Primo maggio (di Cosimo Zullo)

"Spezza  il tuo bisogno  e la tua  paura di essere schiavo, il pane è libertà, la libertà è pane".

* *  Nel 1978 Luciano Lama, segretario generale della CGIL indicò questa frase per dare un significato profondo del Primo Maggio.

Sono i versi  di Albert R. Parsons, dirigente di prima piano del sindacato statunitense, martire di Chicago.

Parole pronunziate  di fronte al Tribunale che lo condannava  all impiccagione per essere stato a capo del movimento per le otto ore.

Queste parole racchiudono il senso che ancora oggi a 135 anni  di distanza  da quel  drammatico 1 maggio 1886, comunemente attribuiamo alla festa  internazionale del lavoro.

Una celebrazione  che per oltre un secolo, da quando venne istituita  nel 1889, ha ribadito i valori di pace, della fratellanza  e della solidarietà internazionale, del progresso  sociale ed economico, della lotta per l'emancipazione  e contro lo sfruttamento dei lavoratori che rappresentano il patrimonio  culturale e civile  del movimento operaio. Finalmente, nel luglio del 1889 si tenne a Parigi il Congresso  socialista internazionale col fine  di creare la Seconda Internazionale socialista.

Fu il sindacalista Raymond Lavigne che avanzò contemporaneamente ai  Governi   dei singoli Paesi la riduzione della giornata di lavoro ad  otto ore  e propose  che il congresso deliberasse una grande manifestazione  da tenere  nello stesso giorno  in tutti i paesi industrializzati .Fu scelta la giornata del Primo Maggio 1890 perché in quel medesimo giorno  negli Stati Uniti d'America si teneva lo sciopero nazionale  industriale. I cattolici pur avendo l'enciclica papale di Leone XIII non promossero un altro Primo Maggio ma si associarono al Primo Maggio sostenuto dalle sinistre e poi  nel 1955 papa Pio XII fece del Primo maggio la festa dei lavoratori delle Acli.**Dal libro  Storia del Primo Maggio di Francesco Renda.

Il Primo maggio nella sua definizione più comune è la festa  dei lavoratori, di tutti  i lavoratori senza distinzione di nazionalità, di colore della pelle, di fede politica e religiosa, di condizione sociale e culturale.

Spesso la si definisce la Pasqua dei lavoratori, ma a volte è anche intesa come rinnovata celebrazione dell'antico Calendimaggio, le cui origini si perdono lontane nel tempo, quando con gioia di celebrava il ritorno alla primavera.  Sicuramente con la pandemia, la crisi economica si è accentuata, i divari sono cresciuti insieme alle disuguaglianze , si è allargata la fascia della poverta'.Tutto questo è oggi  in modo preoccupante dinnanzi alla giornata del Primo Maggio.

Nella nostra provincia da sempre il Primo Maggio è stata festa dei lavoratori in tutto i comuni con manifestazioni e  comizi, feste nei quartieri , gare sportive, cuccagne, presenza delle bande cittadine in tutti i cortei ,diffusioni straordinarie dei giornali di Partito, a volte anche momenti di lotte con le vertenze in atto.

Ma un Primo Maggio particolare, di rilievo nazionale è stato quello del 1995, con una  manifestazione unitaria a Brindisi.

In quegli anni Brindisi aveva vissuto un avvenimento  straordinario una pagina intensa di storia, l'accoglienza   di oltre 20 mila profughi albanesi. La città si apri', accolse e espresse un vasto moto di solidarietà umana.

Il Sindacato, i partiti, il volontariato, la Caritas, la Chiesa , furono protagonisti di un intenso lavoro di accoglienza. Quel Primo Maggio aveva dentro questo tema affianco al lavoro e ai diritti.

In piazza Lenio  Flacco, parlarono i segretari generali, Sergio Cofferati, CGIL, Sergio D' Antoni, CISL e il compianto Pietro Larizza,  Uil.

Una frase assai significativa, per la Giornata del Primo Maggio può essere ancora, lo slogan del Congresso della CGIL  a Rimini del 1977,"il nostro domani si chiama lavoro" da aggiungere oggi,  lavoro non precario, stabile e sicuro.

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