Prima di stagione al teatro Verdi di Brindisi: apre Sebastiano Somma con «Uno sguardo dal ponte»

Finalmente ci siamo. Il sipario del Teatro Verdi di Brindisi annuncia una scena nuova.

È la stagione numero nove al politeama brindisino, un manifesto del teatro che viaggia in tondo tra i generi, in partenza venerdì 20 novembre. A tenerla a battesimo un interprete tra i più amati della nostra scena, come Sebastiano Somma, che al Verdi torna dopo aver letto sulle musiche di Rossini nel 2010. Ma prima dello spettacolo, inaugurato nei giorni scorsi a Monza, nella tarda mattinata di venerdì l’attore stabiese sarà all’ITT Giorgi per un incontro con gli studenti. Somma torna a Brindisi per cucirsi addosso un testo-simbolo della drammaturgia nord-americana del Novecento: «Uno sguardo dal ponte», scritto da Arthur Miller nel 1955 e ispirato a un fatto realmente accaduto qualche anno prima. Al centro del dramma la New York anni Cinquanta, emblema del sogno americano inseguito da migliaia di emigrati italiani sulla strada, in qualche caso sul ponte, di un riscatto sociale ed economico. Il ponte può condurre. Ma dal ponte si può anche cadere, o rimanerne sospesi. Lo spettacolo, diretto da Enrico Maria Lamanna, racconta il dramma interiore vissuto da Eddie Carbone: approdato in America con una valigia colma di speranze, deve fare i conti con la dura realtà. Quel sogno, per il quale ha attraversato l’oceano, forse è solo un’illusione. È uno scaricatore di porto e vive con la sua famiglia in un sobborgo di Brooklyn. Questa condizione, sommata ai morbosi sentimenti che l’uomo prova nei confronti della nipote, è il risultato della sua difficoltà ad adattarsi al “nuovo mondo”. E proprio il Brooklyn Bridge diventa la metafora del proprio intimo tormento: il ponte, che separa la periferia dalla ricchezza, lo divide compimento del “sogno americano”. Ma soprattutto, seduto sul freddo ponte di acciaio, accarezza l’incestuoso desiderio di proteggere la purezza della sua giovane nipote.

Sebastiano Somma, nei panni del protagonista, dà voce non solo al dramma personale di Eddie ma anche alla sofferenza degli emigrati italiani catapultati in un mondo troppo distante dalla loro cultura, e per questo incomprensibile. L’opera, diretta per la prima volta da Luchino Visconti nel 1955, colpisce tutt’ora per la sua attualità. L’immigrazione e l’integrazione sociale, come due fili rossi invisibili, si intrecciano nella trama, andando a creare la parete di sfondo dello spettacolo. Due temi, purtroppo, che dopo l’11 settembre parigino risultano ancora più scottanti.

Sebastiano Somma definisce come “necessario” il suo incontro con il personaggio: «C’è un tempo - ci racconta – per ogni testo nella vita artistica di un attore. Ci pensavo da tempo, è venuto il momento di vivere il dramma di Eddie Carbone, sospeso sul ponte che divide i bagliori del benessere dal travaglio dell’integrazione. È una messinscena moderna, veloce, per alcuni versi ironica perché spoglia il sogno americano fino all’illusione. Così, dopo aver visto a Londra la versione del regista belga Ivo van Hove, ho proposto a Luigi De Filippo e alla moglie Laura Tibaldi di produrre un nuovo allestimento dell’opera di Miller. Per la regia ho subito pensato a Enrico Maria Lamanna, di cui nel 2003 avevo apprezzato “Il mondo di Mr. Peters”, ultimo testo del drammaturgo americano, con Giorgio Albertazzi. In questa nuova produzione, con nove attori in scena, ci sono anche le musiche originali di Pino Donaggio».

Si comincia alle ore 20.30

Durata dello spettacolo: un’ora e 40 minuti senza intervallo

Per tutte le informazioni www.fondazionenuovoteatroverdi.it - Tel. (0831) 229230 - 562554

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