Duecento anni fa nasceva in città Cesare Braico (Angelo Sconosciuto)
Gli dedicarono un busto, un parco, una via... Ora è nell’oblìo
Le incrostazioni degli escrementi dei volatili e il grigio fumo sulla patina della lapide posta sulla facciata della casa di via Ferrante Fornari dicono che nessuno, tra quanti avevano il dovere di farlo, ha ricordato che proprio oggi ricorre il 2° centenario della nascita di Cesare Braico, «patriota, medico e politico italiano che ha partecipato all'impresa garibaldina dei Mille ed è stato eletto Deputato di Brindisi», spiega anche la più nota delle enciclopedie on-line. Prende l’avvio da queste amnesie, determinate da ignoranza e miopia, una sorta di oblio, che col passare del tempo diventa damnatio memoriae, dopo che a Braico, in passato, furono intitolati un parco ed una via e gli fu eretto un monumento. Di certo c’è che nulla è in programma per ricordare – magari anche rivedendo o stravolgendo il giudizio sin qui espresso – questa figura di uomo pubblico a cui Brindisi diede i natali.
«Nobilissima personalità» è stato scritto anni addietro. Più di recente, nel 2011 e anche quest’anno, ad opera di chi ha realizzato un «distacco dalla storiografia maggioritaria, utilizzando come base dei propri scritti libri e giornali e non ricerca diretta sulle fonti», Braico ha ricevuto, un giudizio poco lusinghiero, anzi, addirittura avvilente, proprio perché in quel libro, ad opinione di chi scrive queste righe, c’è la descrizione di uno scenario, più che di un’analisi dei singoli documenti e gli storici di rango, si sa, preferiscono studiare le fonti, più che gli scenari. Si legge adesso, proprio riferendosi ai garibaldini: «Il selvaggio Bixio, irruente in guerra e disposto a volare al collo di chi gli ubbidiva poco tempestivamente, stava confuso nella calca gelatinosa dei cornuti. Il rivale più famoso si chiamava Cesare Braico, medico di Napoli, mondano e sciupafemmine che, quando non c’era più pericolo, si era anche aggregato ai Mille». Insomma, altro che “purissimo eroe”, come lo avevano chiamato 50 anni addietro e questo già avrebbe invogliato un momento di riflessione, proprio in occasione di questo bicentenario.
Ma è tutta la vita del garibaldino brindisino che andrebbe «riletta». Una vita singolare? Forse. Del resto è già singolare quanto è accaduto per le date di nascita e di morte che definiscono l’esistenza di ciascuno. «Nato a Brindisi il 15 febbraio 1822; deceduto a Roma il 27 luglio 1887; Laurea in Medicina e chirurgia; Medico chirurgo, Militare di carriera», leggiamo sul sito della camera dei Deputati, che informa come egli sedette sugli scranni nella «VIII Legislatura del Regno d'Italia (18.02.1861 - 07.09.1865)». «Qui a 26 ottobre 1816 nasceva/ Cesare Braico/ olocausto giurato alla libertà della patria/ sopportò prigionie esili condanne a morte/ finchè da Marsala schierato fra mille eroi/ Duce Garibaldi/ alla recalcitrante Europa/ impose l’indipendenza d’Italia», scrisse la «Società dei Reduci» il 9 febbraio 1893 sulla lapide di cui parlavamo in apertura. Nel registro degli atti di nascita del Comune conservati nell’Archivio di Stato di Brindisi c’è scritto invece che Braico nacque il 25 ottobre nella casa paterna di «Strada La Concordia». Chiarezza fu fatta invece 50 anni addietro, quando a novembre Giuseppe Roma pubblicò gli atti di nascita e di battesimo. E a proposito di quest’ultimo si legge: «Anno Domini 1816. Die vero 26 M(ense) 8bris (Octobris), R(everen)dus Sanctus Chimienti de L(icentia) P(arochi) baptizavit infantem die 24 eiusdem M(ensis) natum ex D(octo)re Phisico Bartolomeo Braico, et Carolina Carasco Coniugibus h(uiu)s Civitatis eique fuit nomen impositum Caesaris, Iosephi, Vincentii. Patrini fuere Iosephus Foscarini et D(omina) Concepta Palma». Cesare Giuseppe Vincenzo Braico, nacque dunque a Brindisi il 24 ottobre 1816.
(Continua)