La figura e l’opera di Pier Fausto Palumbo (1916-2000) tra Europa e Salento
Questo il titolo del volume di 192 pagine, più 24 tavole a colori (€15,00), curato dal nostro concittadino Domenico Urgesi, già direttore della Biblioteca e Museo di Mesagne ed ora presidente della Società Storica di Terra d’Otranto.
Nel pomeriggio di venerdì scorso, 18 maggio, è avvenuta la presentazione del volume, fresco di stampa, pubblicato in memoria di Pier Fausto Palumbo, che fu il fondatore del prestigioso istituto di ricerca storica.
L’opera è stata fortemente voluta dalla nuova dirigenza della Società, ricostituita nel 2014 e pienamente attiva da appena un anno, con un intenso programma su vari settori della ricerca storica, fra cui la ricorrenza del Centenario della Grande Guerra.
Il volume è costituito da sei saggi, iniziando da quello di Urgesi, Capitoli principali dell’operosa vita di Pier Fausto Palumbo, in cui viene ricostruito il percorso che condusse il Palumbo ad occuparsi delle Società di Storia Patria dal 1943 alla fine dei suoi giorni, passando attraverso la storia antica, medievale, moderna e contemporanea. In questo saggio viene posto in evidenza il passaggio dal fascismo alla democrazia, che vide Palumbo protagonista della Resistenza romana, giovanissimo segretario del CLN, accanto a personaggi come Meuccio Ruini e Ivanhoe Bonomi.
Nel 1945 Palumbo fondò la rivista «Europa», un nome profetico, con l’adesione esplicita al Movimento Federalista Europeo e l’idea di un’Europa aperta all’oriente, e non, come egli stesso scrisse, “un’Europa antemurale dell’America”. Contemporaneamente, egli rifondava l’Istituto di Studi sul Lavoro e la connessa «Rivista del Lavoro».
L’impegno politico del Palumbo si intrecciò, in quei primi anni di democrazia, con quello in ambito culturale e accademico. Incaricato di ricostruire la Società di Storia Patria pugliese, ne fu eletto presidente nel 1950 e la diresse fino al 1963. Nel frattempo si impegnò assiduamente, nel 1952-53, per contrastare la “legge-truffa”; e questo fu all’origine di un ostracismo che lo perseguitò per molti anni. Divenuto, infatti, professore ordinario di Storia medievale, gli fu per anni negata una sede stabile dove esercitare il suo magistero. Fu incaricato dell’ insegnamento a Roma, Bari, Lecce, Salerno e varie altre sedi. Il suo forte legame con il Salento lo condusse a vincere il concorso a Preside dell’Istituto magistrale “Pietro Siciliani” di Lecce, incarico che svolse dal 1956 al 1969, dando vita all’Annuario e ad una collana di monografie, opere che funsero da palestra per vari docenti di quell’Istituto.
Nel 1957 fu eletto Preside della Facoltà di Magistero dell’appena fondata Università di Lecce, per la cui nascita si era fortemente battuto contro le resistenze dall’Ateneo barese, insieme al presidente e poi senatore Luigi Caroli.
Gli incarichi universitari lo condussero ad allontanarsi da Lecce, ma vi tornò per costituirvi il Centro di Studi Salentini e, poi, la Società Storica di Terra d’Otranto, creature che diresse fino alla sua morte.
Palumbo ci ha lasciato una moltitudine di monografie, studi storici, letterari, memoriali, ecc. Urgesi ne elenca 735, nella bibliografia essenziale allegata al suo saggio, avvertendo di non aver censito le centinaia di articoli apparsi nelle riviste «Archivio Storico Pugliese», «Studi Salentini», «Rivista Storica del Mezzogiorno», «Europa», «Storia e Civiltà», per i quali esistono degli indici già pubblicati.
Della copiosa produzione storica del Palumbo si sono occupati gli altri autori.
Rosario Jurlaro si è occupato del Palumbo medievista, mettendo in risalto la principale opera del Palumbo in questo settore di studi, Lo scisma del MCXXX. I precedenti, la vicenda romana e le ripercussioni europee della lotta tra Anacleto e Innocenzo II.
Raffaele Colapietra ha tracciato un sintetico Ricordo dell’amico e sodale
Un quadro storiografico complessivo degli studi e delle ricerche del Palumbo è stato elaborato da Mario Spedicato nel saggio Il contributo di Pier Fausto Palumbo agli studi di storia moderna.
Alessandro Laporta ne ha evidenziato il legame con la tradizione europeistica seicentesca, nel saggio Pier Fausto Palumbo, il Salento, l'Europa da una pagina su Fabio Chigi.
Mario Cazzato ne ha ricordato l’impulso dato alla Ripresa Degli Studi Sul Barocco Salentino, con il Convegno organizzato tra il 21-24 settembre 1969, e poi attestato nel volume pubblicato nel 1970, per i tipi del Centro di Studi Salentini.
Da questo libro emerge una figura a tutto tondo, una vita vissuta all’insegna dell’impegno civile e culturale.
Il libro è distribuito dalla Casa Editrice “Sulla rotta del sole”; a Lecce è disponibile presso la “Libreria del sole”.