Al via la ricerca archeologica della necropoli di Torre Guaceto
Sotto la sabbia bianca bagnata dal mare cristallino di Torre Guaceto, si conserva una necropoli risalente alla tarda età del Bronzo.
Nelle prossime settimane gli archeologi cercheranno di dare risposta alle molte domande sorte nel 2019 a seguito del ritrovamento di alcune sepolture a cremazione.
Torre Guaceto è una delle poche aree protette europee impegnate non solo sul fronte della tutela degli animali e degli habitat, ma anche in ambito storico e archeologico.
Sin dalla sua istituzione, il Consorzio di Gestione ha sempre dedicato le proprie energie alla ricerca sul campo volta alla ricostruzione della storia antica di Torre Guaceto e ad alla divulgazione del patrimonio culturale della riserva. Sono numerosi, infatti, i reperti custoditi presso il laboratorio di archeologia della riserva.
Grazie alle campagne di scavo condotte tra il 2008 e il 2013, gli archeologi del Dipartimento di Beni Culturali dell’Università del Salento sono riusciti a documentare la presenza di un villaggio fortificato dell’età del Bronzo sugli scogli di Apani, due piccole isole poste nella zona A dell’Area Marina Protetta e un tempo collegate alla terra ferma, oltreché poco distanti dall’altro insediamento protostorico posto sul promontorio della torre aragonese.
Il lavoro di ricerca e ricostruzione sia del villaggio del II millennio a.C., sia delle variazioni del paesaggio costiero antico non si è mai fermato nel corso di questi anni e nel 2019 c’è stata la svolta. Nell’ambito delle attività per la redazione della carta archeologica di Torre Guaceto, sono state scoperte una serie di buche di palo e alcune sepolture a cremazione risalenti alla tarda età del Bronzo, cioè a circa 3200 anni fa.
Da qui, l’avvio delle procedure che hanno condotto il Dipartimento di Beni culturali salentino a dare il via ad una nuova campagna di scavo nel territorio della riserva, che attualmente si sta svolgendo in regime di concessione ministeriale, con la direzione del professore Teodoro Scarano ed il coinvolgimento del collega Claudio Cavazzuti del Dipartimento di Storia Culture e Civiltà dell’Università di Bologna, in accordo con la Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio per le province di Lecce e Brindisi.
Gli scavi andranno avanti per tutto il mese di giugno e questa campagna si prospetta proficua e piena di soddisfazioni. Gli archeologi impegnati sul campo hanno già ottenuto un parziale riscontro alle proprie ipotesi. Nelle prossime settimane, sarà possibile tracciare un quadro completo circa le evidenze che saranno documentate.
Per il momento, i fruitori delle calette incontaminate di Torre Guaceto potranno apprezzare l’attività degli archeologi dall’esterno dell’area di cantiere e, a conclusione dei lavori, i risultati ottenuti saranno divulgati nell’ambito di un evento aperto al pubblico.
“Torre Guaceto è una ‘residenza archeologica’, uso metaforicamente il termine residenza per fare un parallelo con il mondo artistico – ha commentato il presidente del Consorzio, Rocky Malatesta -, nel tempo abbiamo investito tanto su questo fronte e continueremo a farlo. Dobbiamo puntare sulla fruizione della riserva legata anche ai beni archeologici e sono certo che questa potrà essere una delle punte di diamante della nostra area protetta, che con queste importanti scoperte dimostra di essere un sito di pregevole rilevanza storica. Ringrazio gli archeologi e gli Organi istituzionali che, con grande dedizione e competenza, stanno lavorando per portare per portare alla luce e tutelare al meglio il nostro patrimonio archeologico”.