“Ristori, non solo economici” - di Anna Rita Pinto

Chi si sofferma sulle piccole cose ha anche la possibilità di accorgersi di riscontri di solidarietà trasversali

che fanno pensare e, che almeno per qualche momento, ci fanno sentire più umani. Ne è l’esempio l’azione scelta dalla curva Fiesole degli ultrà della Fiorentina, che ha scelto di trasformarsi in “angeli del fango” invece di andare allo stadio per assistere alla partita di calcio di serie A, Fiorentina-Juventus.

Allontanandoci invece dalle conseguenze causate dal maltempo che nelle ultime settimane ha inginocchiato gran parte del nostro Paese, ci sono situazioni più croniche che dimostrano che, dalla pandemia ad oggi, sono aumentati i “nuovi poveri”. Gente normale e non necessariamente ai margini, già in difficoltà a causa di lavori precari o di attività andate male, a cui poi, nel tempo, è andata peggio: famiglie in fase di separazione, magari con figli, mutui o affitti sulle spalle. Insomma single, famiglie o anziani che fanno fatica persino a fare la spesa. In questo nuovo quadro nascono molte iniziative solidali seminate su tutto il territorio italiano.

Per i più avvezzi alla tecnologia, ad esempio, nascono delle App dedicate come quella di

https://www.toogoodtogo.com/it che, come recita il sito di riferimento, lancia un claim all’utente: “salva gustose Surprise Bag dai ristoranti e negozi della tua zona a un prezzo super vantaggioso”. A questa rete aderiscono aziende alimentari, supermercati, caseifici, panifici, bar, ristoranti e tutte quelle attività commerciali che mettono a disposizione delle “borse a sorpresa” a dei “prezzi sindacali” che contengono alimenti che verranno pagati dall’utente finale a 1/3 del costo originario. Un vantaggio per chi ne usufruisce ed anche per le attività, che così, pagando una commissione, avranno il vantaggio di ridurre lo spreco e trarre profitto da alimenti che probabilmente rimarrebbero invenduti, perché freschi o prossimi alla scadenza.

A parte queste modalità che probabilmente verranno considerate soprattutto dai più giovani, esiste poi, in tutte le regioni italiane, la rete diffusa degli Empori solidali, il primo nato nel 1997 a Genova. La definitiva diffusione di questo tipo di market, però, è avvenuta negli anni a seguire partendo dalle grandi città, dove il divario economico si percepisce più forte, fino a raggiungere i piccoli centri. A gestire queste attività sono quasi sempre organizzazioni no-profit spesso in rete fra loro: associazioni; cooperative sociali; enti ecclesiastici diocesani; parrocchie ed enti pubblici, ma molte solo anche le imprese che collaborano direttamente con gli empori.

Questi supermercati solidali puntano a recuperare gli sprechi a vantaggio di chi si trova in difficoltà e permettono, attraverso un accesso controllato, la possibilità di fare la spesa gratuitamente a seconda dei bisogni. Somigliano a piccoli market e distribuiscono gratuitamente beni di prima necessità, resi disponibili da donazioni o acquisti, tra i quali i beneficiari potranno liberamente scegliere in base ai propri bisogni e ai propri gusti. Gli empori, inoltre, “accanto al sostegno materiale, propongono direttamente o indirettamente servizi e percorsi di orientamento, formazione, inclusione e socializzazione.” Per poter usufruire di questo servizio bisogna rientrare in determinate regole ed ogni regione ha la sua legislazione che definisce chi ha diritto a fare la spesa all’interno di questi market solidali. Questo è uno dei siti di riferimento per avere maggiori informazioni sulle modalità e su dove trovare, regione per regione, gli empori solidali: https://www.nonsprecare.it/empori-solidali-in-italia-ecco-dove-sono-un-aiuto-per-le-famiglie-in-difficolta

Oltre a iniziative così ben strutturate esistono, però, anche azioni più piccole ma altrettanto ammirevoli che vengono compiute quotidianamente dalle persone e dalle piccole attività commerciali nei piccoli paesi, esattamente come capita a Mesagne, la cittadina messapica che negli ultimi anni è ritornata a splendere grazie alle azioni, non solo politiche ma anche della gente che ci vive.

Non di rado, infatti, nei supermercati o nei pochi minimarket ancora esistenti, capita di trovare carrelli pieni di prodotti apparentemente incustoditi, detti “di solidarietà” o, come li chiamano alcuni, di “spesa sospesa” che possono essere riempiti da alimenti di qualunque natura, spesso a lunga conservazione per famiglie, bambini e animali: cibo in scatole, legumi, pelati, latte, merendine, passata di pomodoro, olio, pasta, riso, sale e zucchero, cibi senza glutine o alimenti e pannolini per neonati e specifici per animali. O ancora prodotti per l’igiene come bagnoschiuma, shampoo, carta igienica, dentifrici e detersivi.

Prodotti e generi alimentari donati da persone anonime che, andando a fare la spesa per le proprie famiglie, aggiungeranno sul loro scontrino prodotti che invece lasceranno nel carrello sospeso e che poi verranno gestiti da Associazioni di volontariato che nel fine settimana li ritireranno per distribuirli alle famiglie in difficoltà.

Una bella azione che costa poco e dà molto in termini di solidarietà e che, se fosse posta in essere dai più, potrebbe diventare “virale” tra tutti i supermercati del territorio, in collaborazione con i già noti gruppi di assistenza come “La casa Zaccheo” o la “Caritas”. Sarebbe un momento di vicinanza che, al di là del valore economico dei beni, si trasformerebbe immediatamente in “brodo caldo per l’anima” per chi ha bisogno di ristoro, non solo economico.

09.11.23- Anna Rita Pinto

Per restare aggiornato seguici e metti “Mi piace” sulla nostra pagina facebook, sulla pagina https://www.facebook.com/mesagnenet

 

Per offrirti il miglior servizio possibile questo sito utilizza cookies. Continuando la navigazione acconsenti al loro impiego in conformità della nostra Cookie Policy.