Il Glucchista, racconto d Carmelo Colelli, vincitore del Premio Porta d'Oriente.

Riceviamo e volentieri pubblichiamo il racconto del nostro collaboratore Carmelo Colelli, vincitore del premio Porta d'Oriente. Tema del concorso era: "Solitudine o risorsa il mondo dei social"

 

Il glucchista

Era il mese di aprile, primavera inoltrata, si sentiva già l’aria calda e profumata, gli alberi avevano cambiato il loro colore si erano rivestiti di nuove foglie, i prati sembravano tavolozze di colori con le margherite bianche, i papaveri rossi, i tantissimi fiori profumati.

Marco, quella settimana doveva rimanere a casa dei nonni materni, frequentava la quinta elementare, quella settimana la scuola sarebbe rimasta chiusa.

Appena sveglio, Marco corse in cucina a salutare i nonni e lì trovò pronta la colazione, la nonna si era alzata presto e gli aveva preparato il dolce che gli piaceva tanto, il nonno era in giardino pronto per uscire.

Marco con una fetta di dolce in mano corse dal nonno per salutarlo, lo abbracciò e gli chiese dove stesse andando, il nonno gli rispose che andava giù al lago, a fare il “Glucchista”, riabbracciò il nipote e si incamminò portando con sè un secchio rosso.

Marco tornò in cucina, finì la sua colazione e corse nella sua stanzetta, accese il suo computer e si mise a navigare.

Il tempo passava insieme alle tante immagini che scorrevano sul monitor, si era collegato con i compagni di scuola, con i suoi amici, aveva partecipato a vari giochi on-line, conosceva bene il mondo dei social.

Marco aveva tutto il Mondo racchiuso nel computer, poteva sapere tutto, bastava cliccare, ricercare e tutto era a portata di mouse.

Era quasi mezzogiorno quando il nonno tornò con un cesto pieno di frutta, il pranzo era quasi pronto, la tavola imbandita, Marco era ancora nella sua stanzetta intento alle sue attività.

Il nonno lo andò a cercare e lo vide, solo, vicino al computer, si avvicinò e chiese cosa stesse facendo, Marco spiegò che stava chattando con i suoi amici, spiegò che con un computer o con un telefonino si entra in rete e si possono utilizzare i vari social con i quali è possibile collegarsi con tutti, amici, parenti, gente lontana, il nonno lo ascoltò e gli chiese per il pomeriggio una dimostrazione pratica, lui conosceva bene quei mezzi, li aveva usati ne conosceva le potenzialità e i difetti ma voleva confrontarsi con il suo nipotino.

Dopo aver pranzato e dopo il consueto pisolino pomeridiano, il nonno raggiunse il nipote.

Marco iniziò ad illustrare al nonno il più noto dei social, facebook, gli spigò i vari simboli, gli mostrò il lungo elenco dei suoi amici, i suoi post con i vari “mi piace” ricevuti, contattò alcuni dei suoi amici e si intrattenne a chattare con loro, il nonno osservava attentamente, il nipotino continuava nelle sue spiegazioni.

Il nonno era meravigliato, ma capiva che a Marco gli mancava qualcosa.

Tra una ricerca e l’altra arrivò l’ora di cena. Dopo cena il nonno prese un libro e si sistemo sulla sua poltrona, la nonna mentre riassettava guardava la televisione e Marco con il suo telefonino tra le mani si collegava con i suoi amici e i suoi giochi.

Prima di andare a dormire il nonno chiese a Marco se l’indomani volesse andare con lui al lago aveva da mostrargli delle cose, Marco, un po' contro voglia, accettò.

Il mattino seguente il nonno terminata la colazione chiese a Marco di prendere i due secchi rossi, quelli piccoli in plastica, Marco li prese, la curiosità era tanta e chiese al nonno: “perché prendiamo dei secchi per andare al lago?”, il nonno gli rispose: “servono per fare il “Glucchista”” e si avviarono.

Prima di andare al lago passarono a prendere Gianni, l’amico del nonno, insieme si avviarono verso il lago,

anche Gianni aveva un secchio come quelli del nonno solo che era azzurro, Marco si continuava a domandare a cosa sarebbero serviti quei secchi. Lungo la strada si fermarono ancora erano giunti a casa di Franco, il nonno chiamò Franco dalla strada e questi rispose: “Ciao Carlo, ciao Gianni, scendo subito”, e anche Franco si aggrego al gruppetto col suo secchio.

Gianni scherzava col nonno, una battuta dietro l’altra, Franco interveniva alcune volte, erano quasi coetanei, ma scherzavano come dei ragazzi appena usciti da scuola.

Giunti al lago il nonno spiegò a Marco che i secchi dovevano essere riempiti di ciottoli di varia grandezza, lì sul bordo di ciottoli ve ne erano tanti e i secchi furono subito pieni, Marco continuava a domandarsi a cosa sarebbero serviti quei ciottoli, pensò: nonno Carlo è stato un bravo architetto, il simpatico Gianni un ottimo ingegnere, vuoi vedere che stanno costruendo da qualche parte un modellino in pietra, tacque e seguì i tre amici.

Giunti in un angolo ben soleggiato al bordo del lago, si sistemarono uno accanto all’altro, un po' distanti, come si sistemano i pescatori, il nonno lo fece sedere tra lui e Franco.

Gianni si rivolse a Marco e lo salutò così: “benvenuto giovane “Glucchista”” Marco non capiva e chiese spiegazioni, fu Franco che gli spiegò l’attività che svolgevano quasi ogni giorno da quando erano in pensione: i sassolini che avevano raccolti dovevano gettarli nell’acqua con molta cura ed attenzione, Marco li prese un po' per pazzi, alla loro età giocavano a gettare i sassi nell’acqua come fanno i ragazzini. Stanno proprio fuori, pensò.

Gianni spiegò come bisognava lanciare il sassolino, dove bisognava guardare e aggiunse: “un piccolo sasso è capace di comunicare tante cose”, detto ciò prese il primo sassolino e lo lancio, questo entrò in acqua si sollevarono dei zampilli e dal punto d’ingresso del sasso nell’acqua si formarono dei cerchi di acqua sempre più grandi, Marco non aveva mai fatto caso ad un sasso che cade nell’acqua, mentre pensava Franco lanciò il suo sassolino, in un punto diverso, da quello di Gianni, con una forza diversa, appena il sassolino incontrò l’acqua saltarono in alto dei zampilli e subito iniziarono a formarsi dei cerchi, delle onde.

Carlo spiegò al nipotino che quei cerchi si chiamavano onde e che erano generate dall’urto del sasso sull’acqua, l’energia contenuta nel sassolino passava direttamente all’acqua che si metteva in movimento e per meglio esplicitare la sua esposizione lancio il suo sassolino e nuovamente si formarono tanti cerchi concentrici.

Franco chiese a Carlo e Gianni di fare silenzio e invitò Marco a lanciare ancora un altro sassolino e a prestare attenzione al suono che si generava al momento dell’impatto con l’acqua, Marco lancio il sassolino e fece come Franco aveva detto, percepì un “Gluc”, lanciò un altro sassolino per meglio percepire quel suono e nuovamente sentì: “Gluc”, i sassolini cadendo in acqua facevano tutti “Gluc”.

Gianni e Carlo erano stati troppo in silenzio, tornarono a chiacchierare e a lanciare i sassolini, iniziarono a gareggiare a chi avesse fatto più cerchi e a chi li avesse fatti più larghi, anche mentre lanciavano non tacevano parlavano di tecnica, di mira, dell’acqua, del peso dei sassi, sembravano degli strani libri aperti.

Franco fermò ancora una volta i cari amici e propose loro di fare un tiro simultaneo, si posizionarono e al via di Franco lanciarono i sassolini in tre punti diversi, da quei tre punti si alzarono dei zampilli e subito iniziarono a formarsi le onde circolari, le onde si incontrarono e si intersecarono formando dei bellissimi disegni geometrici, fu Carlo che spiegò al nipotino che i disegni che vedeva erano delle interferenze uno scambio di energia tra un’onda e l’altra.

Marco era molto affascinato, dai cerchi dell’acqua, dall’incroci delle onde, dai racconti dei tre amici.

Il tempo, tra un tiro ed un racconto passò velocemente, Marco aveva conosciuto in poche ore molte cose della natura, della vita di suo nonno e dei suoi amici, aveva ascoltato con interesse i racconti dei viaggi fatti dai tre.

Il sole era alto, Franco richiamò tutti dicendo che era ora di andare, visto che era quasi mezzogiorno. Marco aveva notato che Franco non portava l’orologio, non capì subito come avesse fatto a dire che era quasi mezzogiorno, tacque, raccolse i secchi e si incamminò, passarono dalla casa di Franco e poi da quella di Gianni, quando fu solo col nonno gli chiese: “come ha fatto Franco a dire che era mezzogiorno visto che non aveva l’orologio?” Il nonno gli rispose che Franco era un buon osservatore e conosceva bene il movimento del Sole e delle Stelle.

Mentre camminavano, ascoltando i rumori ed i suoni della natura e gustando i profumi nell’aria, Marco pensava che si era divertito tanto, aveva conosciuto delle cose straordinarie, non si era accorto che il telefonino non lo aveva toccato per niente, non si era collegato in rete, non aveva chattato con i suoi amici.

Quando furono a casa, il pranzo era già pronto, la nonna li invitò a sedersi subito a tavola, Marco era un fiume in piena, raccontò alla nonna della bella giornata trascorsa.

Prima di andare a dormire andò ad abbracciare il nonno e gli chiese: “Nonno quando andiamo a fare i Glucchisti?” e il nonno rispose: “quando vuoi giovane Glucchista”.

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