“Il Capodanno festeggiato in giorni diversi” - di Anna Rita Pinto

Sopravvissuti ai festeggiamenti di Capodanno?

Ma lo sapevate che in passato ciascuna civiltà celebrava l’inizio dell’anno in giorni diversi? Secondo alcuni storici, il primo Capodanno, per come lo intendiamo oggi, ha le proprie radici in un festival religioso chiamato Akitu, celebrato nell’antica Babilonia nel giorno di fine marzo, per festeggiare l’inizio del nuovo anno nonché la vittoria del dio del cielo babilonese Marduk sulla malvagia dea del mare Tiamat. Nell’antica Roma il capodanno si celebrava il primo marzo, un giorno importante perché entravano in carica i magistrati, compresi i consoli, eletti nel precedente mese di dicembre.

Lo spostamento al primo gennaio avvenne probabilmente nel II secolo a. C., da allora i consoli e gli altri magistrati entrarono in carica il primo gennaio e la data restò “in vigore” anche dopo il 45 a. C., quando Giulio Cesare introdusse un nuovo calendario, noto come calendario giuliano. In questa occasione veniva celebrato Giano, dio romano degli inizi, le case venivano decorate con rami d’alloro, ci si scambiavano doni e si faceva festa. I festeggiamenti venivano subito dopo i Saturnali, le feste romane per il dio Saturno, che chiudevano l’anno. Era l’origine del nostro Capodanno.

Nel Medioevo i festeggiamenti di Capodanno scomparvero per un po’ e venero sostituiti con celebrazioni di carattere più religioso, finché nel 1582 Papa Gregorio XIII non lo ristabilì introducendo l’attuale calendario gregoriano. Per secoli, comunque, in Inghilterra, Irlanda, ma anche a Pisa e a Firenze, il Capodanno continuò a celebrarsi il 25 marzo. Mentre in Spagna il primo giorno dell’anno era fissato al 25 dicembre, in corrispondenza con il Natale. Durante l’impero bizantino, in Puglia, Calabria e Sardegna, l’anno iniziava il primo settembre, che equivaleva al 14 settembre nel calendario gregoriano. Il primo gennaio, però, era già una data importante del calendario liturgico cristiano, perché era il giorno della circoncisione di Gesù. Per gli ebrei era (ed è) prassi praticare la circoncisione ai bambini otto giorni dopo la nascita e poiché Gesù, secondo una tradizione consolidatasi nel V secolo, è nato il 25 dicembre, la sua circoncisione è stata effettuata il primo gennaio. Per la religione ebraica il capodanno, detto Rosh haShana, cade tra il 5 settembre e il 5 ottobre e nello Stato di Israele è un giorno festivo.

Oggi la data del primo gennaio è diffusa in quasi tutto il mondo. Del resto ha il vantaggio di essere vicina al solstizio d’inverno, cioè il giorno più corto dell’anno, dopo il quale le ore di luce iniziano ad aumentare, rappresentando una sorta di “rinascita” della natura. Solo in pochi Paesi il primo gennaio non è un giorno festivo ed è meno importante di altri “capodanni”.

In alcuni Paesi islamici, come l’Iran, l’anno inizia nel primo giorno del mese di Muharram e, poiché il calendario islamico è lunare (cioè calcola lo scorrere del tempo in base alle fasi della luna e non coincide con il calendario solare), la data è mobile. Tuttavia, la maggior parte dei Paesi islamici adotta il calendario gregoriano e considera capodanno il primo gennaio.

Invece in Cina, nonostante sia in vigore il calendario gregoriano, il capodanno è calcolato in base a un calendario lunisolare e inizia il giorno della seconda luna nuova dopo il solstizio d’inverno, cioè tra il 21 gennaio e il 20 febbraio. Le festività durano per quindici giorni, concludendosi con la tradizionale festa delle lanterne dove vengono librate in cielo migliaia di lanterne con su scritte preghiere, affinché possano avverarsi. Simbolo di cultura, disciplina, sapere e altruismo, qui si osserva una speciale usanza: i monaci Shaolin si esibiscono con una meditazione in movimento, dove praticano esercizi al limite delle capacità umane. Andando un po’ in giro per il mondo, però, non mancano usanze più particolari, ma di questo ne parleremo nel prossimo articolo.

Anna Rita Pinto – 01.01.24

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