Giù le mani da George Orwell! (di Homo Videns)
Sembra che oggi sia in atto una grande operazione di ri-scrittura della storia, ad uso e consumo del ritorno al più becero passato fascista.
Uno dei casi più eclatanti è l’abuso che si sta facendo del pensiero e delle opere di George Orwell. Si prendono delle frasi di un racconto, si estraggono dal loro contesto; e, voilà, Orwell è presentato come una bandiera del pensiero di destra. E i politici italiani che vanno a braccetto con i governanti ungheresi e polacchi più liberticidi, accusano i democratici di essere il “Grande Fratello” che controlla la vita privata della gente.
Delle dichiarazioni di principio contrarie ad ogni totalitarismo vengono fatte intendere come una professione di anarchismo anti-establisment. I propugnatori del pensiero più clericale e anti-liberale oggi in Europa, tentano di ribaltare il pensiero di uno dei più famosi socialisti libertari e liberali. Ma sono soltanto dei falsari; e infangano la memoria di Orwell. Vediamo, allora, che cosa ha scritto, e ha fatto veramente questo scrittore antifascista.
In una nota autobiografica del 1946, dal titolo “Perché scrivo”, Orwell dichiarò i principî ispiratori della sua attività di scrittore: «La Guerra civile spagnola e altri avvenimenti del 1936-37 hanno contribuito a farmi prendere una decisione, e da allora ho capito da che parte stavo. Ogni riga del lavoro che ho prodotto dal 1936 l’ho scritta, direttamente o indirettamente, contro il totalitarismo e per il socialismo democratico così come lo intendo io».
Orwell partecipò alla Guerra civile spagnola combattendo contro i fascisti di Francisco Franco; là vide gli sterminî fatti dalla falange clerico-fascista. Là vide anche le lotte intestine tra stalinisti, anarchici e trotzkisti; e la loro differenza; e capì che l’intolleranza è una malattia che colpisce pure a sinistra. Da allora cominciò la sua battaglia culturale contro ogni totalitarismo di destra e di sinistra. E non smise mai di sostenere gli antifascisti spagnoli.
Ma Orwell non si dedicò alla sola scrittura; si impegnò in iniziative anti-totalitarie fino agli ultimi giorni della sua vita (1950), pur essendo vittima di una grave malattia. Con intellettuali del calibro di Bertrand Russell, Arthur Koestler e altri, partecipò e promosse vari Comitati per “sostenere e difendere coloro che erano perseguitati perché esercitano il loro diritto alla libertà di parola, di espressione e di azione”; e per “promuovere l’uguaglianza delle opportunità, e opporsi allo sfruttamento economico”.
Orwell non amò mai i compromessi. Proveniente da una famiglia benestante, non esitò a lasciare un posto di prestigio nella polizia Imperiale britannica per vivere come un accattone a Parigi. Alla vita agiata, preferì la libertà, per scrivere ciò che pensava, senza troppi tatticismi o giri di parole.
Nel 1941, con la Gran Bretagna assediata da Hitler, Orwell scrisse: «Ogni rivoluzionario sia un patriota, ogni patriota sia un rivoluzionario». Egli sognava di trasformare la guerra contro il nazi-fascismo in una rivoluzione sociale. Invitava i socialisti ad arruolarsi nella Guardia Nazionale per trasformarla in una “forza di guerriglia democratica”.
Nel 1948 (l’anno della pubblicazione del famosissimo 1984), egli scrisse: «Chi crede davvero in due tesi contrastanti (il famoso “bis-pensiero”) non può che essere schizofrenico, mentre chi finge di credervi per non trovarsi mai fuori dall’ortodossia, è semplicemente un bugiardo che mente sapendo di mentire. Ma la verità è come un muro contro il quale, prima o poi, tanto lo schizofrenico quanto il bugiardo dovranno infrangersi». Coerentemente, ingaggiò una tenace battaglia contro le menzogne.
Le tre menzogne denunciate da Orwell
1-La menzogna dello stalinismo.
Per Orwell, il Comunismo bolscevico era una menzogna, giacché si presentava al mondo come la realizzazione del Socialismo, mentre ne era la negazione.
«Evidentemente, l’URSS non è socialista, e può essere chiamata socialista solo se si dà alla parola un significato diverso da quello che avrebbe in qualsiasi altro contesto». Quantomeno – aggiunse – il sistema messo in piedi da Stalin non è il socialismo descritto da Marx e da Lenin. Per Orwell la dottrina originaria del Socialismo stava in tre elementi: «democrazia politica, equità sociale e internazionalismo». Secondo Orwell, il Socialismo deve dunque essere costruito sulle libertà civili e politiche, e non contro di esse.
2-La menzogna del fascismo.
«Il fascismo si fonda su due bugie, perché il regime ideato da Mussolini e poi reinterpretato da Hitler è un Giano bifronte.
I fascisti si presentano al mondo, nel contempo, come i cani da guardia del Capitale – tanto che vengono finanziati da banchieri, latifondisti e grandi industriali – e come i realizzatori dell’unica rivoluzione socialista possibile – tanto che molti proletari ingrossano le loro file. Ma non sono altro che dei falsari».
3-La menzogna del Cristianesimo.
In un altro saggio, Orwell scrisse: «L’archetipo del totalitarismo, la fonte dalla quale i regimi dispotici moderni si abbeverano più o meno consapevolmente, è la teocrazia giudeo-cristiana».
Il Cattolicesimo era visto da Orwell come il fondamento ideologico del sistema feudale, della teocrazia. Il suo superamento è dunque la premessa per la nascita di un mondo migliore, libero da dogmi indimostrati e indimostrabili. Abbiamo visto che cosa pensava Orwell del Comunismo: lo detestava per il suo dogmatismo intrinseco, per l’intolleranza nei confronti di qualsiasi punto di vista alternativo. Ebbene, questo è esattamente ciò che lo scrittore britannico pensava anche del Cattolicesimo. Ai suoi occhi si trattava di due ideologie affini. Queste le sue parole: «Il cattolico e il comunista sono simili nel considerare che quelli che non hanno le loro convinzioni non possono essere né onesti né intelligenti. Entrambi sono tacitamente convinti che “la verità” è già stata rivelata, e che il dissidente, se non è semplicemente un folle, è segretamente consapevole della “verità” e resiste ad essa per meri motivi egoistici».
Nell’appendice a 1984, egli scrisse:
«Tutte le parole connesse ai concetti di libertà e uguaglianza, per esempio, erano contenute nella sola parola psico-reato, mentre tutte quelle che facevano capo ai concetti di oggettività e di razionalismo erano contenute nella sola parola archi-pensiero. Una precisione maggiore sarebbe stata pericolosa. Da un membro del Partito si esigeva un atteggiamento simile a quello di un antico ebreo, il quale sapeva (ignorando quasi tutto il resto) che tutte le nazioni diverse dalla sua adoravano “falsi dei”. Per lui era inutile sapere che questi dei si chiamavano Baal, Osiride, Moloch, Astarte e via dicendo. Con ogni probabilità, anzi, meno ne sapeva e meno pericoli correva la sua ortodossia. Conosceva Geova e i comandamenti di Geova: sapeva, quindi, che tutti gli dei forniti di altri nomi e di altri attributi erano falsi dei».
Ecco, dunque, per Orwell, la vera e recondita matrice dell’integralismo stalinista e del clerico-fascismo. Quando si evoca il pericolo Orwelliano, si sappia, dunque, di che cosa si sta parlando: del pericolo totalitario insito nella propaganda di matrice religiosa. Ed è proprio la propaganda che stanno facendo i neo-fascisti oggi.
Per tutti questi motivi, Orwell è stato uno degli intellettuali che hanno ispirato i movimenti della Nuova Sinistra sessantottina, antistalinista e anti-clericale. Mentre, invece, la destra americana e inglese, ne avevano fatto una loro bandiera nella guerra fredda degli anni ’50, ponendo l’accento soltanto sull’aspetto anti-stalinista. Ma Orwell era tutt’altro. Oggi, siamo di fronte ad un nuovo tentativo di imbrogliare le carte. La verità è che la destra è alla spasmodica ricerca di un manto intellettuale democratico, che semplicemente non ha; e perciò tenta di usurpare le idee democratiche, liberali, socialiste della sinistra.
Ma Orwell ha anche detto: «Il linguaggio politico è concepito in modo da far sembrare vere le bugie e rispettabile l'omicidio, e per dare parvenza di solidità all'aria».
Infine, sappiano i neo-fascisti di oggi, che pretendono di fare di Orwell la propria bandiera, che, nel saggio Toward European Unity, l’antifascista britannico auspicava la nascita degli Stati Uniti Socialisti d’Europa, alternativi al modello capitalista americano e a quello comunista russo.
(Homo Videns)
PS: Piccola bibliografia su Orwell (a parte i noti libri).
- Orwell, James Burnham and the Managerial Revolution.
Id., Politics vs. Literature, in The Collected Essays, Journalism and Letters of George Orwell.
Id, The Home Guard and You, «The Tribune», 20 dicembre 1940.