I medici della Asl proclamano lo stato di agitazione
I medici della Asl di Brindisi sono in stato di agitazione. Lo hanno comunicato le segreterie Aziendali dei sindacati AAROI, ANAAO ASSOMED, ANPO-ASCOTI-FIALS Medici, CGIL Medici e CIMO
con una lettera aperta indirizzata al Direttore Generale ASL BR, Giuseppe Pasqualone, al Presidente Ordine dei Medici di Brindisi, Emanuele Vinci, agli Organi di Stampa ed alle Segreterie Regionale delle OO.SS.
Questo il testo integrale del documento
Le sottoscritte OO.SS., premesso che nonostante nell’ultima riunione del 29.06. u.s. non avessero ricevuto risposte “certe e convincenti”, come richiesto nella nota inviataLe il 19 giugno 2015, avevano deciso di accordarLe ulteriore credito per la soluzione delle problematiche rappresentate, si vedono oggi costrette, loro malgrado, a dichiarare lo stato di agitazione.
La proposta formulata da codesta ASL circa il piano delle emergenze-urgenze è irricevibile per i seguenti motivi:
1) Avrebbe dovuto individuare, per ogni U.O.C. della ASL, quali dovessero essere organizzate con un’ assistenza medica H12 o H24, in rapporto all’ esigenza di soddisfare le necessità assistenziali ospedaliere e territoriali.
2) Tale proposta, invece, elenca una serie di tagli di posti letto mediante l’accorpamento di reparti, soprattutto negli ospedali periferici, che accentueranno l’attuale grave e insostenibile carenza di posti letto.
3) Che ne sarà del “Perrino”, già congestionato da un iperafflusso di utenti che cercano risposte sanitarie? Le extralocazioni hanno raggiunto numeri impressionanti, che non si sono modificati nonostante l’apertura dei 6 posti di “osservazione breve”. Il Pronto Soccorso è sempre affollato, con tempi di risposta dell’iter diagnostico insostenibilmente lunghi. Potrà il “Perrino”garantire gli auspicati livelli di eccellenza? La tendenza a ridurre i posti letto viceversa comporta l’impossibilità di fornire un’adeguata risposta assistenziale, con conseguente definitivo collasso della sanità brindisina.
4) I tagli dei posti letto, effettuati per carenza di Medici e/o per carenza di Operatori di comparto, creano altresì significative differenze organizzative anche in UU.OO.CC. omogenee per tipologia di servizio, senza comportare un’effettiva riduzione dei carichi di lavoro ad alcuno, costringendo ad operare in un clima organizzativo critico, con aumento dello stress lavoro correlato ed aumento del rischio clinico.
5) Il piano delle emergenze-urgenze contiene alcune proposte illegittime, pericolosissime per i pazienti e per gli operatori sanitari, nonché non previste dal contratto di lavoro. Valga per tutte, come esempio, la proposta fatta per il presidio ospedaliero di Ostuni per i trasporti secondari, che dovrebbero essere effettuati dal medico della medicina o dal cardiologo, lasciando “scoperto” il reparto di Medicina e ricorrendo, in caso di necessità, all’intervento del medico del Pronto soccorso, che per legge non può allontanarsi dal suo posto di lavoro!
6) Il problema del trasporto secondario al P.O. “Perrrino” nelle ore pomeridiane, rimasto a tutt’oggi irrisolto, che espone i pazienti a possibili gravi rischi di mancata assistenza ed i sanitari a ripercussioni medico-legali.
7) Lo scorretto esercizio delle relazioni sindacali, manifestatosi clamorosamente con l’adozione di provvedimenti non sottoposti al parere delle organizzazioni sindacali stesse ed adottati invece unilateralmente, prima di poter essere discussi in maniera collegiale. Esemplare l’accorpamento già avvenuto a San Pietro Vernotico tra la Medicina e la Geriatria, con relativa riduzione dei posti letto, nonchè la riduzione dei posti letto in Pneumologia con l’integrazione provvisoria dell’organico medico con un’ unità individuata mediante mobilità di urgenza dal servizio Pneumologico territoriale, che certamente subirà un gravissimo ridimensionamento dell’attività con pesanti ricadute assistenziali. Disservizi che già hanno prodotto effetti negativi, come quanto accaduto ieri mattina presso l’ospedale di Mesagne, ampiamente riportato dagli organi di stampa il 3 luglio u.s., in conseguenza del suddetto trasferimento. Le organizzazioni sindacali avrebbero invece, se mai ne avessero avuto il tempo, proposto lo smistamento delle visite ambulatoriali ospedaliere nelle strutture territoriali, senza nessuna ricaduta negativa sull’assistenza.
Si stigmatizzano, inoltre, alcune fra le tante inadempienze di codesta ASL:
L’inaccettabile ritardo nell’espletamento delle procedure concorsuali, anche quando vi siano deroghe alla assunzione, ed il reclutamento di dirigenti medici ricorrendo a strumenti per lo meno inusuali, se non addirittura illegittimi.
L’ inosservanza aziendale di obblighi contrattuali, come l’attribuzione degli incarichi dirigenziali e il riconoscimento delle corrispettive indennità, a fronte di perentorie richieste di adempimenti burocratici molto spesso incomprensibili se non addirittura inutili, la cui osservanza peraltro mal si concilia con le limitate risorse umane disponibili.
La destinazione delle risorse aggiuntive non concordata preventivamente con le OO.SS.
Le OO.SS. richiamano quindi la S.V. ad una politica sanitaria e ad una progettualità organizzativa che voglia rimettere al centro i bisogni delle persone, la qualità e l’umanizzazione delle risposte sanitarie, ma anche il diritto dei lavoratori ad operare in sicurezza e chiarezza organizzativa; richiamano ad un adeguamento delle dotazioni organiche delle UU.OO. di degenza e dei Servizi, almeno per consentire i livelli essenziali di assistenza in relazione al volume ed alla complessità dei casi trattati, anche nel periodo estivo. Stanche di operare in un’ emergenza continua, invitano il Management a voler passare da una politica del dire ad una politica del fare.