Giordano Bruno a 422 anni dalla sua morte è il guardiano di una delle piazze più belle della Capitale.
Era il 17 febbraio del 1600 quando Giordano Bruno venne condotto sul patibolo di Campo de' Fiori per essere arso vivo.
Bruno aveva sfidato il potere spirituale papale affermando l’infinità dell’universo e il moto della Terra. Il filosofo non abiurerà le proprie teorie rivoluzionarie e per questo verrà condannato a bruciare vivo sul rogo.
Storica resta la frase: “Forse tremate più voi nel pronunciare contro di me questa sentenza che io nell'ascoltarla”.
La statua bronzea che oggi compare in tutte le cartoline della città venne realizzata e collocata a Campo de’ Fiori nel 1889, dopo una lunga battaglia condotta da numerosi intellettuali dell’epoca contro l’opposizione del clero: firmatari della petizione furono Walt Whitman, Victor Hugo, Silvio Spaventa e Henrik Ibsen.
Ad oggi, l’opera dello scultore Ettore Ferrari domina ancora su una piazza che, nei secoli, ha rappresentato i mille volti della città di Roma.