La fotografia è venuta ancora mossa. Colpa della iattazione (di Anonymus).

“Giungo innanzi a voi petente ossequiente e rispettoso onde illustrare singolari voci assurda ipotesi elezioni in corso. Facinorose e malevoli notizie giunseromi circa contesa elettorale vigente ascesa primario cittadino località Misciagni”.

Vossia voglia illuminare l’intelletto mio ricevendo umile mia terrena persona”.

Il testo del telex non lasciava dubbi: una campagna elettorale per l’elezione del primo cittadino di Mesagne era in corso. Notizia sconvolgente.

L’ordine pubblico sembrava gravemente minacciato, la città pericolosamente in pericolo: facile prevedere cruento spargimento di parole vacue.

La richiesta di ricevimento dell’ inferiore sottoposto portava l’incombente a livello “nove” dell’urtamento di nervi, posto dieci il massimo verificantesi alla domanda della moglie “dove sei stato caro?”

Ardite, astruse infondate assai, apparirono all’Autorità le denunciate voci.

Assunta posizione di comando, mani a cinta, petto in fuori, pancia cadente e culo flaccido, secca perentoria illuminante di ritorno giunse la risposta: “che minchia me ne fottu io delle elezioni di Misciagni”.

“Impegnato alte sonnolenti attività rifuggo solo pure immaginare in atto esserci sediziosa attività elettorale”.

Pervenne cablo sigillato con staffetta a cavallo.

Tremanti le mani, ma non per questo titubanti, bramose afferrarono il plico porto dall’incolpevole corriere.

La difficoltosa lettura nulla tolse alla gravità del messaggio: l’Autorità attribuiva niuna importanza alle voci di elezioni. O forse niuna preoccupazione perveniva all’Autorità sulla elezione di un sindaco.

Messaggio oscuro al punto: necessitava chiaro riscontro. Risultanze indagini successive dovevansi comunicare.

“Eccellentissima Autorità colgo vostra nobile risposta dispiaciuto senso disappunto. Giammai volersi addurre irrispettoso disturbo vengo a dirvi di perigliosa attività proselitismo. Dediti insolentire paciosi cittadini aggiranosi personaggi di blandizie armati al fin convincere lor stessi accettare schierarsi in favor di quel o quell’altro candidato.”

“Or sol voci appaiono ma chiedovi nulla osta indagini.”

Gentil “per ben signora” sollazzavalo allorquando trafelato giunsevi ruffiano amico recante seco plico di risposta.

Da timor preso per l’incomodo apportare, titubante porse bollente replica.

“Giunse tosto plico di risposta alle sue eminenti righe dall’ inetto sottoposto – egli riferì – attendo ordini.”

Terrificante urlo spense flebili fiammelle al fin tenute accese di intima atmosfera foriere.

Difficoltose operazioni meccaniche in atto immantinente inibite sbocco di sangue provocarono alla somma Autorità.

Rassegnata la gentil signora dal ripetuto calo di tensione, fuggìsene sconsolata.

“Scrivi” perentorio disse!

“Di significato oscuro pervengonmi tue sconsiderate illazioni. Dicoti e afférmati impossibile anche solo immaginare tentativo di elezioni in atto in quel di Misciagni. Fedeli e attenti e non millantatori miei informatori, contrariamente tue segnalazioni affermano esservi totale calma. Ultimo vero Sindaco segnalato in quel di Misciagni talare abito indossava: nessuna altra nova mai pervenuta. Diffidovi al futuro persistere spargimento di fandonie. Assicuro nulla di nuovo accade e accadrà.” “Ove tue mentali forze tentennanti appaionoti consiglio bravissimo et famoso cerusico in città operante”.

“Prendi e porta” comandò.

Luminose chiare ed illuminanti apparvero le parole dell’Autorità: la sola lettura rendeva l’uomo sottoposto finalmente sicuro e il suo stato d’ansia sembrava acquietarsi: egli sbagliava, non era vero che c’era una competizione elettorale in corso, non era in corso alcuna sediziosa attività di proselitismo; per cosa poi: la storia parlava chiaro.

Vedeva in effetti gente stranamente agitarsi, ma doveva avere ragione l’Autorità: “nulla accade e nulla accadrà”.

Anonymus

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