Mesagne e lavori AQP: l'archeologia non divenga un pretesto per giustificare i ritardi.
Dal 26 ottobre 2018 il centro storico di Mesagne è interessato dai lavori di sostituzione della rete idrica e fognaria dell’Acquedotto Pugliese.
Tali lavori prevedono la rimozione del basolato, scavi, posizionamento delle nuove condutture, interramento e ripristino del basolato per una dimensione lineare di circa 8 chilometri (circa 8000 metri di strade): si tratta probabilmente della più grande opera pubblica del XXI secolo per il centro storico.
Il capitolato d’appalto prevede 450 giorni lavorativi per la realizzazione delle opere (circa 22 mesi). Dall’inizio dei lavori (26 ottobre 2018) ad oggi (7 gennaio 2019), sono già trascorsi più di due mesi (48 giorni lavorativi), in pratica è stato superato il 10% dell’arco temporale previsto. Nel frattempo, però, i lavori effettuati hanno interessato circa 100 metri lineari (senza considerare che i lavori eseguiti fino ad ora non hanno ancora visto il ripristino del basolato stradale). Quindi in un arco temporale che ha interessato oltre il 10% del tempo previsto per la chiusura dei lavori, è stato realizzato meno dell’1% delle opere in programma. Per quanto esposto, si evince che di questo passo i lavori di sostituzione della rete idrica e fognaria nel centro storico di Mesagne potrebbero durare anche 200 mesi (oltre 16 anni).
Scrivo questo post a futura memoria, perché Mesagne è una delle aree a più alto rischio archeologico della Puglia, e quando ci saranno rinvenimenti archeologici (perché - se è vero che i lavori sono costantemente sorvegliati da archeologi - prima o poi questo accadrà) vorrei che vi ricordaste di questi numeri prima di dire “è sempre colpa degli archeologi”. Troppo spesso, infatti, i ritrovamenti archeologici vengono organizzati ad orologeria, per giustificare ritardi e riserve d’impresa.
(Fonte Facebook Cristhian Napolitano)