Una riflessione sul "Giovedì Santo" appena trascorso. (di Mario Sicolo)
Vi proponiamo la riflessione del nostro prezioso collaboratore, prof. Mario Sicolo,
docente, giornalista , scrittore, e non da ultimo, amico. Una riflessione profonda sulla giornata del "Giovedì Santo" appena trascorsa, riferita alla sua città, Bitonto, che è sicuramente ascrivibile a qualsiasi paese o città del nostro territorio.
"Credo ci sia un non so che di dolorosamente simbolico, quasi una legge del contrappasso che, forse, non tutti abbiamo meritato, nella giornata che si è appena conclusa. Da sciamare, ora compunti, ora allegri, fra i vicoli e le corti del nostro fascinoso centro storico, desiosi di contare le chiese in numero dispari con rispettivi sepolcri, a restare dubbiosi nelle prigioni domestiche, ristretti per necessità di sopravvivenza. E rimpiangiamo l'amico che non vedevi da una vita e, con un pizzico d'emozione, ti narrava un sunto dei suoi ultimi vent'anni nella penombra della sera, che saltellava fra quelle pietre antiche. La tappa immancabile al caro panificio della giovinezza liceale per la pizzella più buona del mondo (specie dopo un'interrogazione di greco dribblata per un soffio). Gli echi lontani delle nostre bande che donavano note commoventi ai cuori di chi ancora aveva la forza di sognare. Scoprivi chiese che, grazie a quegli altari della Reposizione, riaprivano i battenti mostrando le loro segrete meraviglie. E, allora, qui un crocifisso pensoso, lì la fiamma tremula d'un cero, qua una culla dorata e triste, là il volto rigato di lacrime della Madre di Gesù. Ti mancano, persino, gli stolti motteggi tra i banchi lignei, dove invece c'era solo da pregare. Ed il silenzio orante dei vecchi che non ci sono più, oggi è il grido più straziante. Immobili, non abbiamo avuto neppure la forza di ricordare. Questo tempo senza tempo sta spegnendo la consolazione della memoria con la forza disperante e iniqua dell'angoscia..."