Promocultura: la (non) finestra del Castello.
Premessa: comprendiamo la buona volontà di voler contribuire a migliorare la nostra città e renderla sempre più bella
valorizzando i suoi beni culturali; siamo altrettanto convinti che si è sempre spinti da passione e amore per la nostra Mesagne e che l’intento è animato da buone intenzioni. Vogliamo però, fuor da ogni polemica, dire la nostra.
Da fonti di stampa apprendiamo che si vorrebbe mettere mano al torrione del nostro Castello per aprire una ipotetica finestra murata. Dalle informazioni che sono in nostro possesso e dagli studi da noi condotti è molto probabile che lì una finestra non ci sia mai stata; c'è quindi il rischio di creare un falso storico semplicemente per voler rendere ai nostri occhi "più simmetrico" ed elegante il prospetto del nostro torrione.
Noi invece amiamo il castello così com'è, anche con le sue asimmetrie e con quella "finta finestra" incorniciata da uno stucco settecentesco simile a tutti gli altri presenti nell'antico maniero.
Chiediamo quindi con forza che anche di fronte ad un ipotetico (secondo noi improbabile) pronunciamento positivo della soprintendenza, tutto venga lasciato così com'è, che non venga aperta alcuna finestra e tanto meno che sia realizzato un infisso posticcio. Vogliamo approfittare per ricordare a tutti che noi abbiamo la responsabilità per le generazioni future di tutelare e difendere la veridicità storica del nostro monumento simbolo.
Detto ciò siamo disponibili ad ogni discussione e confronto.
A sostegno della nostra tesi citiamo due fonti.
- Nella Chiesa Madre c'è la tela di S. Oronzo che protegge la Città che è stata realizzata da un copista di A. Coppola intorno al 1660; in basso a destra è rappresentata la nostra Mesagne e si vede bene la torre prima della realizzazione degli stucchi settecenteschi. Qui la finestra non c'è. Quella centrale è quella poi rimpicciolita e di cui si vede ancora traccia di modifica.
- Sulla piantina del primo piano del Castello ricostruita dal professore Domenico Urgesi nel suo libro "il Castello di Mesagne" edito nel 1998 e che si basa sull' "Apprezzo del Feudo di Mesagne" redatto nel 1731 dal Regio Tavolario Pietro Vinaccia non c'è traccia della finestra.
(Fonte facebook)