Opera d'esordio di Antonio Quagliarella.
Antonio Quagliarella, brindisino per tantissimi anni, con tantissime frequentazioni mesagnesi, si trasferisce a Milano nel 2003
dove continua a lavorare sempre nel settore finanziario sino al 2013. Nato a Andria nel 1944, nel corso della sua vita, conosce in lungo e largo la Puglia accumulando esperienze non comuni. A Mesagne i suoi tanti amici conservano di lui un caro ricordo per le tantissime occasioni di incontro, sportive e profondamente umane. Ha sempre avuto un amore passionale per la scrittura che ha sempre coltivato nel corso degli anni.
E finalmente nel mese di marzo 2021, con grande compiacimento, esce la sua opera prima dal titolo suggestivo “La vita legata a un lenzuolo di seta”. Un concentrato di emozioni narrate in terza persona che l’autore chiarisce con queste motivazioni: “Ho cominciato a scrivere in questa forma perché volevo distanziarmi dal personaggio, ma anche alzare staccionate con molto spazio tra le tavole, così che, da lì, si può intravedere o, se si vuole, vedere tutto”.
Il racconto della vita di Antonio prescinde da un rituale legato al tempo, ma risulta un concentrato di ricordi personali, familiari e professionali che inducono il lettore a una sorta di appassionante coinvolgimento, nella memoria delle proprie esperienze.
La risorsa della parola, con eco o senza eco, resta l’unica espressione di sentimento personale; e l’autore l’ha adoperata con maestria, con efficacia, mettendo a nudo le proprie emozioni.
Il libro, per la scrittura estremamente scorrevole, per la leggerezza e lo spirito con il quale è scritto, viene da leggerlo tutto d’un fiato, testimoniando con i suoi contenuti un coacervo di sensazioni, tra gioia, stupore, commozione, sofferenza e velato rimpianto.
Antonio Quagliarella con questo suo lavoro sembra dirci che tocca proprio a noi, portatori di memorie incancellabili, conservare viva, vivissima la vita nel nostro intimo senza tempo.
Tiene molto, come riportato in un racconto del libro, esibire il suo profondo attaccamento al ricordo della Brigata paracadutisti “Folgore” di Livorno, della quale ha fatto parte nel 1967 e che ritiene la cosa più bella che gli sia capitata. Essere stato “parà” riafferma, se ce ne fosse bisogno, una peculiarità del suo carattere: il coraggio che ha sempre contraddistinto il suo percorso di vita.
Vive sempre a Milano dove un bambino di nome Dodo lo chiama nonno Antonio, continuando a coltivare le sue passioni, con il tacito obiettivo di pubblicare il suo secondo libro, a beneficio dei suoi affezionati lettori che continuano a crescere.
N.B. Il libro si può acquistare su Amazon.