No alla settimana corta nel I° circolo didattico.

«Non contestiamo l'autonomia scolastica, ma il modo in cui è stata applicata». La madre è minuta ma combattiva, ed è indignata insieme ad un folto gruppo di genitori per la scelta – inattesa e non concordata – di adottare la settimana corta quasi alla fine del ciclo scolastico: «Quando abbiamo iscritto i nostri figli alla scuola elementare, lo abbiamo fatto perché questo istituto era impostato all'antica, con una sola maestra dal lunedì al sabato. Ora, in questo scorcio agostano, apprendiamo invece che la dirigente scolastica, con una sorta di colpo di mano, ha optato per una inversione di rotta ad un solo anno dalla conclusione del ciclo».

Il problema è sorto nel I° Circolo Didattico del Comune di Mesagne, ad essere contestata è la deliberazione del Consiglio di Circolo dello scorso 30 giugno il cui verbale n.8, a quanto risulterebbe, non sarebbe stato approvato dal medesimo organo.

Lo stesso presidente del Consiglio di Circolo, al fine di garantire la trasparenza dell’operato, aveva segnalato ai consiglieri in sede di seduta come la scelta della settimana corta non rientrasse nell’offerta formativa all’atto dell’iscrizione degli alunni avvenuta a febbraio di quest'anno.

 

A gettare ulteriori dubbi sulla validità della seduta di giugno ci sarebbe poi il reclamo di uno dei consiglieri, notoriamente contrario alla abolizione del sabato, privato del diritto a partecipare alla seduta per non essere stato convocato.

Si spiega in una nota: «Non può sottacersi la posizione del Comune di Mesagne, che con protocollo n.18093 dello scorso 30 luglio, comunica ufficialmente come la scelta di ordinare il tempo didattico su 5 giorni scolastici sia stata proposta esclusivamente dal I° Circolo, ribadendo l’inesistenza di una delibera di indirizzo a favore della settimana corta proveniente dal Comune»

Le famiglie informate della vicenda intanto lamentano la mancata partecipazione ad una scelta così importante e determinante per garantire la continuità didattica per i piccoli alunni. Domanda – non peregrina - dei genitori: «Ma se le famiglie osteggiano la settimana corta, l'amministrazione comunale ne prende le distanze, il consiglio manifesta forti perplessità, chi ha allora realmente proposto l’abolizione del sabato?».

Dalla ricostruzione fornita, la riunione del collegio dei docenti tenuta nella mattina del 30 giugno con una maggioranza «invitata» avrebbe supportato non soltanto l'opzione della settimana corta, ma anche un nuovo criterio di assegnazione dei docenti alla classe, proponendo la soppressione del cosiddetto modello del “maestro unico” in favore di quello alternativo che prevede che l’alunno delle elementari debba relazionarsi con diversi insegnanti.

Attualmente la vicenda pende presso il Provveditorato agli Studi di Brindisi e l’Ufficio Regionale Scolastico di Bari, «nella speranza», auspicano i genitori in allarme, «che l’intervento degli organi competenti possa finalmente garantire il diritto delle famiglie a scegliere l'offerta formativa adeguata ed agli alunni la necessaria continuità didattica».

g.florio

 

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