“#NemmenoConUnDito” di Anna Rita Pinto
Guglielmina, 72 anni, soffocata all’inizio dell’anno dal marito e poi Marina, 53 anni, accoltellata dal figlio.
Sono solo la prima e l’ultima donna, ad oggi, uccise nel 2022. Nel mezzo ci sono un altro centinaio di vittime, senza contare quelle abusate, fisicamente e psicologicamente, come la sedicenne con disagio psichico che dopo essere stata drogata è stata stuprata ad Andria. O Saman, di cui è stato trovato il corpo un paio di giorni fa, uccisa per ordine del padre perché sognava di sposare un ragazzo che non era quel cugino pakistano prescelto per lei dalla famiglia. E poi ci sono le donne invisibili, scomparse nel nulla e mai più ritrovate. La lista sarebbe lunga, troppo lunga.
L’eliminazione della violenza contro le donne che si celebra il 25 novembre, non è una commemorazione fondata sulla memoria, ma è quell’allarme che ci ricorda la quotidianità del tragico, dove oltre la metà degli omicidi sono stati commessi dal partner o dall’ex, mentre la restante parte è per mano di altri familiari, figli, nipoti o fratelli.
La situazione non cessa di essere allarmante dunque, perché riguarda soprattutto quella realtà sommersa tra le mura domestiche. Quella di cui non si parla nemmeno con la migliore amica. Riflesso di un’asimmetria di status che contraddistingue, quando patologico, il rapporto tra uomini e donne. Donne che possono essere madre, sorella o figlia di chiunque. Talvolta anche bambine, che prima vengono abusate e poi ammazzate.
Per questo non bisogna esitare a contattare il 1522 numero antiviolenza e stalking. E poi non bisogna dimenticare che è stato istituito il Codice rosso, ovvero quella procedura d’urgenza per i reati di violenza domestica e violenza di genere, che può essere attivata solo con la denuncia agli organi competenti. In questo caso scatta per gli inquirenti l’obbligo di procedere con urgenza e per il P.M. quello di sentire la persona offesa per decidere quali misure cautelari adottare.
Segno di attenzione a questo triste fenomeno è anche l’istituzione del pronto soccorso psicologico dopo il femminicidio, presso l’ospedale pediatrico di Bari, a supporto degli orfani speciali che hanno perso un genitore per mano dell’altro.
Se molto c’è ancora da fare da parte delle istituzioni, anche la comunità civile, se tale vuole essere definita, può far molto, a partire dall’attenzione e dall’ascolto verso tutte quelle donne in difficoltà. Aiutarle a non sentirsi sole e consigliare loro di rivolgersi presso i centri di ascolto antiviolenza, i consultori o agli organi di Polizia. Perché è meglio salvarsi la vita che salvarsi la faccia per il timore della vergogna.
A tal proposito la Commissione Pari Opportunità Politiche di Genere e Diritti Civili della città di Mesagne, invita tutti i lettori, nella giornata del 25 novembre, a fotografarsi con un foglio o un cartello con su scritto #NEMMENOCONUNDITO e farlo diventare virale postandolo sui social o sulle vetrine delle proprie attività commerciali.
ANNA RITA PINTO
24.11.2022