Carnevale mesagnese Antica tradizione da consolidare (di Giuseppe Giordano)
La pandemia ci ha messo del suo, ma la vecchia tradizione del Carnevale mesagnese risale a ben prima dello stop imposto dal Coronavirus.
L’ultima edizione in funzione dei festeggiamenti, fatti con carri allegorici, risale al 2016 con l’edizione organizzata dall’Associazione “La Scatola magica” presieduta da Carlo Blasi.
Il tutto aveva preso nuovo avvio quattro anni prima, nel 2012 quando per iniziativa del sodalizio Labcreation si coinvolse un nutrito gruppo di giovani che sfilarono per la città vestiti in maschera ed a seguire, visto l’entusiasmo riscosso fu l’Assessore Maria De Guido che nel settembre dello stesso anno riunì un gruppo di appassionati per valutare le possibilità di far rivivere il Carnevale in città.
Tra i partecipanti c’erano pochissimi superstiti del vecchio Carnevale organizzato negli anni novanta dall’Associazione “Il prossimo” ma, nonostante tutto, si formarono tre gruppi di “carristi” con potenzialità elevate. Il coordinamento fu assunto da Giuseppe Radaelli, un appassionato che conosce l’arte del plasmare l’argilla di grosse dimensioni ed il compianto Aristide De Nitto, uno dei pochi che aveva al suo attivo amicizie con vari artigiani del Carnevale di Putignano.
C’erano poche risorse economiche, ma l’Amministrazione guidata da Franco Scoditti riuscì a mettere a disposizione qualcosa e soprattutto si interessò per garantire la logistica per costruire i carri allegorici, in particolare tre di grosse dimensione allegoricamente raffiguranti un drago alato, una parodia berlusconiana, ed una simbologia raffigurante la città con le sue caratteristiche ed i suoi prodotti. Ovviamente furono tre le sfilate previste per il giovedì grasso, per l’ultima domenica di Carnevale, e per il Martedì grasso e nel primo anno si sperimentò una sfilata di mattina, la domenica 10 febbraio perché il pomeriggio vi era la processione della Madonna del Carmine con l’inizio della novena.
Fu un vero e proprio successo ed il secondo anno si replicò con maggiore esperienza ed un maggiore coinvolgimento di associazioni.
Tra le altre cose una nuova esperienza con il Carnevale estivo nell’ultima domenica di luglio che registrò l’affluenza di oltre trentamila persone provenienti da tutta la provincia. Una sorta di «destagionalizzazione» che fece decisamente bene al turismo ed anche alle tradizioni popolari.
Ma il successo portò anche ad una diversa visione per il futuro. Da una parte si voleva convogliare il tutto verso una fondazione del Carnevale che prevedesse un’autonomia associativa dei gruppi, dall’altra si tentava la gestione dello stesso attraverso l’Associazione «La scatola magica». Nella serrata dialettica che ne seguì «la Scatola magica» risultò maggioritaria e nei due anni successivi ossia il 2015 e 2016 riuscì ad organizzare altre due sfilate per poi chiudere nuovamente l’esperienza con la vendita di tutto il materiale in cartapesta acquisito negli anni.
Passato il Covid 19 si potrebbe riprendere il discorso ma una condizione importante sarebbe quella di una scelta di campo da parte dell’Amministrazione comunale. Non c’è Carnevale in Italia da Viareggio a Putignano da Acireale a Cento dove la rivalità fra i gruppi non sia tanto forte da minarne l’organizzazione. Il Carnevale potrebbe ritornare in auge ma sarebbe necessario garantirne la continuità in una forma associativa la migliore possibile che puntasse ad una fondazione. Per il resto il miglioramento del percorso di Via Marconi con la messa a dimora di un albero che adesso proprio lì non potrebbe stare e con l’eliminazione di cinque fili dell’energia elettrica che attraversano la strada e costringono a non progettare carri allegorici di una certa altezza, potrebbe completare l’opera per poter svolgere l’attività nella migliore maniera possibile. Il Carnevale è anche economia, lavoro, cultura non di secondo piano e merita considerazione ed un posto al sole degno della sua tradizione, ultracentenaria.
Giuseppe Giordano
Articolo apparso sulla Gazzetta del Mezzogiorno del 01.03.2022.