Alla "Di Vittorio" Giuseppe Lupo con "Breve storia del mio silenzio".

A due anni dalla presentazione del precedente romanzo “Gli anni del nostro incanto”, vincitore del Premio Viareggio Rèpaci 2018,

lo scrittore Giuseppe Lupo ritorna presso l’Associazione “Giuseppe Di VITTORIO” con il suo ultimo libro Breve storia del mio silenzio” (Marsilio Editori)

L’appuntamento, inserito nel cartellone DICEMBRE CON LA DIVITTORIO, è per MERCOLEDÌ 11 DICEMBRE 2019 -ORE 18 presso il Salone dell’omonima Associazione in Via Castello, 20 a Mesagne.

Modera Giovanni Galeone vice presidente della DiVittorio, mentre Fernando Orsini dialogherà con l’autore Giuseppe Lupo.

Letture a cura di Anna Rita Fersini.

Breve storia del mio silenzio, edito per Marsilio Editori, è un racconto intimo dell’infanzia dell’autore in una Basilicata sempre più sensibile ai cambiamenti sociali di fine anni Sessanta. Il racconto autobiografico ripercorrere un’infanzia fatta di silenzi e diventa testimonianza del profondo legame tra l’autore e la sua terra.

La trama:

L’infanzia, più che un tempo, è uno spazio. E infatti dall’infanzia si esce e, quando si è fortunati, ci si torna. Così avviene al protagonista di questo libro: un bimbo che a quattro anni perde l’uso del linguaggio, da un giorno all’altro, alla nascita della sorella. Da quel momento il suo destino cambia, le parole si fanno nemiche, anche se poi, con il passare degli anni, diventeranno i mattoni con cui costruirà la propria identità.

Breve storia del mio silenzio è il romanzo di un’infanzia vissuta tra giocattoli e macchine da scrivere, di una giovinezza scandita da fughe e ritorni nel luogo dove si è nati, sempre all’insegna di quel controverso rapporto tra rifiuto e desiderio di dire che accompagna la vita del protagonista.

Giuseppe Lupo racconta, sempre ironico e sempre affettuoso, dei genitori maestri elementari e di un paese aperto a poeti e artisti, di una Basilicata che da rurale si trasforma in borghese, di una Milano fatta di luci e di libri, di un’Italia che si allontana dagli anni Sessanta e si avvia verso l’epilogo di un Novecento dominato dalla confusione mediatica. E soprattutto racconta, con amore ed esattezza, come un trauma infantile possa trasformarsi in vocazione e quanto le parole siano state la sua casa, anche quando non c’erano.

L’autore:

Giuseppe Lupo è nato ad Atella in Basilicata nel 1963 e insegna Letteratura Italiana Contemporanea all’Università Cattolica di Milano. Nonostante il suo trasferimento in Lombardia è sempre forte in lui il suo amore e legame con la terra natia. Per Marsilio, dopo l’esordio con L’americano di Celenne (2000; Premio Giuseppe Berto, Premio Mondello), ha pubblicato Ballo ad Agropinto (2004), La carovana Zanardelli (2008), L’ultima sposa di Palmira (2011; Premio Selezione Campiello, Premio Vittorini), Viaggiatori di nuvole (2013; Premio Giuseppe Dessì), Atlante immaginario (2014), L’albero di stanze (2015; Premio Alassio-Centolibri) e Gli anni del nostro incanto (2017; Premio Viareggio Rèpaci).

È autore di numerosi saggi e collabora alle pagine culturali del Sole 24 Ore e di Avvenire.

Mesagne, 7/12/2019

Giovanni Galeone

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