“Il sesso non vuole pensieri” di Anna Rita Pinto
«Se ci sono due o più modi di fare una cosa e uno di questi può condurre a una catastrofe, allora qualcuno la farà in quel modo»
A riprova che la legge di Murphy non fallisce quasi mai, dopo quest’ultimo biennio in cui abbiamo creduto che il peggio che potesse accaderci, sia in termini umani che economici, fosse già accaduto con la pandemia, è arrivata questa delicata crisi geopolitica che, direttamente o indirettamente, coinvolge ancora una volta, un po’ tutti.
Come ben sappiamo, il covid ha già messo in crisi l’economia di molti mercati, anche quelli più floridi e a lanciare un grido di allarme questa volta sono i produttori di Condom che negli ultimi due anni hanno registrato il meno 40% di vendite, lo dice il colosso Karex che fornisce di preservativi molti marchi occidentali come la nota Durex.
Questa volta, dunque, a sollevare la questione “crisi di mercato” non sono solo le aziende e le famiglie che protestano per il caro bollette, gli autotrasportatori per il caro benzina, i ristoratori o i lavoratori dello spettacolo per il calo del lavoro, ma i produttori dei condom per il calo del sesso e gli amanti fornicatori per il calo delle ore liete. Per chi ancora ricordi cosa siano le ore liete, ovviamente.
Perché «Due anni di hotel e motel chiusi ci hanno dato un duro colpo», spiega affranto l’amministratore delegato della Karex. In pratica il covid ha affossato l’industria dei preservativi
Questo perdita pesante è stata però parzialmente contenuta grazie ad uno spostamento di produzione da parte di queste aziende che in questi due anni, a discapito dei condom, hanno puntato alla vendita di altri prodotti come i lubrificanti, i guanti in lattice e i cateteri.
Vivere di più in casa, in teoria, sarebbe potuto sembrare un incentivo naturale all’amore o, in generale, al sesso; eppure una recente ricerca ha dimostrato che il calo dell’interesse in materia è drastico e tangibile. In pratica si fa meno sesso.
La spiegazione non è banale: in primo luogo è venuta a mancare la possibilità di frequentare una location tipica e gettonatissima per il sesso, ovvero gli hotel e le pensioni ad ore. In secondo luogo è venuta a meno quella che viene definita “l’industria del sesso”: senza i sex worker si vendono molti meno condom. Terzo: sono radicalmente ridimensionati gli orari di apertura al pubblico dei consultori e delle cliniche di assistenza alla salute sessuale, altri avamposti di distribuzione di condom. Risultato: aumenta la domanda di cateteri e guanti usa e getta e diminuisce quella di profilattici. E l’offerta si adegua.
In questo momento però, guerra e covid permettendo, forse è opportuno ricordare che c’è un problema che non è mai scomparso. Mi riferisco a quello dell’HIV, un virus che attacca e indebolisce il sistema immunitario dell’organismo; l'AIDS, invece, identifica lo stadio clinico già avanzato dell'infezione. L'unico modo per scoprire se nella nostra vita sessuale abbiamo fatto qualche sciocchezza è sottoporsi al test dell’ HIV.
Volendo essere ottimisti e augurandoci che tutta l’umanità torni presto a fare l’amore e non la guerra, dobbiamo ricordare perciò che per ridurre il rischio di trasmissione sessuale dell’ HIV bisogna usare il preservativo maschile (condom) o femminile femidom nei rapporti penetrativi; nei rapporti orali, invece, usare il preservativo o il dental dam (un fazzolettino in lattice) fin dall’inizio del rapporto; in ultimo condurre una relazione monogama o esclusiva, in cui entrambi i partner sono sieronegativi all’ HIV e non hanno altri comportamenti a rischio al di fuori della coppia.
Dunque, dopo questa piccola distrazione dalla guerra in atto, non possiamo augurarci altro che tornare presto alla normalità delle nostre vite dove potremo riprendere a coltivare le relazioni sociali reali e non virtuali e ridare il giusto spazio anche alla sfera sessuale-amorosa. Così anche il Papa, che in uno dei suoi recenti discorsi ha detto che sono tante le coppie che invece di fare figli prendono cani e gatti, sarà più contento. Certo non diciamogli che sosteniamo l’uso dei condom, non vorremo mai che lanciasse un anatema contro chi li usa e ci ritrovassimo con un bastimento di figli frutto di preservativi bucati.
Anna Rita Pinto
04.03.2022