“I diritti sono uguali per tutti?” di Anna Rita Pinto
Ieri si è celebrata la Giornata internazionale delle persone con disabilità,
indetta dalle Nazioni Unite nel 1981 per aumentare la consapevolezza verso la comprensione dei problemi connessi alla disabilità e l'impegno per garantire la dignità, i diritti e il benessere delle persone diversamente abili.
E sempre ieri l’Ansa ha pubblicato i dati registrati dall'Osservatorio per la Sicurezza Contro gli Atti Discriminatori (Oscad) della Direzione Centrale della Polizia Criminale del Dipartimento della Pubblica Sicurezza, nel biennio che va dal 1 ottobre 2020 al 20 settembre 2022 e i dati che sono emersi continuano ad essere allarmanti: 21 episodi di stalking, 230 casi di maltrattamenti, anche su minorenni, e cinquanta violenze sessuali, soprattutto su donne con disabilità di tipo cognitivo e spesso con difficoltà a riconoscere l'abuso e a denunciarlo. Quelle con disabilità fisica, invece, vengono prese di mira a causa delle difficoltà motorie che spesso non consentono loro di fuggire o opporre resistenza.
Tra le tante storie drammatiche c’è anche quella avvenuta in Sicilia durante il lockdown, quando una giovane donna affetta da una grave forma di deficit cognitivo che si trovava ricoverata in una struttura sanitaria, avrebbe subito ripetute violenze sessuali da parte di un operatore a cui era affidata la sua cura. Nessuno ha denunciato quanto accaduto e gli abusi sarebbero rimasti sconosciuti se la donna non fosse rimasta incinta.
Le donne con disabilità vittime di reato risultano spesso più delle altre donne, ma denunciano anche meno delle altre, perché, quando sono in grado di riconoscere l’abuso, temono di perdere il supporto della persona che si prende cura di loro, visto che spesso gli abusi sessuali avvengono all'interno della famiglia o nelle strutture deputate alla cura e all'assistenza o comunque per mano di persone che godono della fiducia della vittima, come un familiare, un amico, un operatore sanitario, un insegnante, un volontario o un caregiver. Da qui la notevole cifra di sommerso che contraddistingue tali reati e la necessità di tenere alta l'attenzione su un fenomeno che rimane nascosto se non addirittura negato. Molte giovani con disabilità vengono addirittura contattate sui social, circuite e indotte a produrre materiale sessuale per poi essere ricattate con richieste estorsive sotto la minaccia di divulgare il materiale pornografico.
E poi c’è sempre lo stalking che talvolta viene commesso da partner o da ex partner, ma anche da vicini o conoscenti della vittima, com’è accaduto qualche giorno fa a Vigevano quando due ragazzi hanno picchiato un disabile di 25 anni, dopo averlo fermato mentre girava con la sua bicicletta, mentre un loro “sodale” filmava la scena con il telefonino e la divulgava sui social.
Fortunatamente, però, esiste anche un’altra faccia della società che invece pensa davvero a quel principio per cui è stata istituita la giornata del 3 dicembre, ne sono un esempio i tanti progetti lavorativi nati per garantire l’inclusione a ragazzi con la sindrome di down o affetti da disturbi dello spettro autistico. PizzAut, in provincia di Milano, forse è il progetto più noto, nato nella cucina di casa Acampora, dove la famiglia ha iniziato a fare la pizza coinvolgendo nella preparazione il loro bambino autistico e invitando poi gli altri bimbi a cena. E ancora il Bar Senza nome a Bologna, il primo bar ad essere gestito da sordi e dove sulla lavagna all'ingresso del bar c’è scritto: “se al bancone vuoi ordinare usa la lingua dei segni, i bigliettini in bacheca, gesticola, insomma trova tu la soluzione!”. Oppure in Puglia, in provincia di Brindisi, dove nel ristorane XFOOD a San Vito dei Normanni si promuove l’inserimento lavorativo di persone affette dalla sindrome di Down.
Insomma queste ricorrenze dovrebbero servire a tutti noi per fare un punto della situazione su quello che è stato fatto e su quello che ancora occorre fare per ridurre le differenze fra le persone. Principio sposato anche dalla città di Mesagne e dalla sua commissione pari opportunità politiche di genere e diritti civili che sta lavorando in questa direzione. Dopo che nel marzo del 2021 è stato approvato all'unanimità il piano P.E.B.A. (Piano per l'eliminazione delle Barriere Architettoniche) con un relativo documento contenente la mappatura delle situazioni di impedimento, rischio od ostacolo per la fruizione di edifici e spazi pubblici, da parte di persone con disabilità motorie, visive o uditive, si stanno facendo passi in tale direzione rendendo fruibili gli edifici pubblici della città; investendo su percorsi lavorativi inclusivi e favorendo l'accesso alle informazioni dei luoghi culturali con dei Toto Totem scritti anche nel linguaggio Braille a favore delle disabilità sensoriali. Passi apprezzabili che si stanno compiendo in tutte le società civili, ma non ancora sufficienti da poter concretamente consentire a tutte le persone di avere gli stessi diritti.
Anna Rita Pinto
04.12.2022