Storia Patria - XLI Colloquio di studi e ricerca storica - Brindisi e i suoi quartieri

Brindisi. Palazzo Granafei-Nervegna - Giovedì 28 gennaio ore 17,00

Città s'addimanda una radunanza d'uomini per vivere insieme felicemente. E grandezza di città si chiama non lo spazio del sito o il giro delle mura ma la fortuna degli abitanti e la potenza loro.

Giovanni Botero, Delle cause della grandezza e magnificenza delle città, 1588

È l’UNESCO che con la sua ICOMOS (International Council on Monuments and Sites) fornisce un contributo innovativo per ciò che concerne la dimensione urbana, formulando il concetto di Historic Urban Landscape: questi “insiemi” costituiscono gli insediamenti umani in un ambiente urbano su un periodo di tempo relativo; si tratta quindi di quel paesaggio che ha modellato la società moderna ed ha un grande valore per la comprensione del modo di vivere nel presente. La necessità di comprendere il presente e costruire il futuro analizzando le tracce che l‟uomo ha lasciato nell’ambiente urbano (“eredità culturale”) porta a una nuova visione della città e delle sue dinamiche storiche; analisi che deve necessariamente includere la percezione che gli uomini hanno (e che hanno avuto) del proprio spazio urbano, nonché le mentalità operanti dietro ogni scelta (individuale o collettiva) che sia ricaduta in tale spazio. Le ricerche sul paesaggio urbano come sistema articolato sono coerenti con quanto recentemente evidenziato dall'UNESCO-ICOMOS. Due esempi in questa direzione sono costituiti dalla ricerca sulla percezione del paesaggio di François Walter, e sulle interazioni umane con il paesaggio di Isabelle Backouche. Brindisi, città in rapida crescita per demografia e superficie già dal XIX secolo, supera gli anni cinquanta di quel secolo assumendo tre nuovi ruoli, determinanti per le sue prossime trasformazioni: è città-con-porto che si avvia a essere tra i più importanti del Mediterraneo; è una città neo industriale; è un polo forte per il Salento, attraendo investimenti e popolazione. La città si trasforma e chiede una gestione del territorio, incaricando tecnici ed esperti della redazione di relazioni e piani di ampliamento e risanamento.

Via Appia, via Cappuccini, via provinciale per San Vito e via per Lecce acquistarono sempre più le caratteristiche di vie dei traffici, esercitando un potere attrattivo non solo delle merci in transito ma soprattutto degli operatori di quei traffici, dai carrettieri agli intermediari, dai portuali ai padroni degli opifici; nuovi abitanti della città per ragioni di lavoro e di commercio, che scelsero collocazioni abitative spesso extra moenia, impossibilitati a saturare gli spazi della città ridefinitasi lungo il nuovo grande asse che legava la Stazione Ferroviaria al porto, ma soprattutto fortemente interessati a collocarsi lì dove gli affari li chiamavano ai loro compiti. Questa nuova crescita della città, definisce nuovi spazi e nuovi ambiti: crea il paesaggio moderno della città

Questi temi saranno sviluppati, nel corso del XLI Colloquio di studi e ricerca storica in un programma articolato e complesso che si invia in allegato.

Al termine delle relazioni, i lavori proseguiranno presso l'Open Club (vico Tarantafilo, 10), locale posto nella suggestiva cornice degli scavi romani sotto il Teatro Verdi, dove i relatori saranno ben lieti di rispondere amichevolmente alle domande degli intervenuti, approfondendo i temi trattati.

Nel corso dell'informale, conviviale e originale incontro, al cospetto di un buon bicchiere di "rosso", il "fine dicitore dialettale" Giancarlo Cafiero declamerà suggestive poesie in vernacolo capaci di descrivere la vita quotidiana, d'un tempo, nei quartieri di Brindisi.

 

 

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