Breve ricordo di Alvaro Ancora (Domenico Urgesi)

Il 26 agosto scorso si è spento un grande amico di Mesagne, città alla quale voleva bene, almeno quanto la sua Oria.

Lo conobbi a metà degli anni ’80, quando la Biblioteca Comunale di Mesagne – appena riaperta – cominciava a muovere i primi passi nel panorama culturale cittadino. Era un periodo storico caratterizzato da una scarsa attività associativa, se si esclude la Pro-loco, le squadre sportive giovanili di alcune parrocchie, alcuni circoli privati. Funzionavano ancora i partiti e le loro espressioni giovanili; le attività culturali più significative ruotavano attorno ad essi e alla Civica Amministrazione, la quale si caratterizzava per la multiforme – sebbene istituzionale – iniziativa del Museo Archeologico e dell’allora direttore onorario Antonio Nitti. Sulla ricostituita Biblioteca Comunale, in quel tempo unita istituzionalmente al Museo (e lo fu fino al 2000), pesò il compito di imprimere una spinta innovatrice, in un panorama politico soggetto agli attriti del compromesso storico tra DC e PCI faticosamente raggiunto. Ma in questa sede vorrei sorvolare sull’analisi di una situazione generale piuttosto asfittica, nella quale cominciavano a muoversi i germi di un primo timido risveglio. Ho soltanto voluto ricordare lo sfondo nel quale mi sembra giusto collocare il mio incontro con Alvaro Ancora.

Nel 1979 era stato realizzato il primo Annuario del liceo scientifico «Muscogiuri»; lo avevano promosso il preside Lino Todisco e il professore Ancora. Con esso, il liceo si protendeva verso la società mesagnese; raccoglieva i più volenterosi studenti; proponeva ai mesagnesi la scoperta di alcune glorie cittadine, tra cui lo stesso Muscogiuri. Per molti quel nome, liceo Muscogiuri, sembrerà oggi un nome sconosciuto; oggi si chiama  liceo «Epifanio Ferdinando» (cambiamento che, con una conseguenza infelice, ha portato all’oscuramento dell’illustre intellettuale desanctisiano Francesco Muscogiuri); allora era situato nello stabile adiacente alla chiesa del Carmine.

In questo primo annuario, Ancora esprimeva la sua attenzione per la città di Mesagne, con un saggio sulla Società Operaia “Istruzione-Lavoro-Libertà”, in cui ricostruiva sinteticamente le vicende di questo antico sodalizio, fondato nel 1871 e tuttora esistente. Egli esaminò le carte conservate nell’archivio dell’associazione, coniugando l’attenzione agli aspetti locali con quelli più generali e nazionali delle “Società di mutuo soccorso”, che nell’Italia unificata vissero un momento di costante sviluppo. Ne è testimonianza anche un telegramma, con il quale Giuseppe Garibaldi accettava la nomina a Presidente onorario del sodalizio mesagnese. Il documento, con la firma autografa di Garibaldi, fu donato alla Biblioteca Comunale di Mesagne, sul finire degli anni ’90 dello scorso secolo (se ben ricordo). Ancora, in quel breve saggio, mise in evidenza gli scopi umanitari e sociali della Società Operaia di Mesagne; e nello stesso tempo ne ricordò il ruolo svolto nel processo di inclusione/accesso alla vita politica amministrativa di una larga fetta del proletariato mesagnese.

Nel 1985 fu realizzato il secondo Annuario del liceo scientifico «Muscogiuri»; organizzatore ancora una volta Alvaro Ancora, accanto al preside Antonio Sapio. Questa volta Ancora costituì un “Gruppo di ricerche storiche”, primo di una lunga serie, formato da docenti e studenti, e anche da universitari ex-studenti del «Muscogiuri». Da pag. 57 a pag. 109, buona metà dell’Annuario fu dedicato alla “Storia dell’Amministrazione Comunale di Mesagne” dal 1864 al 1931. Furono esaminati 55 Registri delle Deliberazioni di Giunta e di Consiglio, scandagliando l’Archivio Storico del Comune di Mesagne.

Per i giovani studenti non avvezzi alla grafia ottocentesca, né allo stile oratorio, né alla prassi burocratica di quell’epoca, fu una palestra molto impegnativa. Anche perché l’Archivio era in condizioni quasi disastrose; pur essendo stato riordinato negli anni precedenti, era stato poi spostato varie volte, per far posto a nuovi uffici; e il posto dell’Archivio era sempre quello più angusto. Tuttavia, il Gruppo – pur limitandosi all’esame delle Deliberazioni –  ricavò utili notizie sulla composizione dei Consigli comunali, Sulla Toponomastica, urbanistica ed edilizia, sui Servizi pubblici, su Igiene e Sanità, sulla Biblioteca. E, infine, elaborò un preziosissimo quadro sinottico dei Sindaci e Commissari dal 1864 al 1927. Al di là del contenuto (di indubbia serietà), resta la lezione di metodo: l’uso delle fonti documentali e la critica esegetica delle stesse, una costante nell’attività dello studioso che aveva coordinato il Gruppo di lavoro. Con Alvaro ci conoscemmo in quella occasione, anche se io non ero direttamente coinvolto nell’Archivio Storico. Nacque una simpatica amicizia, che ci condusse ad una immediata collaborazione, auspice anche il comune amico Enzo Poci.

Il 29 gennaio 1988, nell’Aula Magna del liceo «Muscogiuri» si svolse una Giornata di studi su Francesco Muscogiuri, in collaborazione tra l’Assessorato alla Cultura del Comune (per il tramite della Biblioteca-Museo) ed il Liceo Scientifico; le relazioni furono pubblicate in un volume, nel 1990, che fu il primo della collana “Studi e ricerche” della Biblioteca Comunale. Vi parteciparono illustri studiosi, quali l’italianista Antonio Lucio Giannone e lo storico Fabio Grassi. La relazione di Ancora era su Francesco Muscogiuri e l’Amministrazione Comunale di Mesagne; egli vi fece una ricostruzione, ad oggi insuperata, del quadro politico-sociale del secondo Ottocento Mesagnese, all’interno del quale collocò la figura problematica del letterato e amministratore comunale Muscogiuri. Il saggio rappresenta un punto di riferimento essenziale per chiunque voglia avvicinarsi alla storia di Mesagne fra Otto e Novecento, per comprendere le radici immediate del secolo XX in questa città.

Successivamente, nel 1991, Ancora tenne una relazione nell’ambito del Seminario di studi su Giovanni Antonucci, promosso dal Centro studi «G. Antonucci» di Mesagne, sul tema: Antonucci e il Risorgimento. Gli Atti furono pubblicati nel 1999, a cura di Giordano, Marangio e Nitti. Il saggio di Ancora ci presenta l’Antonucci nella sua totalità: magistrato, liberale anti-fascista, storico erudito e metodico, indagatore profondo delle fonti primarie, studioso del medioevo e dell’età contemporanea. Ancora dipinge un quadro composito, che parte dalla ricerca dell’Antonucci sul Principato di Taranto e arriva al garibaldino bergamasco Francesco Nullo, passando attraverso le lettere a Cosimo Acquaviva, il giudizio critico di Pier Fausto Palumbo, gli scritti su Silvio Spaventa.

Ho voluto ricordare i principali contributi dati da Alvaro Ancora alla storia di Mesagne; ma la sua attività di studioso abbracciò numerosi temi e periodi storici, dal Medioevo al Seicento e Settecento, al Risorgimento. Mi limito qui soltanto a citare gli studi su Federico II Svevo ed il rapporto tra l’imperatore con Oria e Brindisi. L’attenzione alla sua città natale lo condusse ad approfondire e divulgare gli studi sulla presenza ebraica in Oria, e in particolare il medico Shabbatai ben Donnolo (913-985 circa); innovò gli studi sul castello e il ruolo di Oria in età federiciana e angioina. Si occupò della Chiesa oritana e del suo Episcopato, dell’architetto Francesco Milizia, del patriota risorgimentale Camillo Monaco. Ricostruì, già prima di Mesagne, la storia politico-amministrativa del Comune di Oria tra Otto e Novecento e l’impatto del Padre Rogazionista Annibale Maria di Francia sulla società oritana nel primo quindicennio del secolo XX. Uno degli ultimi suoi lavori fu dedicato all’Archivio storico del Comune di Oria, del quale elaborò una dettagliata Guida, che vide la pubblicazione nel 2004.

Fu un raro esempio di docente non chiuso nell’ambito scolastico, che svolse appieno – e con consapevolezza – il ruolo che era richiesto all’intellettuale democratico nell’ultimo quarto del XX secolo. Era consapevole, in particolare, della responsabilità dell’uso pubblico della storia, in un periodo nel quale si cominciavano appena a scorgere i pericoli delle semplificazioni e degli stravolgimenti che un abuso disinvolto della storia avrebbe poi irrimediabilmente (o quasi) prodotto.

Domenico Urgesi

(già direttore della Biblioteca e del Museo Archeologico di Mesagne)

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