La Provincia di Brindisi parte civile nel processo contro 13 imputati della Sacra Corona Unita

La Provincia di Brindisi ammessa come Parte Civile nel procedimento contro vari imputati del reato di cui agli artt.416 bis e 385 c.p.,

con richiesta di 200 mila Euro di risarcimento

La Provincia di Brindisi è stata ammessa nella giornata di oggi dal G.U.P. Simona Panzera del Tribunale di Lecce, Sezione Penale, come Parte Civile, così come da richiesta firmata dal Presidente dell’Ente, Riccardo Rossi, nel procedimento contro 13 soggetti imputati del reato di cui all’art.416 bis, c.1, 3, 4 e 5 c.p., per aver fatto parte dell’associazione di tipo mafioso denominata “Sacra Corona Unita”, per il grave nocumento subito dall’Amministrazione provinciale su tutto il territorio di competenza dello stesso Ente, con la richiesta di un risarcimento e al ristoro dei danni patrimoniali e non patrimoniali quantificato in 200mila Euro.

Nella richiesta di Costituzione di Parte Civile e di risarcimento del danno, motivata dettagliatamente dall’avv. Mario Marino Guadalupi, difensore e procuratore speciale della Provincia di Brindisi, si richiama il concetto di tutela dell’ordine pubblico, inteso come buon assetto e regolare andamento della vita sociale nello Stato, che deve essere protetto proprio dall’art.416 bis. Con la violazione dell’ordine pubblico da parte di terzi, la Provincia di Brindisi si può ritenere persona offesa nella sua qualità di ente territoriale preposto alla rappresentanza dei suoi cittadini, riscontrandosi un turbamento dello stato di pace sociale della collettività. Per tutto questo e per il fatto di partecipare anche al Comitato provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica presso la Prefettura di Brindisi, organo consultivo per le funzioni di pubblica sicurezza in ambito provinciale, ne deriva in effetti un danno alla Provincia di Brindisi, sia dell’ordine pubblico che di immagine, influendo proprio sul buon andamento della Pubblica Amministrazione, così come tutelato invece ex artt.97 e 98 della Legge Costituzionale. In particolare, il danno all’immagine arrecato dall’operatività di un’associazione criminosa, con il clamore mediatico che ne consegue, è riferito alla circostanza che la comunità locale e la sua rappresentanza istituzionale possono essere associate alla presenza di organizzazioni criminali e al pericolo derivante dai reati da loro commessi.

Il procedimento è aggiornato al 9 maggio 2019.

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