Il 23 febbraio a Mesagne: Enzo Decaro in: Non è vero ma ci credo.
Dal 18 al 24 febbraio a San Severo, Massafra, Taviano, Polignano, Mesagne e Aradeo
Inizia venerdì 18 febbraio il tour pugliese di Non è vero ma ci credo che sarà a San Severo, Massafra, Taviano, Polignano, Mesagne e Aradeo per le stagioni teatrali che le locali amministrazioni hanno organizzato in collaborazione con il Teatro Pubblico Pugliese.
La commedia in tre atti scritta da Peppino De Filippo nel 1952 con la regia di Leo Muscato sarà portata in scena da Enzo Decaro con (in o.a.) Francesca Ciardiello, Carlo Di Maio, Roberto Fiorentino, Massimo Pagano, Gina Perna, Giorgio Pinto, Ciro Ruoppo, Fabiana Russo e Ingrid Sansone.
Il protagonista di questa storia assomiglia tanto ad alcuni personaggi di Molière che Luigi De Filippo amava molto. L’avaro, avarissimo imprenditore Gervasio Savastano, vive nel perenne incubo di essere vittima della iettatura. A un certo punto le sue fisime oltrepassano la soglia del ridicolo: licenzia il suo dipendente Malvurio solo perché è convinto che porti sfortuna. Sembra il preambolo di una tragedia, ma siamo in una commedia che fa morir dal ridere.
Lo spettacolo sarà quindi a San Severo (18 febbraio); a Massafra (19 febbraio, teatro Spadaro); a Taviano (21 febbraio); a Polignano (22 febbraio); a Mesagne (23 febbraio) e ad Aradeo (24 febbraio). Ad Aradeo, come di consueto, la compagnia incontrerà il pubblico dopo lo spettacolo.
Info: www.teatropubblicopugliese.it
SCHEDA SPETTACOLO
I due della città del sole
Enzo Decaro
NON È VERO MA CI CREDO
di Peppino De Filippo
e con (in o.a.) Francesca Ciardiello, Carlo Di Maio, Roberto Fiorentino, Massimo Pagano, Gina Perna, Giorgio Pinto, Ciro Ruoppo, Fabiana Russo e Ingrid Sansone
scene Luigi Ferrigno
costumi Chicca Ruocco
disegno luci Pietro Sperduti
regia LEO MUSCATO
Il protagonista di questa storia assomiglia tanto ad alcuni personaggi di Molière che Luigi De Filippo amava molto. L’avaro, avarissimo imprenditore Gervasio Savastano, vive nel perenne incubo di essere vittima della iettatura. A un certo punto le sue fisime oltrepassano la soglia del ridicolo: licenzia il suo dipendente Malvurio solo perché è convinto che porti sfortuna. Sembra il preambolo di una tragedia, ma siamo in una commedia che fa morir dal ridere. E infatti sulla soglia del suo ufficio appare Sammaria, un giovane in cerca di lavoro. Sembra intelligente, gioviale e preparato, ma il commendator Savastano è attratto da un’altra qualità di quel giovane: la sua gobba.
(Leo Muscato)