1,90 €.
La tassa turistica, o tassa di soggiorno, è un’imposta richiesta ai viaggiatori che soggiornano presso hotel, B&B, campeggi e ostelli, si può presentare come una tassa fissa o calcolata su una percentuale fra il 3% e il 5% del costo totale dell’alloggio e l’Italia è uno dei Paesi europei in cui è più diffusa.
Come rilevato dalla ricerca di Liligo, sono soprattutto i grandi centri urbani e le città d’arte della Penisola a far registrare gli importi più alti: a Milano, Torino, Venezia, Firenze e Napoli la tassa di soggiorno può raggiungere, infatti, i 5 € a notte per persona. Le città più piccole e le località balneari presentano, invece, costi più contenuti, con alcune eccezioni, come Taormina e le Isole Eolie, dove l’imposta di soggiorno può variare tra 1 € e 5 € a notte per persona.
Nel Vecchio Continente la tassa di soggiorno è piuttosto popolare: tra le principali capitali quelle più convenienti sono Praga e Lisbona, mentre alcune di quelle più dispendiose sono Parigi, dove l’imposta può arrivare fino a 4,40 € a notte per persona, Berlino e Amsterdam, dove la tassa turistica viene calcolata sul 5% del costo del pernottamento a notte.
In Italia, la tassa di soggiorno è stata introdotta nel 1910, abolita nel 1989 e poi inserita nuovamente a partire dal 2009. Ogni comune, a seconda che si tratti di una località di interesse artistico, storico-culturale o turistico, ha la facoltà di decidere in autonomia la tariffa giornaliera, la durata e il periodo in cui è necessario pagare la tassa di soggiorno. Dal 2009 a oggi, i comuni che hanno deciso di rendere operativa questa imposta sono passati da 13 a oltre 800, facendo registrare solo nell’ultimo anno un aumento del 13,3% e producendo più di 500 milioni di euro di gettito destinato alla ristrutturazione e alla preservazione del patrimonio culturale delle città italiane.