Siate padroni della vostra mesagnesità (di Marcello Ignone)
Una copia de Il Dizionario Mesagnese in ogni famiglia!
Durante la chiusura totale dovuta alla pandemia abbiamo compreso quanto importante e necessario sia il progresso (internet, strumenti elettronici…) e quanto abbia reso meno pesante l’isolamento forzato, l’assenza di socializzazione, di guardarsi negli occhi, vedere le mille espressioni del viso e i movimenti corporei, stare insieme e stare in un luogo preciso, nel proprio ambiente a contatto non solo con parenti e amici, ma con la città intera, pietre e piante comprese.
Finita la quarantena, abbiamo riscoperto il piacere di comunicare de visu e nella nostra lingua madre. È stato qualcosa di unico e impareggiabile.
Il vernacolo non è fuori tempo, superato, antico, stantio, anacronistico. Si è mesagnesi, imbevuti di mesagnesità, non solo per nascita e per residenza ma perché ognuno di noi è un tassello della mesagnesità che ha contribuito a creare, che continuamente crea e che contribuisce a trasmettere.
Il nostro bagaglio culturale, la nostra koinè è data dal dialetto che ci fa dire a noi e agli altri che apparteniamo ad un certo luogo e non ad un altro, ad un certo tempo e non ad un altro e che identifica noi e gli altri attorno e, grazie al quale, possiamo avere un posto preciso nella storia.
Il dialetto è la nostra carta d’identità. Il dialetto è la nostra radice principale. È uno strumento unico che identifica chi siamo e dove siamo, dai nomi ai soprannomi, dalle cose alle emozioni, dai quartieri alle contrade. È l’espressione del popolo, una sorta di abito cucito addosso ad ognuno di noi fin dalla nascita.
Il dialetto riesce a dare forma e sostanza alle parole in maniera sorprendente: preciso quando occorre, sintetico altre volte, conciliante se necessario, a volte duro ed altre volte dolce, in base alle esigenze della vita quotidiana dal quale il dialetto stesso nasce.
Ogni mesagnese ha la responsabilità di amare e far amare il suo dialetto. È una eredità storica ricevuta, una ricchezza unica e, in quanto tale, da tramandare ai figli. Se lo facciamo, allora siamo capaci di amare noi stessi e la nostra Mesagne che continuerà ad avere una sua specificità nel complesso e variegato villaggio globale.
Per fare tutto questo occorre usare il dialetto e per usarlo al meglio, occorre conoscerlo al meglio, difenderlo dall’ingiuria del tempo e dall’arbitrio di alcuni.
Dopo decenni, questo nostro patrimonio linguistico e umano, in tutta la sua ricchezza, bellezza, varietà e significato, è stato finalmente recuperato ed è fruibile e trasmissibile da e a tutti i mesagnesi.
“Chi parla il suo dialetto è padrone di tutta la sua realtà”, diceva grosso modo Pasolini.
Lo strumento, dopo tanto lavoro, ora c’è, Il Dizionario Mesagnese; quindi, sta a voi essere padroni della vostra mesagnesità!
Marcello Ignone
31 maggio 2020