Al Teatro Comunale dfi scena ViTViT storia di una pendolare di e con Francesca Danese.
Venerdì 23 marzo alle 21.00 al Teatro Comunale di Mesagne sarà di scena “VìTVìT! Storia di una pendolare” di e con Francesca Danese.
Preceduta da una inconfondibile voce fuori campo, una sveglia, minacciosa come una bomba, inizia a ticchettare, mentre una donna semivestita è pronta a schizzare di corsa dal fondo della scena. Davanti a lei i segni della vita quotidiana, in un ordine apparente che rimanda in realtà ad una ossessiva routine dove non esiste alcun ordine, ma solo “ordini”. E allora “VìtVìt! (dall’espressione francese vite vite!), di corsa. Pochi minuti per compiere maldestramente i gesti più quotidiani e poi dritta come ogni giorno verso la stazione, sempre in bilico fra treni in ritardo, superaffollati e lavoro precario, in un ritmo forsennato che schiaccia ogni possibile relazione e da cui fuoriescono bisogni inappagati e ricordi d’infanzia. La protagonista narra e rivive la sua feroce routine dialogando ora con gli ipotetici compagni di viaggio e con le presenze che emergono dal suo racconto, così quotidiano eppure così paradossale. Ingoiata da un meccanismo frenetico che la obbliga a non fermarsi mai, la protagonista parla, corre, persino balla, abbandonandosi a momenti di ridicola esaltazione o malinconica riflessione e ricordi di infanzia, contrappuntati e arricchiti da contributi audio e musicali mirati. Una distrazione fa sfumare l’unica fermata che la riporterà a casa. Inutile implorare di fermarsi: al secco no del capotreno il meccanismo non si inceppa, ma esplode in tutta la sua esasperata follia. Non resta che proseguire la corsa di questo treno, ignari della meta, sebbene la protagonista, stavolta, non sia sola, perché, come afferma minacciosamente: “Sequestro? Certo! Siamo tutti sequestrati!”. Una piccola storia sul più grande furto della nostra società.
VìtVìt! Storia di una pendolare nasce da un lavoro sul tema del viaggio in occasione di una residenza teatrale (all’interno del progetto “Clessidra”, promosso dall’Associazione RESET e Teatro delle Forche di Massafra), finendo per convergere su un altro tema molto caro dell’autrice-interprete: il tempo. Il viaggio di una pendolare sempre in corsa diventa metafora della nostra società e delle sue lacune ed occasione per riflettere soprattutto sulla quantità e sulla qualità di quel residuo di tempo e di relazioni umane che la corsa forsennata della società ci lascia – bontà sua – a disposizione. La messinscena si caratterizza per la sua essenzialità scenica e per la centralità della presenza dell’attore e della parola, in un linguaggio che mescola prosa e narrazione, comicità quasi cabarettistica e riflessione, quotidianità e citazione colta, dialoganti con un mirato contrappunto sonoro e musicale.