Un ulteriore intervento, quello di Tiziana Martucci sulla via Francigena.
In qualità di ex Presidente della Pro Loco Brindisi, dimissionaria in quanto candidata a consigliera comunale
in una lista a supporto di Angela Carluccio, desidero intervenire sulla questione della Via Francigena in quanto argomento di sicuro interesse turistico-culturale.
Ho l’impressione che al candidato sindaco del PD sfugge l’importanza e la rilevanza di quello che sta accadendo in questi giorni. Cerchiamo di chiarirgli le idee.
Sappiamo bene che il CIPE ha approvato, su proposta del Ministro Franceschini, il Piano Cultura e Turismo che contiene 2 iniziative che interessano direttamente Brindisi: interventi per 20 milioni di euro per la valorizzazione dell’antico tracciato romano fino a Brindisi – Via Appia Regina Viarum – e 20 milioni di euro per la via Francigena.
La cosa non è sfuggita, evidentemente, nemmeno ai cugini leccesi che, proprio ambendo ad ottenere le risorse destinate alla Via Francigena (sulla Via Appia forse nemmeno il magnanimo Marino potrebbe trovare qualche giustificazione plausibile ad allungarla da qualche altra parte ..) stanno facendo questo tentativo, a nostro avviso tardivo ed inopportuno, di estendere il tracciato a Santa Maria di Leuca visto che, Marino però non lo dice, il nuovo tracciato è stato già approvato in sede europea e vede come punto terminale Brindisi.
Perché allora oggi a Roma, questa sorta di pellegrinaggio al contrario, dell’Assessore Capone con parlamentari, prelati ed operatori del turismo religioso di Lecce e provincia ?
E’ del tutto evidente, a chi non è sprovveduto, che questo disperato tentativo è propedeutico a che poi si possano finanziare iniziative, sempre sul medesimo capitolo dove dovremmo attingere anche noi per la Via Francigena, con il privilegio che spetta ad un luogo che è terminale di un percorso e non semplice punto di passaggio. E’ su questo che deriverebbe il danno a Brindisi e, francamente, non solo un danno economico ma anche un danno storico in quanto, e anche qui il candidato del PD si è mal documentato, il lavoro per la definizione del tracciato è durato più di 10 anni e c’è stato tutto il modo, il tempo e l’opportunità di far valere in quella sede le ragioni storiche e culturali della comunità leccese evidentemente non abbastanza forti.
Del resto, come Pro Loco, ci eravamo mossi per tempo per realizzare, con il contributo di altri soggetti locali quali il Consorzio Cetma, a definire progetti di valorizzazione del ruolo di Brindisi quale Porto Terminale della Via Francigena del Sud e su questo occorrerà continuare a lavorare.
Tiziana Martucci