“Si vive una sola volta, si muore due” di Anna Rita Pinto
A pochi giorni dalla commemorazione dei defunti del 2 novembre, arriva la notizia che
nel cimitero di Barletta le pecore brucano e pascolano in tutta serenità, ma non su un prato verde, bensì tra le lapidi. Cosa simile è accaduta più volte anche nei cimiteri di Roma e di Palermo, già flagellati dallo scandalo delle bare in attesa di sepoltura, dove i cinghiali scorrazzano tranquillamente sui campi di inumazione e scavano sulle sepolture senza ricordo e pietà, perché per loro quella è terra, e radici e tuberi sono solo cibo.
Non c’è pace nemmeno per i defunti del cimitero di Poggioreale a Napoli, visto che un nuovo crollo, dopo quello dei mesi passati dove 300 loculi furono distrutti a causa dei lavori della metropolitana, ha determinato lo sventramento della Cappella della Congrega della Resurrezione rendendo le bare, e in alcuni casi anche le salme, visibili a centinaia di metri di distanza, alcune pericolosamente in bilico e ad una certa altezza, aumentando le difficoltà nell’opera di recupero delle stesse.
Un problema simile ma provocato dall'erosione della falesia sotto all'area cimiteriale, si verificò anche al cimitero di Camogli in provincia di Genova, causando nel 2021 il crollo in mare di una porzione del cimitero e circa duecento bare finirono in mare incastrate sugli scogli, rendendo complicate le operazioni dei sommozzatori dei vigili del fuoco per il recupero delle salme.
Ma a parte i crolli e gli animali che animano i cimiteri, i camposanti spesso sono anche teatro di spaccio come è accaduto tempo fa nel cimitero di Giarre dove furono sequestrati 70 chili tra marijuana, hashish e cocaina o come spesso è accaduto all’ingresso del Cimitero Flaminio di Roma che in passato ha vantato circa 400 spacci giornalieri che tradotto in soldi significa circa 20mila euro al giorno, considerando i picchi del weekend.
Di ordinaria quotidianità sono invece gli atti di vandalismo e furti di qualsiasi cosa possa essere rivenduta: spariscono vasi e immagini sacre di rame, vasi di vetro, piccole cornici d’argento e addirittura corone di fiori e cuscini funerari posti al di fuori dei depositi.
Per concludere molti ricorderanno anche la notizia che rimbalzava alcuni anni fa riguardo l’utilizzo della legna dei feretri per tenere accesi i forni di certi pizzaioli e fornai del napoletano.
D’altra parte non c’è nemmeno da stupirsi visto lo stato in cui sono ridotti buona parte di molti cimiteri cittadini e dove lo spettacolo che si presenta ai visitatori è spesso raccapricciante: bare scoperchiate e resti umani abbandonati nei viali come fossero spazzatura.
Forse non ci resta che pensate che i cimiteri rispecchiano semplicemente ciò che siamo in vita. E questo, ancora una volta, dovrebbe farci riflettere perché se è vero che si vive una volta sola non si può morire due volte.
Anna Rita Pinto
28.10.2022